[Diritti] Muore in carcere in India il gesuita Stan Swamy, paladino dei popoli originari oppressi. Non era mai stato processato



La morte di un anziano gesuita noto per la sua battaglia in difesa dei diritti degli adivasi,  i “popoli originari” dell’India, e degli oppressi ha suscitato sgomento in India, dove la sua comunità e molti difensori dei diritti umani parlano di un “omicidio istituzionale”. Padre Stanislaus Lourduswamy, noto come Stan Swamy, aveva compiuto 84 anni in carcere. Era stato arrestato l’8 ottobre 2020 da agenti della National investigation agency (la polizia federale indiana), che lo avevano prelevato in un raid notturno dal suo alloggio nella comunità chiamata Bagaicha che lui stesso aveva fondato vicino a Ranchi, nello stato Nord-occidentale del Jharkhand. Accusato di attentare alla sicurezza dello Stato, era stato tradotto in un carcere di massima sicurezza a Mumbai.

L’anziano gesuita non è mai stato processato e molti sono convinti che le accuse nei suoi confronti non avrebbero retto davanti a un giudice, soprattutto dopo che le “prove incriminanti” erano risultate false. Ma una legge antiterrorismo duramente contestata (“Unlawful acts prevention act”) ha permesso alle autorità di prolungare all’infinito la detenzione preventiva.

Fonte: Altreconomia