[Diritti] L'Italia si astiene sui diritti umani in Palestina



Italia e la Palestina: l'astensione all'ONU 

Ieri, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che accoglie con favore il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) sulla situazione in Palestina. 

Il documento esige il rispetto di tale parere da parte di Israele e invita tutti gli Stati membri a cooperare per la sua attuazione, un passo importante per riaffermare i principi del diritto internazionale e dei diritti umani nella regione.

La risoluzione ha raccolto un sostegno significativo: 124 Paesi si sono espressi a favore, 14 hanno votato contro, e 43 nazioni si sono astenute. Tra queste, l'Italia. Un'astensione che solleva domande profonde sul ruolo dell'Italia nella difesa dei principi fondamentali e su quale sia la sua effettiva posizione nei confronti della questione palestinese.

Il contesto del parere della ICJ

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), organo giudiziario principale delle Nazioni Unite, ha emesso un parere consultivo che condanna le pratiche israeliane nei Territori Palestinesi Occupati, considerando l'espansione degli insediamenti illegali e la costruzione del muro di separazione come violazioni del diritto internazionale. Questo parere, sebbene non vincolante, rappresenta un riferimento cruciale per tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, un punto fermo per promuovere il rispetto del diritto internazionale.

Il significato dell'astensione italiana

L'astensione dell'Italia è politicamente e moralmente discutibile. Astenersi in una votazione su un tema così sensibile non è un atto neutrale: è un modo per evitare di prendere una posizione chiara. In questo caso, l'astensione rappresenta una mancanza di coraggio nel sostenere i principi che l'Italia afferma costantemente di difendere a livello internazionale: il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani.

Alessandro Marescotti 

Presidente PeaceLink

a.marescotti at peacelink.org