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Primo giorno di sciopero della fame di Peppe Sini



Vi inviamo un comunicato del "centro di ricerca per la pace" di Viterbo del
6 luglio 2000.

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Comunicato stampa del 6 luglio 2000
del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini,
ha iniziato oggi, 6 luglio, uno sciopero della fame in solidarietà con i
detenuti per il rispetto dei diritti umani e per un necessario ed urgente
provvedimento di clemenza
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, il
pacifista Peppe Sini, ha iniziato oggi, 6 luglio, uno sciopero della fame
in solidarietà con i detenuti che richiedono interventi legislativi che
rendano meno invivibili le carceri italiane e promuovano in esse il
rispetto di fondamentali diritti umani, ed a sostegno della proposta,
formulata dal papa, di un provvedimento legislativo di clemenza.
Peppe Sini, che già lo scorso anno condusse un prolungato sciopero della
fame contro la guerra e per la legalità costituzionale (sciopero della fame
interrotto al dodicesimo giorno per il precipitare delle sue condizioni di
salute), con questa iniziativa intende esprimere la sua solidarietà a chi
soffre e denuncia ingiustizie, intende altresì esprimere sdegno e vergogna
per le violazioni dei diritti umani in Italia, intende infine sollecitare
tutte le persone di volontà buona a far sentire la loro voce affinché il
Parlamento finalmente legiferi un provvedimento di clemenza.
Il pacifista viterbese insiste altresì nel denunciare la scandalosa
illegalità e mostruosità dei campi di concentramento da due anni restaurati
in Italia, campi di concentramento in cui sono reclusi ed hanno trovato la
morte immigrati innocenti.
Si allega una dichiarazione ed una scheda informativa sul responsabile del
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532
Viterbo, 6 luglio 2000

Allegato 1. Dichiarazione del responsabile del "Centro di ricerca per la
pace" di Viterbo, Peppe Sini, al primo giorno di sciopero della fame in
solidarietà con i detenuti per la difesa dei diritti umani di tutti, ed a
sostegno della proposta di un provvedimento legislativo di clemenza
Cosa mi propongo:
- esprimere solidarietà alle persone detenute che sollecitano un intervento
legislativo in difesa dei diritti umani di tutte le persone; in Italia oggi
le persone ristrette in carcere subiscono condizioni di oppressione
particolarmente violente ed umilianti anche a causa del sovraffollamento e
delle carenze logistiche e strutturali.
- richiamare l'attenzione sulla sofferenza di esseri umani che stanno
subendo una pena che anche quando giustamente irrogata non deve essere né
una vendetta né una tortura, ma deve essere -così stabiliscono le leggi-
umana e finalizzata all'educazione ed al reinserimento sociale. Oggi in
Italia chi è detenuto subisce sovente violenze aggiuntive illecite ed
inumane, e le carceri sono quasi sempre scuole di violenza e di crimine.
- esprimere sdegno e vergogna per la violazione dei diritti umani nel
nostro paese. Si aggiunga che molte persone sono in carcere solo perché
povere, perché non hanno avuto una difesa adeguata nei processi, perché
vittime di coazioni e modelli e poteri e ideologie che li hanno indotti
alla violenza e al crimine. Occorre promuovere alternative alla detenzione,
percorsi assistiti di reinserimento sociale, interventi finalizzati non ad
aggiungere violenza a violenza, ma a ricostruire tessuti di legalità,
solidarietà, umanità.
A chi vuole riflettere con me chiedo:
- come è ammissibile che in Italia da due anni siano stati restaurati i
campi di concentramento in cui sono recluse persone che non hanno commesso
reati? Cosa si aspetta ad abolire gli infernali "centri di permanenza
temporanea"?
- come è ammissibile che le istituzioni italiane invece di aiutare e
salvare le vittime di schiavitù le opprimano ancora di più; invece di
accogliere chi vuole uscire dalla clandestinità coatta ve lo precipitano
vieppiù; invece di promuovere legalità, democrazia, diritti umani,
commettano violazioni le più atroci (basti pensare alla guerra illegale e
stragista di un anno fa)?
- come è ammissibile che ad una autorevole proposta di clemenza il governo
risponda con proposte ancor più furiosamente disumane e le forze politiche
presenti in Parlamento si perdano in ciance oscene ed orribili le quali
dimostrano che ai loro occhi un problema drammatico di vita e di morte è
meno rilevante di sciocche beghe di argomento calcistico?
Come è possibile, come è ammissibile tutto ciò?
E dunque ne provo sdegno e vergogna.
E non avendo altro modo per esprimere il mio sdegno e la mia angoscia, ed
insieme la mia povera solidarietà a chi chiede più dignità, più umanità, e
quindi più giustizia, ho intrapreso questo digiuno.
Spero che il Parlamento legiferi al più presto nel senso dal papa proposto,
adottando un provvedimento di clemenza la cui necessità ed urgenza è stata
confermata da autorevolissime personalità istituzionali.
Spero che tanti altri condividano questo mio cruccio, e l'indignazione
morale di molti induca infine il Parlamento italiano a legiferare al più
presto secondo umanità e giustizia, restituendo alla libertà le persone
ingiustamente detenute, abolendo i campi di concentramento, adottando un
provvedimento di clemenza ed iniziative di assistenza e di solidarietà per
quanti ne hanno davvero bisogno.
Credo che occorra un più intenso impegno di tutti per la legalità e la
democrazia, contro i poteri criminali e contro la violenza.
Credo che hic et nunc un provvedimento di clemenza, un atto di umanità, il
ripristino della legalità costituzionale e la promozione dei diritti umani
in Italia, siano elementi necessari di questo impegno da parte delle
istituzioni.

Allegato 2. Notizia sul responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo
Peppe Sini è il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
fin dalla fondazione negli anni settanta.
Nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson
Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano.
Ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura
e l'opera di Primo Levi.
E' membro del comitato scientifico della rete telematica pacifista
Peacelink (http://www.peacelink.it).
E' stato per molti anni apprezzato pubblico amministratore comunale e
provinciale.
Socio del Coordinamento antimafia di Palermo, si è particolarmente
impegnato contro i poteri criminali, e dagli anni ottanta svolge nell'Alto
Lazio una intensa azione di denuncia e contrasto dei poteri criminali,
dell'economia illegale, e della corruzione nella politica e nella pubblica
amministrazione.