[Diritti] Sono partiti da Odessa gli attacchi alla Crimea. L'Ucraina avrebbe usato i corridoi del grano "per operazioni di combattimento"
- Subject: [Diritti] Sono partiti da Odessa gli attacchi alla Crimea. L'Ucraina avrebbe usato i corridoi del grano "per operazioni di combattimento"
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Wed, 2 Nov 2022 18:19:11 +0100
Sebbene l’Ucraina non abbia rivendicato l’offensiva contro imbarcazioni civili e militari nelle acque interne e immediatamente esterne alla base della Flotta russa del Mar Nero, l’analisi della memoria interna dei sistemi di navigazione di produzione canadese montati sui droni marittimi intercettati rivela l’origine dell’attacco: la costa di Odessa. La traiettoria dei barchini a pilotaggio remoto avrebbe interessato anche le acque formalmente demilitarizzate del corridoio. Di qui la prima istantanea decisione moscovita di bloccare l’export delle vitali derrate alimentari.
La Russia accetta di tornare sui suoi passi, ma a patto che l’Ucraina garantisca che «non utilizzerà il corridoio del grano per operazioni di combattimento». D’altronde, comunque vada, poco cambia per il Cremlino: l’accordo è in scadenza il 19 novembre 2022. Qualora Kiev non rispettasse le clausole securitarie insite nell’accordo di Istanbul, Mosca semplicemente non lo rinnoverebbe. Agli occhi dei paesi più esposti sotto il profilo alimentare, la colpa ricadrebbe su Kiev e sui governi occidentali che supportano o orchestrano gli attacchi navali attraverso lo spazio riservato al transito sicuro delle navi mercantili. Come nel caso del Regno Unito, accusato apertamente dalla Russia di essere compartecipe dell’«attentato» a Sebastopoli, la cui ambasciatrice a Mosca Deborah Bronnert sarà presto convocata dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov a rispondere del coinvolgimento di «specialisti britannici».
Non è un caso che lo stesso presidente della Federazione Russa Vladimir Putin abbia di recente denunciato lo sbilanciamento “predatorio” in favore dell’Occidente sulla questione alimentare. Dopo la firma dell’accordo di Istanbul, su 455 navi che hanno lasciato i porti ucraini cariche di preziosa granaglia (9,3 milioni di tonnellate), ben 350 si sono dirette verso i paesi occidentali (6,1 milioni di tonnellate, 66% del totale); solo 11 imbarcazioni (0,36 milioni di tonnellate, 4%) si sono recate verso le nazioni africane, sebbene queste fossero indicate come destinazione prioritaria per la stipula dell’accordo.
Queste sono le informazioni pubblicate da Limes e che continuano su