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L'assemblea generale dei lavoratori del 1° turno e del turno centrale della Fiat Auto, stabilimento di Pomigliano d'Arco, svoltasi dalle ore 09



Fiat Auto Pomigliano  -  Verbale d'assemblea

Mozione

Le assemblee generali dei lavoratori del 1° turno e del centrale della Fiat
Auto, e del 2° turno, stabilimento di Pomigliano d'Arco, regolarmente
convocate dall'O.S. Slai Cobas e svolte in fabbrica dalle ore 09.00 alle
ore 10.00 e dalle 15.00 alle 16.00, del giorno 6/12/2001, complessivamente
presenti circa 3.800 lavoratori tra operai ed impiegati,

considerato che :
trentuno anni fa, dopo una durissima lotta operaia furono varate, con lo
Statuto dei Lavoratori, le "norme a tutela della libertà e della dignità
dei lavoratori" che portarono finalmente un poco di Costituzione
all'interno delle fabbriche ed in ogni luogo di lavoro;
oggi, mentre siamo impegnati a costruire un difficile orizzonte di difesa
del precariato dei contratti atipici e flessibili  il governo di
centro-destra in carica e la confindustria pretenderebbero di abrogare
l'art. 18 SdL per sottometterci al costante ricatto del licenziamento ed
impedirci l'esercizio diretto di ogni libertà sindacale;
vorrebbero riportarci al feudalesimo ed alla schiavitù ricacciando fuori
dai luoghi di lavoro ogni tutela contrattuale, giuridica e sindacale;
decenni di subordinazione sindacale agli interessi dei padroni hanno già
determinato il pesante arretramento delle nostre condizioni di vita e di
lavoro e dell'insieme di diritti e tutele;
nel giugno 1997, con l'approvazione della legge denominata "pacchetto Treu"
- proposta dall'allora governo di centrosinistra - hanno legalizzato il
lavoro in affitto, precario e flessibile, ed il nuovo caporalato delle
agenzie interinali, per sostituire i lavoratori garantiti con altrettanti
lavoratori precari, già realizzando nei fatti la sostanziale libertà
padronale di licenziamento;
da tempo le burocrazie sindacali di CGIL-CISL-UIL hanno dato al padronato
la loro disponibilità all'ulteriore "svuotamento" delle tutele previste
dall'art. 18 SdL proponendo di sostituire il ricorso alla magistratura per
i lavoratori licenziati con lo strumento falsamente volontario dei collegi
arbitrali (la stessa "volontarietà" che già hanno utilizzato per le
pensioni integrative che dichiararono volontarie. Poi hanno talmente
massacrato quelle pubbliche che oggi chi comincia a lavorare non può fare a
meno della polizza privata): questa proposta è nei fatti funzionale allo
sciagurato tentativo in atto di liberalizzare i licenziamenti;
la debolezza del "vagito" confederale in risposta a questo gravissimo
attacco è il portato di decenni di concertazione sindacale 'a perdere' (per
i lavoratori) e delle posizioni liberticide, antioperaie ed antipopolari,
presenti non solo nello schieramento del Polo ma, trasversalmente, anche in
quello dell'Ulivo;
ciò ha determinato il preoccupante restringimento della rappresentanza
sindacale ormai consegnata al riconoscimento datoriale, la massiccia
diffusione della precarietà lavorativa e sociale e della povertà;
i lavoratori e la povera gente non possono aspettarsi niente di buono da un
quadro politico-istituzionale interamente sottomesso agli interessi
globalizzati del grande capitale, e dalla relativa alternanza di potere dei
collegati governi di centro-destra e centro-sinistra: entrambi hanno
dichiarato guerre di conquista millantate come umanitarie e bombardato e
massacrato inermi popolazioni civili. Entrambi hanno dichiarato guerra ai
diritti dei lavoratori. Il libro bianco del ministro Maroni sull'ulteriore
attacco a pensioni, ammortizzatori sociali, TFR e diritti sindacali è in
diretta continuità con i ministri dei governi che lo hanno preceduto.
l'attuale debolezza del movimento operaio è data dalla mancanza di una vera
strategia alternativa e complessiva e ciò non può essere superato da quelle
stesse burocrazie sindacali che hanno firmato decenni di accordi-bidone e
che oggi fanno finta di chiamare i lavoratori alla mobilitazione per
ristabilire un piano di concertazione su cui contrattare con padroni e
governo l'ennesimo attacco allo Statuto dei Lavoratori ed alla stessa
democrazia,

ritiene che:
"tutti", aldilà delle singole appartenenze sindacali, siamo chiamati a
schierarci "con forza e sul serio" contro il gravissimo attacco in atto per
affermare un grande obiettivo di difesa generale di tutti i lavoratori: di
oggi e di domani, di giovani ed anziani, di stabili e precari, di pubblici
e privati, di operai ed impiegati;
è necessario contrapporre alla piattaforma dei padroni una piattaforma dei
lavoratori che rimetta al centro quel quadro di "diritti sociali negati"
che invece i lavoratori e le loro famiglie esprimono e perseguono con forza
su salario, garanzie, diritti sindacali, previdenza, scuola, sanità,
servizi sociali e democrazia, senza dimenticare il necessario azzeramento
dell'antidemocratico appannaggio del 33% delle RSU a favore dei sindacati
confederali indipendentemente dalla volontà di voto espressa dai lavoratori;
deve partire ed essere costruita, come ai tempi dell'autunno caldo del '69
(che portò tra l'altro alla conquista dello Statuto dei Lavoratori) una
nuova e fortissima stagione di lotta progettata e condotta in prima persona
e direttamente dai lavoratori e dai loro delegati di base;
a tutti i lavoratori e i loro delegati di base (indipendentemente dalla
iscrizione o meno a qualsiasi sindacato) che vogliono seriamente
contrastare leggi o accordi concertativi che danno al padronato libertà di
licenziare e precarietà lavorativa "per tutti", spetta il compito di
cominciare questa lotta costruendo assieme uno VERO SCIOPERO GENERALE entro
il mese di gennaio;

dichiarano:
otto ore di sciopero per ogni turno di lavoro per venerdì 7 dicembre;

demandano:
alla presidenza delle assemblee nelle persone di Domenico Mignano, Mara
Malavenda, Vittorio Granillo, l'attivazione delle necessarie iniziative per
la costruzione di un Comitato Referendario Nazionale Unitario per
l'indizione dei referendum per l'abrogazione della flessibilità prevista
dal "Pacchetto Treu".

Approvata all'unanimità per alzata di mano: nessun contrario, nessun astenuto.

L'assemblea generale della Fiat Auto   -   Pomigliano d'Arco, 6/12/2001