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"LE NOSTRE MANI SI FARANNO ALI": l'Hadep conferma la grande marcia per la pace di Ankara dell'1/9, vietata dal governo
"LE NOSTRE MANI SI FARANNO
ALI..."
INTERVISTA A CURA DELLA DELEGAZIONE
ITALIANA
OSPITE DELL'HADEP AD ANKARA
Roma, 30 agosto 2001
"In nessun paese al mondo manifestare per
la pace č un crimine". Mutlu Civiroglu, responsabile Esteri del
partito di opposizione filokurdo Hadep, č categorico: la grande marcia
per la pace su Ankara del 1. settembre, che richiama anche per gli
organizzatori la Marcia zapatista dal Chiapas a Cittā del Messico, si
farā, nonostante il divieto del governo e il rigetto, da parte dell'Alta
corte di Ankara, del ricorso immediatamente presentato dal partito.
Nel pomeriggio di oggi Civiroglu incontrava
nella sede dell'Hadep di Ankara la delegazione di osservatori italiani,
comprendente giuristi, giornalisti e operatori della cooperazione della
Sardegna e di Roma, che ha giā percorso le province, come il Botan,
sottoposte a legge marziale, e che sarā l'unica presenza internazionale
nella manifestazione del 1. settembre.
"Cinquemila autobus stanno scaldando i
motori da tutta la Turchia. Erano attese almeno trecentomila persone qui
ad Ankara. Anche se volessimo, non potremmo fermare un popolo in marcia.
E del resto noi siamo tutt'uno col popolo" dice Mutlu, pesando le
parole. "Non possiamo accettare una legge antidemocratica, e abbiamo
dato disposizioni a tutte le nostre organizzazioni locali di proseguire i
preparativi. Se l'esercito fermerā gli autobus, proseguiranno a piedi. E
se sarā impossibile anche a piedi...c'č un detto kurdo che suona cosė: le
mani si faranno ali".
Il ministro dell'Interno Yucelen, incontrando
due giorni fa una delegazione dell'Hadep, non aveva detto nč sė nč no, ma
aveva affidato alla Direzione di polizia, poche ore dopo, la
comunicazione del divieto "perchč la manifestazione potrebbe
generare disordini, e perchč l'Ippodromo di Ankara, richiesto dai
manifestanti, č destinato il giorno prima a ospitare la Festa
dell'Indipendenza, e non potrebbe essere liberato in poche
ore".
"Sono pretesti", ribatte Mutlu.
"Migliaia di persone sono pronte a rassettare lo stadio prima e dopo
la manifestazione. In realtā lo stato teme di non poter spostare su
Ankara le truppe, impegnate a presidiare le manifestazioni locali per la
festa nazioanle del 31 agosto, e teme anche il confronto fra queste
celebrazioni e la nostra iniziativa di massa. Ma noi eravamo anche
disponibili a rinviare tutto di una settimana: ce l'hanno negato. Da
molte cittā ci arrivano segnalazioni di perquisizioni, sequestri di
materiale di propaganda e arresti nelle nostre sedi, e tre giorni fa a
Istanbul hanno caricato un corteo di donne, le "Madri della
Pace", detenendone cinquanta. A questo clima di terrore noi
rispondiamo con serenitā: non ci sarā nessuna violenza da parte nostra,
ma il 1. settembre, in silenzio, ci riuniremo presso lo stadio negato.
Anche se bloccassero tutte le strade di accesso, sono comunque decine di
migliaia i kurdi e i turchi di Ankara pronti a scendere in
piazza".
Attraverso la delegazione italiana, Mutlu
lancia un appello ai popoli e alle istituzioni europee e internazionali,
a partire dalle Commissioni diritti umani di Strasburgo e di Ginevra.
"Noi ci battiamo per l'ingresso in Europa di una Turchia
democratica, ma il tasso di democrazia non si misura sulle parole, ma sui
fatti. Il divieto di un grande meeting per la pace č la negazione della
democrazia, e chiediamo all'Europa di far recedere il governo
turco".
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Diffuso da Roma a cura dell'associazione Azad - 06.57302933 -
339.65046
Per contatti diretti, i riferimenti della delegazione italiana sono
339.1033752 (Mariangela), 333.2384701 (Antonello), 0090.542.3351969
(Simona) ; il telefono di Mutlu Civiroglu, che parla inglese, č
0090.535.2174511
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Il numero di fax del ministro dell'Interno turco Rustu Kazim Yucelen, per
eventuali proteste, č 0090.312.4181795