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PMLI e delitto Biagi



COMUNICATO STAMPA

CONTRO IL TERRORISMO E IL GOVERNO
DEL NEODUCE BERLUSCONI, PER L'ARTICOLO 18
  E L'TALIA UNTA, ROSSA E SOCIALISTA
Condanniamo con sdegno e senza appello il barbaro assassinio di Marco
Biagi. Il fatto che il consulente del ministro del lavoro Maroni fosse un
uomo bipartisan, capace di lavorare indifferentemente sia col
"centro-sinistra" che col "centro-destra", non toglie nulla alla gravità e
all'efferatezza della sua eliminazione fisica. Gravi responsabilità della
sua morte ricadono sul governo e sul ministro dell'interno Scajola che non
hanno preso alcuna misura per proteggere Biagi nonostante che il recente
rapporto dei servizi segreti avesse indicato chiaramente che nel mirino dei
terroristi c'erano anche dei "tecnici e consulenti" impegnati nelle
"riforme" sul mercato del lavoro.
Questo delitto politico costituisce un gravissimo attacco al movimento
operaio e sindacale e alla grandiosa manifestazione nazionale del 23 marzo
promossa dalla Cgil per difendere l'articolo 18. Si è voluto colpire anche
il movimento no global contro la guerra e il neoliberismo e i movimenti
spontanei dei "ceti medi riflessivi" che dal 24 gennaio manifestano in
piazza contro la politica liberticida, antidemocratica e antipopolare del
governo Berlusconi.
Il terrorismo arriva puntuale ogni volta che le masse vogliono più
giustizia sociale, più benessere, più libertà, più democrazia. Segno
evidente che c'è una precisa regia, una centrale occulta, che non vuole che
tutto ciò si realizzi. E' stato sempre così, specie dal delitto Moro e poi
di quelli di Tarantelli, Ruffilli e D'Antona e ora di Biagi.
Il terrorismo è quindi nemico giurato delle masse e non può che essere
combattuto da tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e
religiose che si battono per il progresso sociale. Ma non certo a fianco di
questo governo, di queste istituzioni, di questo Stato e in difesa del
capitalismo e del suo regime che ha rindossato la camicia nera, ripetendo,
nella sostanza, le stesse gesta di Mussolini.
Non si può fare fronte unito con chi genera, manovra e utilizza il
terrorismo. La storia del nostro Paese, fin dalla strage di Portella delle
Ginestre, passando dalla strage di Piazza Fontana, dalla stagione del
terrorismo degli anni '70 e '80 e dagli attentati successivi fino ad
arrivare ai giorni nostri, e tenendo presente il "Piano di rinascita
democratica" e dello Schema R della P2 di Gelli, Craxi e Berlusconi,
dimostra chiaramente che il terrorismo viene da destra, è manovrato dalla
destra ed è funzionale alla destra. Anche se la manovalanza si professa di
"sinistra".
Quindi se non si combatte la destra, e l'attuale governo che la esprime,
non si riuscirà mai a venire a capo del terrorismo. Si tratta di una lotta
di classe che può essere vittoriosa solo se si mobilitano la classe operaia
e le masse lavoratrici, disoccupate, pensionate, popolari, femminili e
giovanili che abbiano come obiettivo immediato l'abbattimento del governo
del neoduce Berlusconi e in prospettiva il socialismo. In ogni caso
l'assassinio di Biagi non deve fermare la lotta in difesa dell'articolo 18.
Bisogna vincere assolutamente questa battaglia se non vogliamo che il
regime neofascisti si consolidi, cancelli tutte le conquiste politiche e
sociali e compia ulteriori crimini.
Lottiamo uniti contro il terrorismo e il governo del neoduce Berlusconi,
per l'articolo 18 e l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi maestri vinceremo!
L'Ufficio politico del
Partito marxista-leninista italiano
Firenze, 20 marzo 2002