[Diritti] L'ONU aveva sollevato preoccupazioni per minacce e violenze nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti umani in Ucraina. La guerra ha fatto risalire la popolarità di Zelensky



Zelensky si presenta al popolo come un leader che cerca anche la pacificazione: nel suo discorso inaugurale ha usato un misto di russo e ucraino per chiedere l’unità nazionale.

La sua popolarità però cala abbastanza rapidamente: a dicembre 2020 solo il 30% della popolazione lo sostiene per via dell’indecisione nell’affrontare la corruzione e per l’incapacità sostanziale di porre termine al conflitto intestino, nonostante alcuni provvedimenti liberticidi, come la chiusura di tre canali televisivi filorussi dell’oligarca Viktor Medvedchuk – personaggio vicino al presidente Vladimir Putin – a febbraio 2021.

Sempre a tal proposito, un rapporto delle Nazioni Unite afferma che “di particolare preoccupazione è la mancanza di responsabilità per minacce e violenze nei confronti di difensori dei diritti umani, operatori dei media e individui che esprimono opinioni online o tentano di partecipare all’elaborazione delle politiche. L’Ohchr ha documentato 29 incidenti contro giornalisti, professionisti dei media, blogger e individui che esprimevano opinioni critiche nei confronti del governo o delle narrazioni tradizionali. Nel 2020-2021, sono stati presi di mira giornalisti investigativi e operatori dei media che si occupavano di argomenti politici come la corruzione e l’attuazione delle restrizioni del Covid-19”.

A far crollare la popolarità di Zelensky in quel periodo ha concorso anche uno scandalo legato ai Pandora Papers in cui è emerso che il leader ucraino possedeva un piccolo “tesoro” in conti bancari offshore, creando imbarazzo nelle presidenza che, pochi mesi prima – a novembre 2021 – aveva promulgato leggi finalizzate a esautorare il potere degli oligarchi ucraini. A quel punto, agli occhi della popolazione, Volodymyr Zelensky è apparso come un qualsiasi altro magnate corrotto ucraino.

Questa situazione è radicalmente cambiata con l’invasione russa cominciata il 24 febbraio 2022. Il leader di Kiev ha saputo costruirsi da subito un’immagine di “presidente al fronte” tanto che già a marzo 2022 il suo consenso era risalito all’80%.

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