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Quarto giorno di sciopero della fame di Peppe Sini
Inviamo una dichiarazione del responsabile del "Centro di ricerca per la
pace" di Viterbo, Peppe Sini, giunto il 9 luglio al quarto giorno di
rigoroso sciopero della fame in solidarietà con i detenuti, per un
provvedimento legislativo di umanità e di giustizia.
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Ai mezzi d'informazione
Dichiarazione di Peppe Sini al quarto giorno di digiuno di solidarietà con
i detenuti, per il rispetto della legalità costituzione e dei diritti umani
in Italia, per l'abolizione dei campi di concentramento, per un
provvedimento di clemenza, di umanità e di giustizia verso chi soffre
Il Parlamento non perda tempo: si adotti subito un provvedimento di
clemenza, di umanità e di giustizia come sollecitato nuovamente anche oggi
dal pontefice cattolico.
Leggo i dati diffusi dal Televideo:
- 53.000 sono i detenuti a fronte di una capienza carceraria di 42.000
posti: una situazione evidentemente invivibile e disumana.
- Oltre i 29.000 condannati vi sono 25.000 detenuti in attesa di giudizio:
quindi 25.000 persone che ancora devono essere giudicate e che fino alla
sentenza definitiva devono essere presunte innocenti.
- 15.000 sono i tossicodipendenti: molti sono in carcere per la follia
criminale della legislazione vigente in materia; molti hanno bisogno di
assistenza e cure incompatibili col carcere.
- 13.500 sono gli extracomunitari: moltissimi di loro non hanno avuto un
processo equo, moltissimi dovrebbero essere rimessi immediatamente in
libertà.
- Dei detenuti condannati 13.950 devono scontare una pena inferiore a 2
anni, 18.000 una pena inferiore a 3 anni: ovvero si tratta di persone che
sarebbe ragionevole tornassero subito in libertà.
A questo si aggiunga:
- che occorre abolire i campi di concentramento in cui sono reclusi
immigrati del tutto innocenti;
- che occorre modificare profondamente la legislazione sulle sostanze
psicotrope, poiché essa favoreggia il potere mafioso e ha contribuito a
distruggere troppe vite umane;
- che occorre contrastare lil delirante disegno governativo che ancor più
lede i diritti umani degli immigrati;
- che occorre promuovere politiche di accoglienza, di assistenza e di
solidarietà;
- che occorre sperimentare nel modo più ampio alternative alla detenzione;
- che occorre contrastare i poteri criminali ed aiutare e liberare le loro
vittime (oggi spesso le istituzioni favoreggiano i poteri criminali, e si
accaniscono contro le vittime di violenza e di schiavitù);
- che occorre favorire la fuoriuscita dalla clandestinità di tutti coloro
che drammaticamente vi si trovano;
- che occorre promuovere la legalità e i diritti umani;
- che occorre contrapporre alla barbarie la civiltà giuridica e la
solidarietà umana.
Un provvedimento di umanità e di giustizia è assolutamente necessario e
urgente.
Sappia il Parlamento italiano ascoltare la voce della ragione e dell'umanità.
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
tel. e fax 0761/353532
Viterbo, 9 luglio 2000