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Che Europa siamo noi ? La risposta passa di nuovo per Ocalan
Che Europa siamo noi ?
La risposta passa di nuovo per Ocalan.
Il "caso Ocalan" non è mai stato chiuso.
E' solo stato sospeso.
L'Europa (e, in particolare, l'Italia...), che sembrava esser riuscita a
ributtare la "patata bollente" in Turchia, oggi ne è nuovamente
protagonista.
Su richiesta dell'Europa il governo turco di Ecevit aveva deciso (il 12
gennaio 2000) di sospendere temporaneamente l'esecuzione della sentenza
di morte pronunciata a Imrali (il 29 giugno 1999), per dar modo
all'Europa di esprimere la propria valutazione sul processo penale da
cui tale sentenza era scaturita (la richiesta d'appello alla Corte
Europea per i Diritti Umani era stata effettuata dagli avvocati di
Ocalan).
Ed ora questo momento è giunto.
Dal 21 novembre la Corte Europea per i Diritti Umani si riunirà a
Strasburgo per esprimere questa valutazione.
L'Unione Europea, dopo aver deciso di aprire le porte al cammino di
ingresso della Turchia (Helsinki, 12 dicembre 1999), non poteva fingere
di ignorare una questione di tale portata, ora che il boia sarebbe stato
un imminente consociato.
Ma non basta.
Il senso della decisione che sarà presa a Strasburgo va assai oltre.
Esprimersi sulla legittimità giuridica del processo di Imrali significa
anche esprimersi sul diritto di uno Stato di negare l'identità di un
popolo, significa esprimersi sul diritto di un popolo di affermare e
rivendicare la propria identità.
Ma non basta.
Esprimersi sulla legittimità giuridica del processo di Imrali significa
anche esprimersi sulla vigenza del diritto nello Stato turco: significa
esprimersi sulla situazione del rispetto dei diritti umani, della
legalità, delle libertà fondamentali in Turchia; significa mettere sotto
processo il Regime turco.
Ma non basta.
Esprimersi sulla legittimità giuridica del processo di Imrali, specie
dopo Helsinki, significa anche esprimersi su cosa siamo noi.
Significa esprimersi su cosa vuole essere l'Europa, a partire
dall'atteggiamento che oggi essa assume verso un paese come oggi è la
Turchia.
E verso il cammino per una Turchia differente.
In questo contesto assume un rilievo particolare ogni evento della
vicenda che inizierà il 21 novembre a Strasburgo, e soprattutto ogni
iniziativa che le forze politiche, l'asssociazionismo, il movimento di
solidarietà al popolo kurdo, la società civile intraprenderanno, in
Italia come nel resto d'Europa.
Questa Mailing List darà informazione dei momenti più significativi.
In questo contesto, per iniziare, assume un rilievo ancor maggiore la
scadenza già di per sé stessa rilevante del 31 ottobre: giorno in cui si
svolgerà a Milano il processo contro alcuni dei moltissimi Kurdi che in
tutto il mondo si erano mobilitati il 16 febbraio 1999 contro il
rapimento di Ocalan appena effettuato dal Regime turco.
Il "Centro culturale Kurdistan Italia" e l'associazione Azad hanno
promosso, appunto il 31 ottobre, un presidio davanti al tribunale al
mattino, e una assemblea pubblica alla sera: segue il loro comunicato di
convocazione.
Aldo Canestrari
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Il 16 febbraio 199 Abdullah Ocalan veniva catturato da un commando
terrorista del regime turco e trasportato nel carcere di Imrali, dove è
tuttora detenuto dopo essere stato condannato a morte. Dal carcere
Ocalan ha continuato a gridare forte la propria volontà di pace; il suo
popolo ha continuato a seguire le sue indicazioni e il Pkk ha deciso,
nel suo ultimo congresso, di ritirare i propri guerriglieri dalla
Turchia per agevolare il processo di pace. Il regime turco ha risposto
continuando la repressione, incarcerando migliaia di uomini, donne e
bambini, rifiutando l'apertura di un tavolo di pace con il Pkk e le
altre organizzazioni democratiche turche e curde. Le diplomazie europee
tacciono, l'ONU è assente e i diritti di un intero popolo continuano ad
essere ignorati. Occorre rilanciare con forza il grande movimento di
massa che accolse Ocalan in Italia e si schierò con decisione dalla
parte del popolo curdo. Occorre moltiplicare le iniziative a sostegno di
un popolo che chiede unicamente che gli venga riconosciuto il diritto di
esistere. Occorre comprendere l'enorme forza contenuta nelle proposte di
pace avanzate da Ocalan e dal Pkk. Invitiamo tutti a far ripartire la
lotta affinché al popolo curdo vengano assicurate pace, terra e libertà.
MARTEDI' 31 OTTOBRE 2000 A MILANO
ore 9,30 PRESIDIO DAVANTI AL TRIBUNALE, in Corso di Porta Vittoria, a
sostegno dei 22 ragazzi curdi rinviati a giudizio per l'occupazione del
consolato greco a Milano il 26 febbraio 1999.
ore 20,30 CAMERA DEL LAVORO - Corso di Porta Vittoria 43 :
ASSEMBLEA PUBBLICA con:
= Augusto Rocchi - Vicesegretario CdL di Milano
= Mario Agostinelli - Segretario generale CGIL Lombardia
= Giuliano Pisapia - Legale di Abdullah Ocalan
= Hevi Dilara - Responsabile dell'Ufficio Informazioni del Kurdistan in
Italia
= Riza Erdogan - Rappresentante del Congresso Nazionale del Kurdistan
Centro culturale KURDISTAN Italia (info : 039-9201019)
Associazione Azad per la libertà del popolo kurdo (info : 0338-4417440)
Prime adesioni:
Comitato Golfo, Guerre e Pace, Ass. Italia-Nicaragua, Saalam Ragazzi
dell'Olivo - Comitato di Milano, Sin Cobas, Centro Sociale Leoncavallo,
Associazione Ya Basta, Centro Sociale Vittoria, Coa Via dei Transiti,
Centro Sociale Garibaldi, Punto Rosso, Ass. Antirazzista "Apolidia",
Associazione per la Pace, Federazione dei Verdi di Milano, Partito della
Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, Collettivi Studenteschi
Per adesioni : Paolo Limonta
E-Mail :
littamod@libero.it