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23-30/07 Marzamemi: campeggio di lotta
-----Messaggio originale-----
Da: Filoramo Giampiero <filoramo@iiv.ct.cnr.it>
A: osservatoriobrindisi@libero.it <osservatoriobrindisi@libero.it>
Data: lunedì 17 luglio 2000 13.49
Oggetto: documento di indizione campeggio
CONTRO I NUOVI LAGER DELLA FORTEZZA EUROPA PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE DI
TUTTI/E
CAMPEGGIO DI LOTTA 23-30 LUGLIO 2000 MARZAMEMI (SIRACUSA)
Come compagni\e siciliani\e riteniamo più che mai urgente riprendere quel
percorso di lotta che aveva portato un ampio e variegato movimento
antirazzista a scendere in piazza in diverse città italiane contro la legge
turco-napolitano e per la chiusura di tutti i centri per migranti.
Ma le politiche razziste del governi centro-"sinistri" vanno inquadrate,
come hanno dimostrato tutte le mobilitazioni dei mesi successivi, come uno
degli aspetti della selvaggia offensiva neoliberista che fa dell'azienda
italia il guardiano dell'europa di schengen.
In tutti questi mesi ci siamo battuti contro le biotecnologie e la
globalizzazione, contro le nuove strategie di controllo nell'adriatico e la
riorganizzazione del fianco sud della nato,
contro l'ocse e le nuove frontiere del capitalismo.
Nasce quindi l'esigenza di collegare la questione antirazzista ad un'analisi
più approfondita e collettiva che supporti metodologie di lotta in grado di
andare oltre le scadenze imposte dal potere e la teatralizzazione
massmediatica strettamente connessa ad una concezione dell'agire politico
che fa dell'immagine e non dei contenuti la sua ragione fondante.
Al tempo stesso riteniamo sia giunto il momento di concentrare tutta la
nostra attenzione laddove le contraddizioni emergono con maggiore evidenza.
E in quali luoghi sono storicamente esplose le contraddizioni sociali ed
economiche se non nei "punti di frontiera"? Oggi come sempre la sicilia
rappresenta un punto di cesura tra il nord ed il sud del mondo, tra
opulenza e miseria, tra inclusi ed esclusi, tra comunitari ed extra
comunitari. Oggi come mai luogo di illusorio benessere fomentato da false
promesse e di reale
medioevo economico e culturale, di cattedrali nel deserto e lavoro in nero:
l'espressione più delirante dell'incongruenza del modello economico
neoliberista.
Da un lato avamposto armato dell'europa di schengen e del fianco sud della
nato, soggetta alla legislazione comunitaria sia in campo economico che
sociale, dall'altro terra di sfruttamento e di predazione capitalista, di
anacronistiche forme di povertà e di agghiaccianti disparità di classe.
In un simile contesto trova un terreno fertilissimo la guerra tra poveri
funzionale al controllo delle frontiere. La nostra terra crocevia da sempre
di popoli e culture assiste ora indifferente alla blindatura delle sue
coste ed ad roghi dei "clandestini". E' l'indifferenza più che l'odio
razziale il sentimento manifestato dalla popolazione locale verso i destini
di migliaia di donne e uomini che costretti alla fame cercano di
raggiungere le nostre coste
spesso finendo reclusi nei centri di detenzione.
Indifferenza verso la sorte di chi il bombardamento massmediatico descrive
come clandestini, illegali e come tali non aventi pari dignità e diritto di
cittadinanza, spesso vittime
dello sfruttamento della borghesia italiana costretti ad inumane condizioni
di lavoro in quanto manodopera a basso costo non protetta a cui vengono
negati anchei più elementari diritti,
vittime della criminalità organizzata e per questo colpevolizzati dalle più
fasciste logiche di propaganda di cui sono strumento ignaro, specie in
campagna elettorale, per disorientare le masse e focalizzarne la rabbia
contro fatidici nemici esterni vittime del sistema capitalistico quanto i
disoccupati, i precari, i lavoratori gli studenti i pensionati e le donne
nel nostro paese.
Indifferenza che non ha nessun motivo di esistere non solo per un passato
che ci ha visto tutti emigranti, ma per un presente che specie nel
meridione ci vede immigrati o locali, regolari o in nero, tutti vittime dei
capricci della globalizzazione, soggetti al ricatto della precarizzazione e
della flessibilità.
Un'infinità di flussi migratori interni ed esterni si intersecano sottomessi
all'esigenze del mercato del lavoro, è questa l'unica logica che sottende
la legge turco-napolitano funzionale alla regolazione dei flussi migratori
in relazione alle cangianti esigenze del capitale, per un vasto fronte che
va dalla "sinistra" di governo alla confindustria il migrante può essere ora
un pericoloso clandestino da fermare e rimpatriare in un altro momento
un'importante risorsa di manodopera a basso costo e non protetta.
A questo fronte ne va contrapposto un altro, fondato sulla solidarietà di
classe che ci veda tutti uniti, regolari e clandestini, disoccupati e
precari nella lotta per il reddito e per la casa, per la salute e per tutti
i servizi contro l'Idra del capitalismo e le sue mille teste che si
chiamano berlusconi o d'alema, confindustria o cgil-cisl-uil.
Ecco perché un campeggio di lotta e discussione in sicilia, unitario per
tutte le realtà antagoniste, ma libero dalle ipocrisie di chi vede nei
c.p.t. dei luoghi non da chiudere ma da riformare e cogestire in nome di un
assistenzialismo interessato che non ci appartiene.
Un campeggio per trovare i nostri tempi e modi di confronto e riflessione,
per centrare il dibattito sull'immigrazione ed al tempo stesso per
estenderlo alle mille tematiche ad essa connesse.
Riteniamo inoltre che il campeggio debba avere il suo momento culminante in
un corteo nazionale a Trapani perché Trapani è una delle tappe obbligatorie
per chi, suo malgrado, è costretto a cercare fortuna in occidente. A
Trapani perché qui, dentro il serraino vulpitta, sono morti i nostri
fratelli uccisi dal fuoco e dall'indifferenza, in uno di quei luoghi che il
neoministro bianco
(siciliano tra l'altro) osa ancora chiamare né carceri né alberghi.
Per l'indizione del corteo Trapani ribadiamo la piattaforma già proposta da
varie realtà siciliane:
- chiudere immediatamente il serraino vulpitta assieme a tutti gli altri
lager di stato, contro ogni ipotesi di riforma o di sostituzione degli
attuali cpt con luoghi di contenzione più "soft";
- modifica sostanziale immediata della legge turco-napolitano;
- aprire le frontiere a tutti i migranti, contro ogni legge che si illuda di
poter regolare il diritto inalienabile dispostarsi liberamente che
appartiene ad ognuno. Perché siano accolte sia le vittime delle
diseguaglianze economiche prodotte dall'occidente neoliberista sia i
rifugiati politici perseguitati da regimi con cui l'occidente ed il nostro
paese fa spesso buoni affari. Per un mondo senza frontiere dove si possa
circolare liberamente;
- garantire casa, sanità, occupazione e condizioni di lavoro dignitose, al
di là della razza o del sesso di appartenenza;
- creare veramente una società multiculturale, in cui si moltiplichino spazi
di incontro e di relazione e non luoghi di contenzione;
- ribadire il nostro no alle politiche repressive e fasciste del ministro
bianco e del governo amato;
- una sanatoria immediata e definitiva per tutti i migranti presenti nel
nostro paese.
Rete Siciliana per l'Autogestione
c.s.a. Auro (Catania)
FreakNet Medialab (Catania)
s.o.a. Guernica Fabrik (Catania)
c.s.a. Metropolis (Caltagirone)
c.s.o.a. Olympia 47 (Messina)
Collettivo Barricata (Palermo)
Coordinamento antagonista studenti medi-universitari (Palermo)
Collettivo autorganizzato studentesco (Trapani)
Coordinamento per la pace (Palermo)
Federazione Anarchica Siciliana
S.In.Cobas (Catania)
Cobas (Messina)
Collettivo Pressa Rossa (Milazzo)
Centro di documentazione libertaria "Pietro Riggio" (Palermo)
Biblioteca di studi sociali "Pietro Gori" (Messina)
Coordinamento per la pace (Palermo)
Azad per la libertà del popolo curdo (Sicilia)
Cobas (Sicilia)
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