[Diritti] Magistrati abbandonano l'aula mentre parla il ministro della giustizia: lo smacco di Nordio



La parola "smacco" indica una sconfitta o un’umiliazione che lascia un senso di mortificazione. Questo termine calza a pennello per descrivere il gesto forte e simbolico dei magistrati che, ieri, hanno abbandonato l’aula con la Costituzione in mano mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlava. Un’azione che rappresenta non solo una protesta diretta contro il governo, ma anche un’accusa pubblica: secondo i magistrati, le proposte di riforma avanzate dal ministro rappresentano uno smacco alla Costituzione e ai principi fondamentali dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura.

Il motivo della protesta

Il fulcro del dissenso è la proposta di separazione delle carriere tra magistratura requirente (pubblici ministeri) e magistratura giudicante (giudici), che Nordio ha difeso come necessaria per garantire maggiore efficienza e trasparenza nel sistema giudiziario. Tuttavia, molti magistrati vedono in questa riforma un pericolo per l’equilibrio dei poteri e per l’indipendenza della magistratura, sancita dall’articolo 104 della Costituzione. Separare le carriere significherebbe, secondo i critici, creare pubblici ministeri più dipendenti dalle direttive dell'esecutivo e meno autonomi, compromettendo così il principio di imparzialità che è alla base del sistema giudiziario.

Un’azione simbolica e unitaria

L’abbandono dell’aula con la Costituzione in mano è stato un gesto di grande forza simbolica. I magistrati hanno voluto ricordare che ogni riforma della giustizia deve rispettare i valori costituzionali, opponendosi a interventi percepiti come tentativi di indebolire le garanzie democratiche. Non si tratta di un gesto isolato: in tutta Italia, le associazioni della magistratura hanno organizzato manifestazioni e assemblee per esprimere la loro contrarietà alla riforma.

La tensione con il governo

La protesta evidenzia una frattura crescente tra i magistrati e il governo, accusato di volerne limitare l'indipendenza. 

Frattura che si era manifestata nell'applicazione delle regole internazionali per la gestione dei migranti e nei vari processi che hanno visto imputati esponenti politici di spicco.

Una frattura che si è già consumata da tempo nella vicenda dell'Ilva di Taranto nella quale per decreto si è sottratta alla magistratura la possibilità di applicare le norme di sequestro senza facoltà d'uso di impianti che danneggiano gravemente la salute pubblica. 

Alessandro Marescotti a.marescotti at peacelink.org