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Algeria news
Torino l'08.05.02
Un saluto da Asaka-Italia (http://digilander.iol.it/asaka
asakaitalia@libero.it
Le prigioni algerine prendono fuoco una dopo l'altra. La causa:
prigionieri disperati che mettono fuoco ai materassi, rischiando così la
propria vita e quella dei compagni. A Serkagi (la principale prigione di Algeri)
il bilancio fu di 27 morti e decine di feriti. Ci sono insurrezioni e scioperi
in tante case di arresto e in alcune i prigionieri sono organizzati per
rivendicare condizioni di detenzione più umane e la revisione di alcuni processi
dei detenuti legati al terrorismo e che non hanno beneficiato della legge di
amnistia dichiarata dallo stato nel 2000.
La prospettiva delle elezioni legislative rifiutate dalla maggior parte dei
partiti democratici, dalla coordinazione cittadina e ora anche da alcune liste
indipendenti, fa salire la tensione in tutto il paese. Ora in Kabilia sono anche
le giunte locali e gli impiegati delle collettività che si dichiarano contrari
all'organizzazione della consulta in queste condizioni e decisi a
boicottare l'organizzazione di questa, per non essere come tante volte
"uno strumento passivo entro le mani dei truffatori".
Nel frattempo, e come tutti i giorni ormai da un anno e un mese, in Kabilia la
lotta cittadina per la dignità continua, continuano i sollevamenti sporadici
anche nelle altre regioni, questa settimana è toccato a Souk Ahras (estrema est
del paese), dove gli scontri continuano mentre scriviamo queste e notizie.
Il governo algerino troppo preso ad assicurare la sua perrenità al potere con la
prossima truffa elettorale, non si prende neanche la pena di protestare presso i
suoi colleghi dittatori tunisini per il rapimento e il pestaggio da parte di
poliziotti tunisini di un giornalista del quotidiano algerino "Al
Khabar" che era presente a Tunisi per coprire un tentativo di alcuni
intellettuali locali di organizzare una protesta di sostegno alla Palestina.
Come si vede non é un domani che il Nordafrica troverà la via della
democrazia, ma la speranza rimane, fin che ci sono cittadini che lottano e
resistono e fin che ci sarà mobilitazzione di chi vive all'estero
sotto cieli un po' più sereni. A questo proposito vi ricordo
l'incontro a Milano, del 10 maggio 2002, organizzato da Amnesty
International in collaborazione con il comittato di sostegno della Kabilia,
intitolato TAFSUT, l'eterna primavera
berbera(http://digilander.iol.it/asaka/LesPages/amnesty.html#10)
ASAKA-Italia