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Diritti donne migranti
Cari, care,
vi invio in allegato una lettera aperta al Ministro Scajola sulla quale
raccogliere firme. A presto
Maria Gigliola Toniollo
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Dr. Maria Gigliola Toniollo
CGIL Nazionale - Ufficio Nuovi Diritti
C.so d'Italia, 25 - 00198 Roma
tel. ++39 06 84 76 390 - 338 87 50 286
nuovidiritti@mail.cgil.it
http//:www.cgil.it/org.diritti
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Roma, 11 aprile 2002
Prot. 1889/2002
IV/368/4
A tutte le strutture
Loro sedi
oggetto: diritti donne migranti - invio lettera aperta
Care compagne e cari compagni,
Vi invio il testo della lettera aperta al Ministro dell'Interno Scajola con
preghiera di farlo avere alle persone interessate.
L'iniziativa della lettera aperta ha l'obiettivo di raccogliere alcune
centinaia di firme di adesione che saranno successivamente recapitate al
Ministro e al Presidente del Consiglio.
La raccolta di firme, di donne prevalentemente e di uomini, va fatta nelle
prossime 2-3 settimane, nelle settimane cioè nelle quali riprenderà in aula
la discussione sul disegno di legge che modifica la legge Turco-Napolitano
sull'immigrazione.
Appena possibile vi farò avere notizie che potranno essere utili per la
raccorda di firme della vicenda delle 20 colf di Trento.
Cordiali saluti
La Responsabile del Progetto
"cittadinanza attiva delle donne migranti"
(Lilli Chiaromonte)
Allegato: 1
Corso d'Italia, 25 - 00198 Roma
Affiliata alla Confederazione
Telefono 06/84761 - Fax 06/8845683
Europea dei Sindacati (CES)
www.cgil.it
e alla Confederazione Internazionale
e-mail: info@cgil.it
dei Sindacati Liberi (ICFTU)
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LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'INTERNO SCAJOLA
Roma, 9 aprile 2002
OGGETTO: RETATE DONNE STRANIERE
Ci rivolgiamo a Lei per esprimere viva contrarietà e grave allarme per il
ripetersi nel nostro paese di rastrellamenti ed espulsioni di donne
straniere.
La settimana scorsa a Trento, ai giardini del Fersina, dove ogni giorno si
ritrovavano nell'ora di pausa, sono state fermate e successivamente portate
in questura venti colf, donne ucraine sprovviste di permesso. Tutte e venti
sono state colpite da provvedimento di espulsione e dovranno lasciare
l'Italia entro 15 giorni, con la conseguente esclusione da ogni possibile
sanatoria preannunciata dal governo.
Le stesse famiglie, presso le quali erano occupate le venti ausiliare
domiciliari, dovranno rispondere di responsabilità penali in quanto
l'assunzione di un lavoratore straniero privo di permesso di soggiorno è un
reato punibile.
Alcune settimane fa, a seguito di un'operazione contro la prostituzione e
l'immigrazione clandestina sull'intero territorio nazionale, sono state
rastrellate e fermate circa sessanta donne nigeriane. Di queste 35 o 36,
dopo essere state trattenute in un centro di permanenza temporanea, sono
state trasferite a Malpensa e da lì rimpatriate in Nigeria. E' stato loro
impedito di esercitare il diritto alla difesa, previsto dalla legge, sia di
chiedere asilo sia di intraprendere un percorso di uscita dalla
prostituzione.
Questi episodi, pur di natura assai diversa, aggiungendosi alla negazione
di asilo, permessi di protezione sociale e rinnovi, disegnano un quadro
drammatico di violazione dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei
diritti dei migranti.
A fronte della proclamazione dello stato di emergenza riteniamo necessario
evitare ogni intervento che si configuri come una "espulsione ad alto
rischio" verso paesi in cui la vita e le libertà delle donne rimpatriate
sarebbero in grave pericolo, o come una "espulsione arbitraria" in assenza
cioè della possibilità di presentare domande e ricorsi; e quindi di
esercitare i diritti fondamentali compreso quello alla difesa.
Riteniamo inoltre necessario evitare interventi che abbiano l'effetto di
"criminalizzare" le situazioni irregolari. La maxi retata di Trento ha
avuto l'effetto di criminalizzare sia le lavoratrici che le famiglie, in
netto contrasto, peraltro, con le intenzioni del Governo di agevolare
l'emersione del lavoro irregolare.
Vale la pena di ricordare a questo proposito che la recente sentenza della
Corte di Cassazione, in base alle norme attualmente in vigore, ha stabilito
che assumere immigrati senza permesso di soggiorno non configura il reato
di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Le chiediamo perciò di adoperarsi per prevenire abusi, omissioni ed
inefficienze burocratiche da parte di istituzioni, pubbliche
amministrazioni e privati, e di garantire la piena attuazione delle tutele
previste sia a livello nazionale che internazionale.
Le chiediamo infine l'impegno al più rigoroso rispetto dei diritti umani,
dei diritti delle donne e delle lavoratrici migranti.
Carla Cantone, Segreteria Nazionale CGIL
Lilli Chiaromonte, Progetto Donne Migranti CGIL
Aitanga Giraldi, Politiche di Pari Opportunità CGIL
Betty Leone, Segreteria Nazionale CGIL
Raffaella Bolini, Presidenza ARCI
Silvia Costa, Consigliere CNEL
Costanza Fanelli, Cooperazione Sociale Lega Nazionale Cooperative e Mutue
Maria Guidotti, Presidente AUSER
Soana Tortora, Presidenza ACLI