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* Compagno Abu Ali Mustafa, presente!
MARRTEDI' 28 AGOSTO 2001:
SCIOPERO GENERALE NEI TERRITORI OCCUPATI
E IN TUTTA LA PALESTINA
A SEGUITO DELL'ASSASSINIO DEL SEGRETARIO
DEL FRONTE POPOLARE DI LIBERAZIONE - F.P.L.P.
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4 messaggi:
1. Comunicato stampa del Campo Antimperialista
2. Comunicato Assemblea Nazionale Anticapitalista
3. intervista a Saleh Zidahn - F.D.L.P.
4. "E l'Europa che fa?" - lettera aperta a Luisa Morgantini
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Messaggio 1 Comunicato stampa del CAMPO ANTIMPERIALISTA
Date sent: Mon, 27 Aug 2001 21:44:12 +0200
Subject: Il prezzo della solidarieta'
Per non dimenticare l'intifada!
27 agosto 2001 - CAMPO ANTIMPERIALISTA
Abu Ali Mustafa, segretario del Fronte Popolare di
Liberazione della Palestina (F.P.L.P.) nei Territori
Occupati e leader storico di questa organizzazione
comunista, è stato ucciso oggi, 27 agosto, a tradimento, da
un'azione delle truppe scelte dell'esercito israeliano.
(Solo l'altra sera Abu Ali era stato intervistato dal TG2).
Come Campo Antimperialista abbiamo inviato immediatamente a
Damasco un telegramma di cordoglio e solidarietà.
Serva questo nuovo crimine a ricordare a tutti i compagni
che dall'altra parte del Mediterraneo, da troppi decenni,
un popolo, quello palestinese, vive sotto l'occupazione
militare sionista e che per la sua liberazione esso paga,
giorno dopo giorno, un prezzo salatissimo in vite umane e
sacrifici d'ogni tipo.
Proprio durante il recente Campo Antimperialista di Assisi,
dove la delegazione del F.P.L.P. ha svolto un ruolo
propulsivo insostituibile, si era deciso di organizzare, in
tutte le capitali del mondo, manifestazioni in occasione
dell'anniversario della Nuova Intifada (28 settembre).
A maggior ragione manterremo fede a questo impegno.
Facciamo dunque appello a tutti gli antimperialisti che
vogliano organizzare azioni di solidarietà con l'Intifada a
segnalarci la loro disponibilita'.
Proprio in occasione del 28 settembre il F.P.L.P. ci aveva
chiesto di inviare in Palestina una delegazione
internazionale, affinche' questi compagni, come <scudi
umani>, fermassero, in uno dei tanti villaggi, le ruspe
israeliane che ogni giorno demoliscono le case dei
palestinesi.
Anche questo impegno manterremo, anche se non potremo
incontrare, come previsto, il compagno Abu Ali Mustafa.
Coloro i quali fossero intenzionati a far parte di questa
delegazione ci contattino all'indirizzo:
itacampo@antiimperialista.com.
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Message: 2 Assemblea Nazionale Anticapitalista
From: "Angela CPSP"
Subject: Compagno Abu Ali Mustafa, presente!
Date sent: Mon, 27 Aug 2001 18:48:00 +0200
Contro lo Stato sionista fino alla vittoria!
Con l'assassinio da parte dei sicari sionisti del compagno
Abu Ali Mustafa, segretario del Fronte Popolare per la
Liberazione della Palestina, oggi in terra di Palestina, lo
stato d'Israele ha segnato un nuovo passo di non ritorno
per la sua vigliacca strategia terroristica contro il
popolo arabo-palestinese. Non pago del continuato genocidio
di questo eroico popolo, il sionista "cane da guardia"
dell'imperialismo in Medio Oriente, che oscenamente
qualcuno osa ancora ammantare di una qualche velleità
"democratica", ha fatto inesorabilmente un ulteriore passo
verso la sua distruzione.
Per quanto gravissima sia la perdita del compagno Abu Ali
Mustafa per tutto il popolo arabo-palestinese e la sua
Intifada, così come per i militanti del FPLP e per tutti i
sinceri rivoluzionari in qualsiasi parte del mondo, siamo
sicuri che questo avvenimento, invece di rappresentare
motivo di rinuncia per i legittimi desideri di giustizia e
di pace di tutti quelli che lottano contro i sionisti e i
loro tutori imperialisti, può nient'altro che aumentare la
determinazione, il coraggio e la perseveranza di tutti i
sinceri feddayn nella lotta per farla finita una volta per
tutte con l'occupante israeliano.
Non pensiamo che sia casuale il fatto che questo vigliacco
assassinio, giunga all'indomani di una delle più audaci
operazioni militari antisraeliane condotta dai feddayn del
FDLP, che hanno impartito una severa lezione all'arroganza
e alla prepotenza sionista, dimostrando ancora una volta
che quando un popolo è cosciente dei propri diritti e lotta
per essi non c'è superpotenza militare che possa
resistergli. E proprio per scongiurare lo "spettro" della
ripresa del protagonismo nell'Intifada della sinistra
palestinese, rappresentata da storiche e valorose
organizzazioni quali il FPLP e il FDLP, che i terroristi
israeliani hanno deciso di colpire nella forma più
vigliacca, il compagno Abu Ali Mustafa.
al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
al popolo arabo-palestinese
a tutti i combattenti contro il sionismo e l'imperialismo
la nostra FRATERNA, TOTALE E INCONDIZIONATA SOLIDARIETA'
ANTISIONISTA E ANTIMPERIALISTA
ONORE AL COMPAGNO ABU ALI MUSTAFA E A TUTTI I MARTIRI
CADUTI NELLA LOTTA CONTRO IL SIONISMO E L'IMPERIALISMO!
CACCIARE I SIONISTI DA TUTTE LE TERRE ARABE OCCUPATE!
NESSUNA TREGUA AL SIONISMO E ALL'IMPERIALLISMO!
PER UNA PALESTINA LIBERA E INDIPENDENTE CON AL-QUDS COME
CAPITALE!
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!
Italia, 27 agosto 2001 - Assemblea Nazionale Anticapitalista
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Message: 3 intervista a Saleh Zidahn - F.D.L.P.
From: Al Hikma
Sent: Monday, August 27, 2001 12:17 AM
Subject: Intifada al Qods del 26-8-01 news
"Abbiamo dimostrato che non ci fanno paura"
Parla Saleh Zidahn, rappresentante dell'Fdlp a Gaza
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GAZA - «Abbiamo dimostrato che Israele non ci fa paura, e
che nemmeno una superpotenza militare potrà imporre il suo
volere a un popolo intero», dice a Repubblica Saleh Zidahn,
che a Gaza dirige l'ufficio politico del Fronte Democratico
per la Liberazione della Palestina. Questa azione segnala
l'inizio di una nuova fase dell'Intifada? «L'aggressione
israeliana compie una escalation, e allora anche la
resistenza deve alzare il livello dello scontro».
Attaccare una base militare nei Territori Occupati,
uccidere tre soldati, è una escalation rispetto agli
attentati dei kamikaze che fanno decine di vittime nelle
città israeliane? «Ogni metodo di lotta è legittimo per
ottenere l'indipendenza della Palestina. Detto questo, sì,
noi riteniamo che un'azione contro un obiettivo militare
sia più efficace di un attentato contro un obiettivo
civile. Abbiamo dimostrato la nostra capacità bellica,
siamo riusciti a superare le misure di sicurezza di
Israele, abbiamo ingaggiato uno scontro faccia a faccia, e
possiamo ben dire di averlo vinto. Questo danneggia lo Stato
ebraico molto di più di un attentato in una delle sue
città». Quale è il messaggio che così facendo inviate a
Sharon? «Che il suo governo assassino non potrà mantenere
la promessa fatta agli elettori, non riuscirà a ristabilire
la sicurezza in Israele. La pace tornerà soltanto quando
Israele si ritirerà completamente dai Territori Occupati,
tornando ai confini del 1967, dando ai palestinesi uno
stato sovrano con Gerusalemme capitale e con il diritto al
ritorno per i nostri milioni di profughi sparsi per tutto
il Medio Oriente». Sharon non pare affatto intenzionato a
darvi niente del genere. E allora cosa succederà? Scoppierà
una guerra totale? «La guerra è già scoppiata, ed è la
guerra di aggressione di Ariel Sharon contro il popolo
palestinese. Noi risponderemo alla guerra con la guerra.
Israele ha armi formidabili, ma per vincere dovrebbe
sterminarci, ucciderci tutti. Non lo farà. Noi non ci
arrenderemo mai. E saremo noi a vincere».
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Message: 4 lettera aperta a Luisa Morgantini
Date: Tue, 28 Aug 2001 00:05:51 +0200
From: Susanne Scheidt
Cari amici di Al Awda,
Vi trasmetto qui sotto la mia lettera aperta per Luisa
Morgantini, al quotidiano Liberazione.
Vi saluto, Susanne
----- Original Message -----
From: Susanne Scheidt
To: curzi@liberazione.it
Sent: Tuesday, August 28, 2001 12:00 AM
Subject: lettera aperta a Elsa Morgantini
Mi riferisco all'intervista all'Onorevole Elsa Morgantini
e publicata su Liberazione oggi, 26.08.2001, sotto il
titolo "Nell'inferno dei Territori".
Onorevole Morgantini,
Alla domanda dell'intervistatore che cosa possa fare
l'Europa per fermare il massacro che Israele sta conducendo
ai danni dei palestinesi, Lei risponde:
"L'Europa si porta sempre dietro la vecchia responsabilità
dell'olocausto e delle persecuzioni contro gli ebrei. E
questo è un forte condizionamento che non permette
all'Europa di assumere una posizione coerente con i propri
principi, con il rispetto dei diritti umani e della
legalità internazionale".
Mi scusi se mi permetto di concludere che tale
affermazione equivale all'esonero definitivo di un ex-
criminale dall'osservazione della legalità - e ciò proprio
in virtù dei suoi crimini passati. Non sarebbe questa una
proposta assurda? Non sarebbe invece più logico supporre
che proprio il fatto della responsabilità politica di una
serie di paesi Europei per le stragi di vite umane compiute
durante la Seconda Guerra Mondiale, avrebbe dovuto
costringere l'Unione Europea ad assumere oggi una posizione
coerente con il rispetto dei diritti umani e della legalità
internazionale, contrastando con fermezza la politica degli
USA, potere egemoniale della NATO.
Mentre finanziano e monitorano la pulizia etnica della
Palestina - un compito affidato alle Forze Armate ed alle
squadre d'assalto di Israele - gli USA stanno organizzando
la legittimazione di questo crimine in sede internazionale
con l'erosione sistematica dell'autorevolezza dell'ONU, al
fine di eliminare la stessa Legalità Internazionale quale
istituto. In questo contesto, la non-assunzione di "una
posizione coerente con .....il rispetto dei diritti umani
e della legalità internazionale" da parte dell'Unione
Europa è un contributo potente all'erosione
dell'autorevolezza dell'ONU.
Quante volte, facendo presente ad interlocutori Israeliani
le risoluzioni dell'ONU che dispongono il ritiro delle
forze armate israeliane dai territori da esse occupate ed
il rientro dei profughi palestinesi nei loro luoghi di
origine, o parlando delle Convenzioni di Ginevra che
proibiscono la colonizzazione di territori militarmente
occupati, Lei si sarà sentita dire che Israele non
riconosce l'autorità delle istituzioni di diritto
internazionale e che intende invece, fare fede sulla forza
delle sue armi e sulla saldezza della sua alleanza con gli
USA.
L'Europa, per affrancarsi dalle sue vecchie responsabilità
nei confronti degli ebrei perseguitati durante la Seconda
Guerra Mondiale, avrebbe dovuto mostrare la sua
consapevolezza che la grande tragedia di quella guerrra era
iniziata nel 1933, quando il governo Nazista tedesco uscì
dalla Lega delle Nazioni, l'allora istanza di legalità
internazionale e come tale, l'organo percursore dell'ONU.
L'uscita dalla Lega delle Nazioni fu il primo atto in
materia di politica estera dell'allora governo di Hitler.
Lo scopo dichiarato di questo passo era di liberarsi dai
vincoli della legalità internazionale per avere mano libera
a riarmarsi, cioè ad acquisire gli strumenti necessari per
conseguire una politica espansionista verso l'Europa
orientale e, collegato a questo progetto, lo scopo riguardo
alla politica interna era quello di eliminare lo sguardo
dell'opinione pubblica internazionale dalla politica
Nazista di rimpiazzare lo stato di diritto con un nuovo
ordine, basato sull'arbitrarietà della preferenza razziale.
Onorevole Morgantini, quante volte Le sarà stata ribadita
la giustificazione standard per la creazione di Israele
come stato degli ebrei, legittimato a discriminare,
espropriare, espellere ad anche uccidere i palestinesi. La
giustificazione standard è sempre l'olocausto.
Prescindendo dalla constatazione che i palestinese non
hanno alcuna colpa per le persecuzioni subite dagli ebrei
europei in Europa, gli ebrei, per sottrarsi alle
persecuzioni del regime Nazista avrebbero avuto bisogno -
così come lo avrebbero avuto i milioni di polacchi, russi,
zingari, comunisti e tanti altri che caddero vittime
dell'assalto Nazista, talvolta anche più velocemente e più
sommariamente che non gli ebrei - non di uno stato degli
ebrei per soli loro, ma dello stato di diritto per tutti.
I gruppi internazionali di pacifisti presenti nei
Territori Occupati stanno attualmente mettendo a rischio la
propria incolumità, forse anche la propria vita, per
manifestare contro una politica di sterminio che l'Unione
Europea, come tale, sta assecondando tranquillamente. E'
venuto il momento di constatare che il concetto di uno
stato degli ebrei ha portato a questa mostruosa assurdità.
E' venuto il momento di riflettere sulla legittimità del
concetto stesso di uno stato degli ebrei. E' venuto il
momento per noi Europei di contrastare con forza il
progetto militarista degli USA respingendo il suo strumento
Israele per riproporre per la terra della Palestina lo
stato di diritto per tutti - ebrei, cristiani, musulmani.
Dopo che Israele stessa, con la sua politica di
colonizzazione ha cancellato i presupposti per la creazione
di uno stato palestinese separato da quello israeliano,
prendiamola in parola con la proposta di una visione
Europea: la visione di un'unico paese, con un'unica
costituzione vigente su tutta la terra della Palestina e
per tutti i palestinesi - quelli di vecchia data, quelli
nuovi immigrati da ogni dove in Palestina e quelli che sono
tuttora profughi e devono avere il diritto di ritornare
nella loro patria.
Se l'Europa non sarà in grado di contrapporre questa
visione all'attuale progetto razzista e militarista al
quale sono ispirate le politiche di USA ed Israele,
l'Europa perderà la sua faccia e la sua legittimità agli
occhi delle centinaia di milioni dei suoi sudditti ai quali
si potrà in futuro imporre solamente con la stessa violenza
degli armi con la quale il Nuovo Ordine mondiale si sta
abbattendo sui palestinesi.
Un sincero saluto da
Susanne Scheidt
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