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chi invita a disobbedire alla Bossi-Fini



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fonte: Daniele Barbieri - Carta
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LEGGE ANTI-CRISTIANA
Sulla rivista "Mosaico di Pace" il missionario comboniano Alex Zanotelli 
stigmatizza una legge che "mette tra parentesi la persona".
E auspica "un rifiuto sdegnato" da parte della Chiesa ufficiale

Il Gazzettino
Venerdi', 12 Luglio 2002

DALLE MISSIONI
Padre Zanotelli: sono norme certamente anti-cristiane

La legge sull'immigrazione e' "senza mezzi termini, anti-cristiana: non mi 
sarei mai aspettato di ritornare in Italia dopo 12 anni ed essere accolto 
con una legge come la Bossi-Fini".
E' l'inizio dell'articolo di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano 
sulla rivista "Mosaico di pace".
"La cosa piu' preoccupante della legge e' che mette fra parentesi la 
persona: quello che interessa e' che l'immigrato lavori, non che esista 
come essere con una propria cultura o come cittadino".



Liberazione, 12 luglio 2002

La Bossi-Fini varata definitivamente ieri dal Senato.
Rifondazione abbandona l'aula al momento del voto.
La societa' civile annuncia resistenza, scioperi e referendum

Una legge da disobbedire
Che. Ant.

Da ieri "siamo tutti clandestini, anche noi".
Col voto della maggior parte dei senatori, la Bossi-Fini e' legge e i 
migranti sono ufficialmente manodopera da sfruttare a piacimento.
"E' l'altra faccia dell'attacco all'articolo 18" e per questo i senatori di 
Rifondazione comunista hanno lasciato, al momento del voto, l'aula di 
Palazzo Madama e ora chiedono al presidente Ciampi di non firmare il ddl 
che manda in soffitta la pur brutta Turco-Napolitano.
Il Quirinale, che entro 30 giorni promulghera' la nuova legge, potrebbe 
anche rinviarla alle camere.
La diserzione del voto e' il via simbolico ad una disobbedienza di lunga 
durata auspicata da larghi settori di societa' civile.
Gigi Malabarba, capogruppo del Prc al senato, chiede anche al presidente di 
Palazza Madama Pera di invitare per un'audizione Ibrahim del coordinamento 
immigrati bresciano, attivissimo nella lotta per i diritti di cittadinanza, 
nell'ambito degli incontri dei senatori con significative personalita' 
italiane e internazionali (del calibro di Kissinger o del presidente 
messicano Fox).
Nella sua dichiarazione di (non) voto Malabarba ricorda 
l'incostituzionalita' della legge, che viola i diritti di accoglienza, 
convivenza civile e solidarieta', e promette: "Ci adopereremo con ogni 
strumento democratico per abrogarla e, comunque, per renderla inapplicabile 
in nome di valori morali superiori a qualsiasi legge e questo e' uno di 
quei casi, come la guerra.
Metteremo in atto "santuari" (come negli Usa) di protezione e di tutela per 
assistere legalmente, dare istruzione e cura a chi ne ha bisogno".

Da Milano, anche Fausto Bertinotti interviene segnalando il parallelismo 
tra l'attacco all'articolo 18 e l'attacco della Bossi Fini.
Il filo conduttore in entrambi i casi e' il ricatto del lavoro.
"Ora manca solo la legge sulla fecondazione assistita e alla fine il quadro 
sara' chiaro: questa maggioranza punta solo a cancellare i diritti", dira' 
nel pomeriggio alla Festa provinciale di Liberazione il segretario 
nazionale del Prc.

Un insulto all'umanita'
E' questa la legge delle impronte digitali per tutti, delle corvette della 
marina militare contro le carrette del mare, della confisca dei contributi 
versati dagli immigrati, dei ricongiungimenti familiari pressoche 
impossibili e del soggiorno legato al contratto di lavoro.
"Senza mezzi termini anticristiana - la definisce Alex Zanotelli, 
missionario comboniano nell'editoriale del prossimo numero di Mosaico di 
pace - perche' avalla la mentalita' secondo la quale l'immigrato e' 
legalmente riconosciuto finche serve al capitale e poi puo' essere 
rispedito al mittente.
Come credenti e come uomini non rimane altro che rifiutare questo insulto 
sia all'umanita', sia alla fede".
Le impronte sono una "misura ingiustificata e intollerante - commenta Luigi 
Ciotti, presidente di "Libera", coordinamento di 1054 associazioni della 
societa' civile contro le mafie - perche' anche prima chi non era in grado 
di provare la propria identita' veniva sottoposto a rilievi segnaletici e 
perche' disconosce i principi di uguaglianza e liberta', ritagliando per lo 
straniero un'immagine di potenziale delinquente".
In segno di protesta, i responsabili di "Libera" consegneranno migliaia di 
impronte alla questura di Roma.
Ciotti e Zanotelli, preti scomodi, sono la voce piu' esplicita di un 
malumore che coinvolge anche la chiesa ufficiale (vedi a fianco 
l'intervista con un esponente della Caritas).
"La Bossi-Fini - aggiunge Dino Frisullo di "Senzaconfine" - 
istituzionalizza l'apartheid nel mercato del lavoro e nella societa".
La resistenza dell'associazionismo, che a gennaio ha visto 200mila persone 
in piazza, andra' dall'obiezione di coscienza, alla realizzazione di un 
osservatorio sulle violazioni dei diritti umani e costituzionali, dalla 
disobbedienza al referendum: "Perche' il paese - per Frisullo - e' meno 
xenofobo dei suoi governanti".
Come gia' a Vicenza e a Reggio Emilia, sara' chiesto ai sindacati di indire 
insieme nuovi scioperi contro una legge che evoca le famigerate gabbie 
salariali.
Azioni di disobbedienza in contrapposizione alla logica della "tolleranza 
zero" vengono annunciate anche da Tom Benetollo, presidente nazionale 
dell'Arci:
"Le norme precarizzano anche chi e' in regola e rendono inattuabili le 
procedure di entrata regolare".
Amnesty international, l'Ics e Medicine sans frontieres denunciano una 
legge che "ignora la condizione dei rifugiati, in fuga da situazioni atroci 
e costretti a chiedere asilo e si oppongono alla nuova norma che ne 
stabilisce il trattenimento generalizzato e l'espulsione immediata, in caso 
di mancato riconoscimento, che nega loro il diritto alla difesa".

Industriali perplessi
Livia Turco, ex ministra diessina del governo Amato e autrice della legge 
soppiantata dalla Bossi Fini, punta il dito sulla sanatoria strisciante 
(l'impegno a regolarizzare i "clandestini" impiegati nelle industrie sulla 
scia di quanto fatto per colf e badanti): "E' una legge dannosa 
all'economia e foriera di insicurezza".

A destra, intanto, si fa a gara nella rivendicazione della paternita'.
An, Lega e i centristi dell'Udc strepitano con toni diversi per la 
"vittoria delle nostre idee" ma per tre senatori leghisti - Monti, Agoni e 
Vanzo - la Bossi-Fini sarebbe "troppo permissiva".
Gli "sponsor" piu' autorevoli del governo, invece, i datori di lavoro, sono 
perplessi su quanto costera' loro l'apartheid sancito da Palazzo Madama.
Gli agrari della Cia ricordano a Maroni che servono subito 20mila 
stagionali extracomunitari, gli industriali del Veneto temono tempi lunghi 
di attuazione in un'area dove servono altri 20mila nuovi addetti ogni anno 
per fronteggiare il turn over di chi va in pensione, e gli artigiani 
considerano "pesanti" le procedure sulla precedenza agli extracomunitari di 
origine italiana.




Alessandro Marescotti
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