[Diritti] La più grande rapina del secolo a danno dei più poveri va fermata



La rapina del secolo: l’aumento delle spese militari mentre il mondo muore di fame

Ogni tre secondi, un essere umano muore di fame. Ogni tre secondi, un bambino, una donna o un uomo perde la vita perché non ha accesso al cibo. Eppure, i governi delle potenze mondiali continuano ad aumentare i bilanci militari, investendo cifre astronomiche in armamenti che, invece di garantire sicurezza, alimentano instabilità e sofferenza.

Un prezzo insostenibile

Le spese militari globali hanno raggiunto livelli record. Solo i paesi del G7 – le sette economie più ricche del pianeta – spendono oltre 1.200 miliardi di dollari all’anno in spese militari. Un’enormità di risorse che, in un mondo sempre più segnato da crisi climatiche e povertà estrema, rappresenta una vera e propria rapina ai danni dell’umanità.

Eppure, basterebbe appena l’1% di queste spese per eradicare la fame estrema, quella che provoca la morte di milioni di persone e costringe intere popolazioni a migrare in cerca di sopravvivenza. Questa fame estrema è in drammatico aumento. L’ONU stima che con circa 40 miliardi di dollari all’anno si potrebbe garantire cibo e nutrizione adeguata a chi oggi non ne ha accesso. Molto meno di quello che si sta spendendo nella guerra in Ucraina. 

Un’illusione di sicurezza

Ci dicono che l’aumento delle spese militari è necessario per la sicurezza globale. Ma la vera minaccia alla sicurezza non è forse la povertà estrema, il collasso climatico, le disuguaglianze sempre più marcate?

Alimentare il mercato delle armi non ferma i conflitti: li moltiplica, li prolunga, li rende più devastanti. Come è accaduto in Ucraina. 

Eppure, anche riducendo le spese militari del 99%, i paesi del G7 continuerebbero a spendere in difesa oltre dieci volte più della Russia. Il che dimostra come la corsa agli armamenti sia più una questione di interessi economici che di reale necessità strategica.

La scelta è politica, non inevitabile

L’idea che il mondo abbia bisogno di più armi per essere sicuro è una narrazione costruita da chi trae profitto dall'aumento delle spese militari. L’industria bellica è un colosso che influenza governi e istituzioni, promuovendo un ciclo infinito di guerra e riarmo.

Ma ogni euro aggiunto alle spese militari è un euro sottratto all’istruzione, alla sanità, alla lotta contro la crisi climatica, alla giustizia sociale, alla cooperazione internazionale e alla non prorogabile eradicazione della fame nel mondo.

Un’altra strada è possibile

Di fronte a questa “rapina del secolo”, di fronte a questo aumento  delle spese militari, i cittadini del mondo hanno il diritto e il dovere di alzare la voce. Occorre esigere che i governi invertano la rotta, che l’1% delle spese militari sia immediatamente destinato alla lotta contro la fame estrema, e che la logica della guerra lasci spazio alla diplomazia e alla solidarietà internazionale con le aree del mondo schiacciate da una spaventosa povertà.

Perché nessun esercito servirà mai a proteggere un mondo in cui milioni di persone muoiono di fame. 

La più grande rapina del secolo a danno dei più poveri va fermata. Come se mondo bastasse l'iniqua distribuzione delle ricchezze nel Pianeta, adesso è entrata in campo - con effetti devastanti - la lobby politica che va a braccetto con il complesso industriale-militare. Ha coinvolto i media media e ogni giorno si parla di una sola cosa in televisione: comprare nuovi armamenti, aumentare le spese militari.

È in atto una campagna martellante a cui dobbiamo opporci con tutte le nostre forze prima che sia troppo tardi.

Stop all'aumento delle spese militari!


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