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5 ottobre: mostra e video contro i megaprogetti petroliferi
LA CAROVANA INTERNAZIONALE CONTRO I MEGAPROGETTI PETROLIFERI
Allo sfruttamento illimitato delle multinazionali petrolifere
La società civile risponde con la resistenza pacifica
Trasformando l'ennesimo grido di dolore in un inno alla vita
BARI - SABATO 5 OTTOBRE '02
- ORE 12.00 - Palazzo della Provincia di Bari
Inaugurazione MOSTRA FOTOGRAFICA CONTRO L'OCP IN ECUADOR l'oleodotto, se
realizzato, avrà un impatto territoriale e sociale
devastante
- ORE 19.00 - Missionari Comboniani (Via G. Petroni, 101 - Bari)
Proiezione del video documentario con dibattito
il video, girato dalla Carovana Internazionale per i diritti delle comunità
locali minacciate dai megaprogetti petroliferi, mostra le conseguenze del
modello di sviluppo incentrato sull'utilizzo dei combustibili fossili e le
politiche delle grandi multinazionali nel Sud del mondo.
Interverranno:
Padre Gianni Capaccioni - Missionari Comboniani
Giuseppe De Marzo - Campagna OCP/ Osservatorio ENI
Margherita Ciervo - Emporio Alcatraz
Grazia Francescato - Presidente onorario dei Verdi
Promosso dalla Fed. dei Verdi Provinciali e dell'Ass. Ecologista Greenwich
con la partecipazione dei Missionari Comboniani
COMUNICATO STAMPA
Con preghiera di pubblicazione integrale
Bari, 1 ottobre '02
Oggetto: inaugurazione mostra fotografica contro OCP alla Provincia di
Bari, 5/10 ore 12.00
"Ogni volta che si estingue una specie l'uomo si avvicina alla propria
estinzione; ogni volta che si estingue un popolo indigeno non è solo una
tribù che si estingue, è un membro in più della comunità che è partito per
sempre in un viaggio senza ritorno. Ogni specie estinta è una grave ferita
per la vita, riduce la vita e lascia posto alla sopravvivenzaŠForse, prima
la cupidigia si impietosirà dell'uomo bianco, prima gli permetterà di
vedere la meraviglia del mondo e la grandezza di un universo che si estende
ben più in là del diametro della moneta".
Nel marzo dell'anno scorso queste parole furono pronunciate da Roberto
Berito Cobaria, rappresentante degli U'WA, una popolazione indigena
colombiana seriamente minacciata dalle attività di una multinazionale
petrolifera statunitense, nella sala consiliare della Provincia di Bari.
Fu un evento eccezionale che ci ha segnato profondamente. Chi ha ascoltato
le parole di Roberto Berito Cobaria e di Daris Cristancho ha compreso di
non trovarsi solamente dinnanzi ad un dramma lontano migliaia di
chilometri, bensì davanti all'urlo di circa 2/3 del pianeta, il cosiddetto
Sud del mondo. Gli U'WA ieri, come oggi la popolazione della foresta
ecuadorennia, si opponevano all'estrazione di petrolio dalla loro terra
sacra. Era come se si fossero materializzati tutti gli spettri legati alle
contraddizioni del nostro stile di vita, del nostro modello di sviluppo:
una popolazione millenaria subiva violenze, veniva derubata dei loro
templi, dei loro alberi da cui traevano cibo, per estrarre petrolio che
sarebbe finito nelle nostre auto o nelle nostre industrie.
I promotori della campagna decisero di intitolare quell'evento U'WA: IL
VERO PREZZO DEL PETROLIO. L'intento provocatorio era evidente. Nessuno
poteva sottrarsi alle proprie responsabilità: i cittadini liberamente
accorsi, in qualità di consumatori, noi amministratori, investiti di
cariche pubbliche che ci vedono legati ai problemi del presente e del
futuro.
E in stretta continuità con questa responsabilità in cui ci siamo
riscoperti, anche quest'anno l'attenzione politica della Provincia di Bari
volge il suo sguardo verso il Sud, verso le periferie del mondo. E abbiamo
deciso di ospitare e patrocinare una mostra fotografica, realizzata in
vista della Campagna Internazionale contro l'OCP. Si tratta di una campagna
che mira ad evitare la costruzione di un oleodotto per il trasporto di
greggio pesante in Ecuador.
L'Ecuador è tra i primi dieci produttori di petrolio al mondo e il Governo
ecuadoriano ritiene che il megaprogetto dell' Oleoducto de Crudos Pesados
(appunto OCP) abbia un'importanza vitale per il Paese. Ma non la pensano
così gli abitanti della regione interessata, le comunità indigene che
popolano la foresta e le diverse associazioni ecologiste presenti in
Ecuador, che hanno iniziato anche loro una resistenza, sempre pacifica,
verso quello che agli occhi degli organizzatori della Campagna
Internazionale sarà un disastro ecologico annunciato. Infatti l'oleodotto
attraverserà, per ben 500 km, aree naturali giudicate estremamente fragili,
ecosistemi ricchissimi di biodiversità, zone ancestrali di antiche
popolazioni indigene e sfiorerà anche diversi centri urbani, esponendo un
gran numero di persone ad alti rischi. L'oleodotto, se costruito, avrà un
impatto col territorio devastante. Ma non solo da un punto di vista
ambientale. Infatti nessun diretto vantaggio, in termini economici ed
occupazionali, per un Paese come l'Ecuador, che ha un debito estero
impressionante ed una disoccupazione intorno al 60%, è stato previsto dal
progetto.
.All'inaugurazione della mostra fotografica, allestita nel colonnato del
Palazzo della Provincia, che si terrà il prossimo 5 ottobre, alle ore
12.00, prenderanno parte il prof. Ennio Triggiani, assessore alla cultura
della Provincia di Bari, Grazia Francescato, presidente onorario della
Federazione Italiana dei Verdi (che ha fatto parte della Carovana
Internazioanle), e Vincenzo Pietrogiovanni, coordinatore dell'associazione
ecologista Greenwich. Parteciperà l'Assessore per i Verdi Cesare Veronico.
Sarà presente Giuseppe De Marzo coordinatore della Carovana Internazionale
contro i megaprogetti.In occasione dell'inaugurazione ci sarà anche un
incontro con i giornalisti. Davanti all'ennesima catastrofe ambientale,
sociale e culturale, la Provincia si impegna, in questo modo, a dare
maggiore consistenza politica per la promozione di un modello di sviluppo
seriamente sostenibile, per una globalizzazione non solo dei profitti ma
dei diritti innanzitutto, dei diritti della vita e dei diritti alla vita.
COMUNICATO STAMPA
Con preghiera di pubblicazione integrale
Bari, 01-10-'02
Oggetto: proiezione video e conferenza sulla Campagna contro l'OCP presso i
Padri Comboniani
L'estate scorsa il mondo ha ricevuto due pessime notizie, che andavano ad
aggravare uno scenario planetario già di per sé molto poco rassicurante.
L'estate scorsa abbiamo appreso che una nuova guerra ci attende, quella
degli USA e dei suoi alleati (non ci è dato sapere ancora quali, Gran
Bretagna a parte) contro l'Iraq di Saddam Hussein; una guerra dall'esito
più che certo, dato lo strapotere militare americano, ma che per molte
ragioni fa ancora paura. E l'altra notizia è stata il fallimento completo
del Summit di Johannesburg, annunciato come il grande evento che avrebbe
permesso al pianeta di sperare in un futuro più certo per tutti gli uomini,
ma che ha dimostrato ulteriormente la miopia di un intero sistema e di un
modello di sviluppo che non ha ancora accettato fra i suoi valori
fondamentali concetti come la sostenibilità, la speranza, la solidarietà e
la cooperazione.
In una recente pubblicazione Jeremy Rifkin sostiene come sia arrivato il
tempo di cambiare dal profondo il nostro sviluppo industriale, troppo
selvaggio e sotteso alla distruzione, e di evolvere verso un sistema con un
impatto più limitato. Per Rifkin sarebbe giunta l'era dell'idrogeno.
Anche noi siamo convinti che si debba cambiare rotta. Molti si vantano
dell'innovazione tecnologica impressionante cui si è giunti negli ultimi
decenni. Ciò è del tutto incontestabile, ma qualcuno si è mai chiesto chi è
chiamato a pagare il vero prezzo del nostro benessere?
Sono passati più di due secoli dalla grande, massiccia industrializzazione
dell'Occidente, e il propulsore della nostra economia è sempre lui, il
petrolio. Questione di rispetto di tradizioni capitalistiche, o cosa?
Basta guardare alla storia delle ultime guerre svoltesi sul pianeta e ci si
rende conto di quanto conti l'accaparrarsi le riserve di greggio. Ciò che
lega quei conflitti è un inquietante filo rosso, un filo fatto di sangue,
di violenze, di disastri ambientali, di sfruttamenti e di corruzione.
Tutto questo per quanto potrà continuare ancora?
Per comprendere meglio ed affrontare queste questioni che paiono non
interessare molto l'informazione omogeneizzata ed ingrigita da una
scandalosa mancanza di confronto fra le opposte tesi, la Federazione
Provinciale dei VERDI e l'associazione ecologista GREENWICH, con la
partecipazione dei Missionari Comboniani, organizzano un incontro per
sabato 5 ottobre, ore 19.00, presso la sede dei Padri Comboniani ( via G.
Petroni, 101) nel quale verrà proiettato un documentario seguito da un
dibattito.
Il video è stato girato in occasione della Carovana Internazionale per i
diritti delle comunità locali minacciate dai megaprogetti petroliferi che
si è recata in Colombia ed in Ecuador lo scorso giugno, e ha l'obbiettivo
di portare a conoscenza dell'opinione pubblica le reali conseguenze del
modello di sviluppo incentrato sull'utilizzo dei combustibili fossili e le
reali politiche delle grandi multinazionali nel Sud del mondo.
In seguito si svolgerà il dibattito con gli interventi di Padre Gianni
Capaccioni, missionario comboniano, Giuseppe De Marzo, coordinatore della
Campagna contro l'OCP ed Osservtaorio ENI, e Margherita Ciervo,
dell'Emporio Alcatraz.
Il confronto vedrà anche un intervento di Grazia Francescato, presidente
onorario dei Verdi.
Per ulteriori informazioni:
Margherita Ciervo
339-6894675