[Diritti] Fwd: La grancassa della propaganda razzista che si lega con omertà e connivenze con mafie e non solo …
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- From: Alessio Di Florio <lalocomotivajoe at gmail.com>
- Date: Sun, 11 Feb 2018 09:45:53 +0100
La grancassa della propaganda razzista che si lega con omertà e connivenze con mafie e non solo …
A fine gennaio una
“passeggiata” neofascista nel quartiere Primavalle a Roma poneva all’indice i
migranti e le persone indigenti che vivono nel quartiere come “colpevoli” di
ogni degrado e criminalità. Dopo il femminicidio di Pamela a Macerata, e l’atto
terroristico neofascista, in poche ore la propaganda xenofoba e razzista ha
puntato indice e tutte le altre 19 dita contro i migranti (e chi con loro è
solidale) accusandoli indistintamente di essere colpevoli di spaccio di droga,
mafia, insicurezza, criminalità e degrado. Arrivando anche ad affermare che è
la presenza dei migranti ad aver scatenato l’atto criminale. Gli unici da
condannare sono gli africani presenti in Italia. Ad oggi la dinamica non è
ancora definita ma la colpa è dei migranti, senza se e senza ma. Emergesse
altro sbaglierebbero la realtà e gli inquirenti. Eh si, perché in realtà c’è un
altro passaggio delle ultime ore di Pamela che esiste: nelle ore precedenti il
suo assassinio c’è chi l’ha pagata per avere un rapporto sessuale. Diventato
protagonista anche di un’intervista nel quale il giornalista racconta il suo
strazio e il suo dolore …
IL RECORD DEL TURISMO SESSUALE E DELLE VIOLENZE … DOMESTICHE
Avete sentito mezza
parola di condanna? Avete visto una mezza unghia puntata? Qualcuno si è posto
qualche domanda? Nossignori! Ma se indigna (e deve indignare) a stupire non
stupisce più. Perché la Nazione teatro da anni e anni di propaganda xenofobe
contro i clandestini che “ci vengono a rubare e stuprare le donne” ( e già
questa è un’affermazione ripugnante e nauseante perché una donna è una persona
dotata di intelligenza, dignità, rispetto, autodeterminazione … e mai, mai e
poi mai deve essere considerata proprietà di un altro … se un uomo pensa che la
fidanzata/moglie/convivente/am
SILENZI E CONNIVENZE TRA MASSOMAFIE E FASCIOMAFIA
Silenzio su silenzio.
Quello che troppo spesso copre di tutto e di più. Il nemico è il migrante, il
nemico è chi calpesta da clandestino il “sacro suolo della Patria”. Sono
colpevoli di tutto, basta spazzare via loro è spazzare via mafie, degrado,
spaccio, sfruttamento della prostituzione, schiavismo. Buttiamoli fuori e
l’Italia sarà sana. Questo il mantra xenofobo dei neofascisti. Ma la realtà è
un’altra ovviamente. E la loro propaganda, i loro silenzi, il loro deviare a
tutti i costi l’attenzione sul “nemico della Patria” non fa altro che costruire
omertà, connivenze, complicità, difendere mafie e violenti, sfruttatori e
oppressori, criminali di ogni risma. Perché, basta attraversare piazze e
strade, chi si scaglia contro il “nemico della Patria”, chi individua l’unico
“colpevole di tutto” nel migrante è lo stesso che china il capo davanti a
potenti e potentati di ogni dimensione, che si adatta ad ogni sistema, è colui
che col cappello in mano alimenta clientelismo e favoritismi, malaffare e
malapolitica. E’ colui che gira la testa dall’altro lato davanti alle Suburra
delle nostre periferie, che non andrà mai in difesa del debole che viene
quotidianamente oppresso, è quello che non denuncia neanche chi avvelena lui e
i suoi figli. E’ quello che, basta che sia dei nostri e che gli faccia cadere
qualche briciola, la grande massomafia, quella dei colletti bianchi e dei
feudatari criminali, la accetta (http://www.qcodemag.it/2017/1
E da qui non si può non
far scaturire un’altra considerazione. Perché dagli assassini di Fausto e Iaio
a Mafia Capitale c’è un fil noir comune: la presenza di neofascisti in
organizzazioni criminali e mafiose. La grancassa della propaganda anche a Roma
alla fine, con violenza e arroganza, con menzogne e silenzi interessati, alla
fine – anche in questo caso – ha portato avanti il meccanismo già descritto. La
colpa è degli immigrati, dei clandestini, dei “negri”. Ma la cupola era, come
la definì la Procura inquirente, si nera. Ma nera politicamente. Quella di Roma
è una, parole testuali degli inquirenti, una “fasciomafia”. Era la cupola che
gravitava intorno all’ex NAR Carminati, era quella difesa da una incredibile campagna
innocentista di un quotidiano di quell’area politica. Mentre un altro ha visto
addirittura suoi redattori addirittura coinvolti nella stessa inchiesta. E’ il
processo che ha visto protagonista, in aula tra il pubblico e sui social, come
difensore di Carminati, autore di insulti e diffamazioni contro Lirio Abbate,
L’Espresso e tutti i giornalisti che hanno denunciato “Mafia Capitale” il
leader di Militia Maurizio Boccacci (http://www.cinquantamila.it/s
Stiamo parlando della
stessa città, tanto per fare un esempio, dell’assassinio del “cassiere di
Mokbel” le cui indagini hanno interessato fette della galassia neofascista
romana e non solo (http://popoffquotidiano.it/20
Ma tutto questo non
dice nulla di nuovo sotto il sole tricolore. Tra i primi a scagliarsi contro i
“clandestini della mafia nigeriana”, a schierarsi con Traini fino ad arrivare
ad affermare che pagherà le spese legali c’è un’organizzazione neofascista a
cui non solo lui era legata. Ma il cui fondatore è stato condannato (ma non ha
mai scontato un giorno di carcere perché per anni si rifugiò all’estero) per
banda armata e associazione sovversiva. Di cui lui è stato il capo e che ha
forgiato una generazione di stragisti, assassini, rapinatori, sequestratori.
Grancassa della
propaganda xenofoba ma se si toccano gli interessi petroliferi e della grande
industria nazionale le inchieste su corruzione e crimini diventano colpe dei
giudici antipatrioti. Grancassa della propaganda ma i cambiamenti climatici,
frutto di lucro e ingrassamento di multinazionali dell’energia e non solo,
causa di devastazioni e crimini orrendi nel Sud del Mondo, diventano “il caldo
con cui vogliono costringerci a sopportare altri immigrati clandestini”. E alla
fine il colpevole diventa innocente e il nemico è sempre lo stesso. Grancassa
che si spegne, tanto per fare gli ultimi esempi, davanti alle inchieste di
questi giorni su gravissimi reati che coinvolgono persino organi dello Stato (http://espresso.repubblica.it
LE VIOLENZE DEI NEOFASCISTI E LA DISUMANITA’ DEI LAGER LIBICI (PAGATI ANCHE DALL’ITALIA)
Gli immigrati tout
court sono colpevoli di reati, violenze, degrado, mafie. La pura civiltà
occidentale è minacciata dai pervertiti depravati gay, lesbiche, trans, dal
gender che minaccia la famiglia e i nostri bambini. Ma, dopo decenni di stragi
neofasciste contro la democrazia e che ha colpito vari luoghi dello Stivale,
anche negli ultimi anni l’elenco di attentati, agguati, violenze dei
neofascisti è sterminato. Solo tra il 2014 e quest’anno ne sono stati mappati
almeno 133 (https://www.google.com/maps/d
Mentre le grancasse
della propaganda razzista vanno a più non posso queste alcune delle realtà
libiche. Nel dicembre 2016 una missione Onu in Libia accertò che la maggior
parte dei 34 centri di detenzione (finanziati e sostenuti anche dall’Italia,
così come la locale “guardia costiera”) presenti sono veri e propri lager. E
dove i trafficanti agiscono liberamente con la complicità di funzionari e
polizia libica. Alcune donne, prima di entrare in Libia, davanti all’altissimo
rischio di stupri assumono enormi dosi di anticoncezionali. Cercano così di
evitare gravidanze ma si procurano danni irreversibili all’organismo. Dopo aver
visitato alcuni di questi centri il commissario Onu per i rifugiati Filippo
Grandi non nascose di essere rientrato a dir poco scioccato per quel che aveva
riscontrato. Un’inchiesta della giornalista internazionale Nancy Porsia del
febbraio dell’anno scorso ha evidenziato la figura chiave nel traffico di
esseri umani del capo della guardia costiera a Zawiya: Abdurahman Al Milad Aka
Bija.
Al Bija è accusato di avere legami con le milizie di Tripoli che portano i migranti dal Sahara alla costa, prima che siano imbarcati verso l’Italia. Accuse ribadite due mesi dopo anche dall’Oim. Il porto della città è lo snodo centrale di tutta la costa occidentale libica per i traffici di esseri umani e di petrolio.
Mentre le forze militari europee schierate in mare, denuncia la Porsia, “stanno chiudendo un occhio”, solo il traffico di carburanti vale 10 milioni di euro. E “negli ultimi due anni le milizie hanno infiltrato l’amministrazione della raffineria qui, e anche della guardia costiera”. Denunce simili, sempre a febbraio, furono sollevate da un reportage de l’Espresso in collaborazione con l’Unicef. “Ci sono guardie costiere che recuperano i migranti in mare e li vendono alle milizie che li trasportano nelle prigioni illegali. I migranti sono i bancomat di questo Paese. L’Europa vede, ne è consapevole, eppure ha preferito spostare il problema sulle nostre spalle anziché farsene carico. Preferisce non vedere i morti”, leggiamo nel reportage in cui viene riportata anche la denuncia di un poliziotto locale sulla brigata Sharikan, una delle più potenti a Tripoli: “fingono di arrestare i migranti clandestini e li tengono nei loro centri, senza cibo e senza acqua, prendono loro i soldi, li sfruttano, abusano delle donne e poi li trasportano nella zona di Garabulli per farli partire con i gommoni, con la complicità di parte della guardia costiera”.
Si potrebbe continuare
ancora per pagine e pagine. Questo è il quadro. E allora non si può non
ribadire, è doveroso farlo, la posizione espressa nell’agosto 2013 http://www.ritaatria.it/Home/t
Alessio Di Florio
Associazione Antimafie Rita Atria
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