[Diritti] Il disastro che si temeva è avvenuto: 75 migranti sono annegati. Si erano persi i contatti, era scattata una mobilitazione degli aderenti alle «Veglie contro le morti in mare»



Nel mare davanti alla Libia si è consumata l’ennesima strage di migranti. Poco fa ne ha dato notizia l’Oim, l’Organizzazione per le migrazioni delle Nazioni Unite, secondo cui mercoledì scorso una barca con una novantina di persone a bordo ha fatto naufragio al largo di Zuwara, Libia occidentale, provocando «almeno 75 vittime». L’Oim dice di avere raccolto le testimonianze di alcuni dei 15 sopravvissuti, recuperati da alcuni pescatori libici e sbarcati proprio a Zuwara.

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Oggi PeaceLink aveva lanciato nella mailing list dirittiglobali un messaggio drammatico, temendo il peggio.

Questo l’allarme lanciato da Alarmphone: "75 lives at risk ~50 miles off #Lampedusa. Our hotline was alarmed about a boat in distress with ~75 people on board. They are moving only slowly and have to face strong winds. We alerted authorities already one day ago, but so far no rescue has arrived. #DontLetThemDrown"

Gli aderenti alle «Veglie contro le morti in mare» si erano subito mobilitati e avevano raggiunto piazze e prefetture per chiedere che i 75 migranti venissero immediatamente soccorsi, come stabiliscono i princìpi della convivenza umana e le leggi internazionali: a Genova, Bergamo, Milano, Napoli, Cosenza, Palermo, Trieste, Roma e Madrid.

Ma quello che si temeva è accaduto.