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Solidarieta' con i compagni baschi!
http://www.voceoperaia.it
Voce Operaia esprime la sua incondizionta solidarieta' ai compagni baschi
di "Ekin" arrestati con l'accusa di essere terroristi dell'E.T.A."!
Liberta' per tutti i prigionieri politici rinchiusi nei penitenziari spagnoli!
Dai compagni del Comitato Euskadi Bari (askatasuna_bari@yahoo.com)
riceviamo e pubblichiamo:
Le vendette di Aznar.
Il 13 settembre è scattata una operazione della
Policia Nacional in tutta Euskal Herria con
perquisizioni di sedi di Herri Batasuna-Euskal
Herritarrok (20% dei voti e terza forza politica
basca) e 20 arresti con l'accusa di appartenere ad
ETA. Gli arrestati, siamo ormai abituati a rilevare,
non sono semplici militanti ma rappresentanti
ufficiali di questo partito o di altre organizzazioni
popolari e di base indipendentiste, consiglieri
presenti nelle istituzioni comunali e provinciali,
avvocati dei prigionieri; durante le perquisizioni
nelle sedi di Bilbao, Donostia ed Irunea la polizia ha
sottratto anche un totale di due milioni di pesetas.
Gli arrestati appartengono ad Ekin, una delle correnti
di HB-EH, peraltro legalmente registrata come
organismo politico e presentata pubblicamente un anno
fa con il programma "Indipendenza e socialismo".
Immediate e tese le proteste in quasi tutti i centri
baschi, dalle grandi città a paesi più piccoli. Ancora
una volta la sete di vendetta del governo spagnolo e
il bisogno di mostrare all'opinione pubblica spagnola
l'efficacia della linea della guerra totale e
dell'intransigenza, hanno avuto come vittime coloro
che lottano politicamente per una Euskal Herria
indipendente e socialista, coloro che si battono
pagando in prima persona per la liberazione del
proprio popolo. Ma ormai sembra chiaro l'intento di
Madrid: illegalizzare tutte le realtà del movimento
indipendentista e costringerle alla clandestinità.
Sono stati 51 i baschi arrestati, per lo più giovani,
solo durante il mese di agosto, tenuti più giorni in
carcere e poi rilasciati (46 su 51) senza che contro
di loro si potessero formulare accuse di alcun tipo,
tranne la loro militanza indipendentista che organi di
stampa e governo spagnoli non hanno esitato a
classificare come adesione appartenenza ad ETA.
La stretta repressiva dello stato spagnolo, peraltro
già in atto prima dell'estate, non si è fatta
attendere anche dal punto di vista legislativo, con
tutto il suo carico di ingiustizie e violazioni dei
diritti civili. E' di questi giorni la proposta di
promulgazione da parte dell'esecutivo spagnolo del
neo-franchista Partido Popular di una nuova serie di
leggi speciali, oltre quelle già presenti, per
combattere l'indipendentismo basco e non solo. Le
disposizioni, che rappresenterebbero un primo passo
verso la dichiarazione dello stato di emergenza,
potrebbero riportare "democraticamente" i baschi verso
il franchismo. Le disposizioni prevedono:
1)l'assimilazione di tutti gli atti di sabotaggio
urbano che non provocano vittime agli atti di
"terrorismo", assimilando l'incendio di un autobus
vuoto alla morte di una persona, 2)la proibizione di
tutte quelle manifestazioni di solidarietà con i
denunciati o condannati per "terrorismo", compresi i
funerali e le iniziative per i diritti civili, 3)non
godrebbero della legislazione dei minori tutti i
giovani a partire dai 14 anni, 4)per tutti i delitti,
anche minori, legati alla lotta politica scatterebbe
l'impossibilità anche di presentarsi alle elezioni
comunali. Tutte queste disposizioni, nelle mani di
quella'apparato poliziesco-giudiziario fortemente
nazionalista guidato più o meno direttamente
dall'esecutivo di Madrid che già oggi chiude giornali
ed incarcera e tortura innocenti, mirano chiaramente
non solo a ridurre le libertà ma ad utilizzare tutti
gli strumenti per rendere illegali, in una situazione
di scontro sociale estremo, tutti gli indipendentisti
e le loro organizzazioni politiche. Anche le forze più
moderate delle altre nazionalità presenti nello stato
spagnolo e gli autonomisti baschi hanno espresso la
propria preoccupazione.
Nel frattempo i 16 componenti la commissione esteri di
Herri Batasuna e dell'associazione Xaki hanno visto
fissarsi finalmente il proprio processo; alcuni di
loro sono in libertà sotto cauzione mentre altri
quattro sono in carcere da un anno e mezzo in attesa
di processo ed hanno dichiarato di aver subito torture
senza che i medici prendessero nota dei
maltrattamenti. La loro colpa è di far conoscere
all'estero le ragioni dell'indipendenza di Euskal
Herria, ma sono accusati di essere parte di ETA quando
invece tutti sanno che essi svolgevano una attività
assolutamente legale ed alla luce del sole.
Per maggiori informazioni potete consultare l'edizione
di oggi del quotidiano basco Gara: http://www.gara.net