[Diritti] In cerca di emancipazione e libertà







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 In cerca di emancipazione e libertà
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Ovunque si rivolga lo sguardo si vedono popoli inquieti. Ovunque si odono i sussulti di popoli anelanti libertà. Ma, trovandosi di fronte null'altro che cattive guide, non ascoltando altro se non le parole di cattivi maestri, questi popoli cercano emancipazione ed indipendenza nella separazione da altri popoli. Quanto di più inutile e sbagliato! Questi popoli non sanno (e come potrebbero, la realtà delle cose venendo oscurata così metodicamente?) che quella libertà che essi cercano, che desiderano, spesso fino a mettere a rischio le loro stesse vite, non viene loro tolta semplicisticamente da governi a loro disinteressati e da loro distanti bensì da sistemi statali che son rimasti tali e quali erano durante le tirannidi, gli osannati "padri della democrazia" non avendo mai fatto quel passo riformatore che invece avrebbero dovuto.

Quando un popolo sceglie di passare da una tirannide alla democrazia non è il solo potere legislativo a dover tornare nelle sue mani allo scadere di un mandato temporaneo bensì ogni potere dello Stato. Tutti i poteri pubblici devono tornare al popolo dopo un determinato periodo di tempo. In caso contrario, come avviene tutt'ora in ogni sedicente Paese democratico, il potere legislativo, pur sottoposto alla regola del pro tempore, non potrà, protetto dagli altri poteri rimasti tiranni (perché assegnati a vita), redigere leggi che fanno i reali interessi del popolo, bensì imporrà o vieterà ogni comportamento voluto o non voluto dalle varie cricche, lobby e mafie che si saranno imposte. Prima fra tutte la cricca, lobby e mafia degli assunti a vita nei pubblici impieghi/poteri dello Stato, i cosidetti burocrati, i carrieristi pubblici.

Il passaggio da una tirannide alla democrazia sta tutta nella cessione della proprietà dello Stato dal tiranno e suoi accoliti al popolo. E' questo passaggio di proprietà a creare la Repubblica, concetto più comprensibile nella sua espressione originale: Res Publica, proprietà collettiva, comproprietà, comune, pubblica. I carrieristi pubblici, sovrani del potere educativo, hanno impedito una comprensione genuina, veritiera, delle cose. Insegnanti, professori, ricercatori hanno confinato la cultura all'interno di un dotto quanto fraudolento metodo storico: l'hanno cioè ancorata ai concetti del passato, mai facendo evolvere e raffinando la sostanza delle parole.

Quel che i popoli abbisognano, pur non essendone affatto consapevoli, è la democratizzazione di ogni impiego pubblico, di ogni potere dello Stato. I sistemi del Pubblico Impiego dei vari Paesi della Terra devono sottomettersi alla democratica regola del mandato pro tempore: dell'assunzione a tempo determinato. Nessuno più deve permettersi nemmeno di pensare di potersi impossessare a vita di un pubblico impiego. Trattasi non di un lavoro, di una risorsa qualsiasi, bensì di parte di quella Res Publica che i padri della democrazia, i quali hanno combattuto a sangue per liberare i loro Paesi dai tiranni, hanno coraggiosamente conquistato, non riuscendo però poi a capirla a sufficienza e quindi ad affermare la fondamentale norma della periodica restituzione al popolo di ogni ruolo, potere, impiego, reddito pubblico. Lì si fermò il progresso.

Ed il progresso oggi deve e può finalmente ripartire. I popoli non si fermeranno nella loro lotta, inquietitudini e sussulti non potranno che aumentare. Se tali legittimi moti verso emancipazione e libertà non troveranno la via giusta non potranno che percorrersi vie sbagliate a danno di tutti, perfino di ogni cricca, lobby e mafia. Perché giunti ad un certo punto non ci si potrà più fermare e le uniche idee che trionferanno saranno separazione, sfascio, rovina. Senza più speranza di una soluzione a breve.

Chi è in grado di capire non perda allora altro tempo. Settant'anni di prolungata tirannide statale, pubblica, devono bastare. Non ci separiamo più gli uni dagli altri ma affermiamo e reclamiamo il periodico licenziamento di ogni assunto nel Pubblico Impiego. Se possono essere licenziati Parlamentari e Presidenti perché non dovrebbero esserlo gli altri dipendenti pubblici? E' irregolare, insano, che il Potere Legislativo sia assegnato a tempo determinato ed il Potere Amministrativo e Giudiziario, quindi il Potere Educativo, il Potere Ecologico, il Potere Informativo, il Potere Fiscale, il Potere Militare e d'Ordine Pubblico, il Potere Sanitario, non lo siano.

I singoli Stati europei e lo stesso Stato dell'Unione chinino il capo di fronte alla democratica regola del mandato pro tempore: ogni assunto a vita nei pubblici impieghi restituisca al popolo ciò che al popolo appartiene. Si aprano ovunque Banche del Pubblico Impiego, nazionali ed Europea, dove ogni cittadino, quando lo vorrà, potrà iscriversi dichiarando le proprie competenze, esperienze, velleità ed attendere il suo turno per servire lo Stato ed esprimere se stesso. Quando tutti i poteri dello Stato saranno democratici, il Potere Legislativo non sarà più distaccato, ignaro, indifferente ai problemi del popolo e della nazione e potrà compiere bene il suo dovere.

Viva la Democrazia!
Viva la Repubblica!


Danilo D'Antonio
Monti della Laga

Civilmente, legalmente, pacificamente,
rendiamo democratico l'intero Pianeta!

Stato Democratico: aperto e partecipato
http://Banca-del-Pubblico-Impiego.tk

Un singolo indicatore di democrazia
http://hyperlinker.tk/ars/singolo_indicatore.htm