L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 45964 utenti – Zurigo, 6 ottobre 2016 |
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Zio Paperone e il ponte di Messina (da Topolino 1401 © Walt Disney) Un ponte costituzionale verso il nulla. Questo è la riforma Renzi secondo il Financial Times - «Matteo Renzi's reforms are a constitutional bridge to nowhere». - Tony Barber (vai al link) |
Al Palazzo di Vetro Il socialista portoghese Guterres verso l'elezione Oggi l'elezione del nuovo Segretario dell'Onu L'ex premier socialista portoghese ed ex presidente dell'Internazionale Socialista, Antonio Guterres, dovrebbe essere eletto oggi Segretario generale delle Nazioni Unite. L'indicazione è venuta dal voto informale tenutosi ieri al Consiglio di Sicurezza, dove l’ex premier portoghese ha ricevuto tredici voti favorevoli e nessuno contrario. In assenza di veti sul suo nome, il Consiglio sembra in procinto di proporre la sua elezione all’Assemblea Generale. Guterres conosce bene la struttura dell'ONU avendo ricoperto il ruolo di Alto commissario per i rifugiati.
Antonio Guterres La focalizzazione umanitaria sui rifugiati rappresenta un tratto di continuità nel passaggio delle consegne tra Guterres e il Segretario generale uscente, Ban Ki-Moon. Il quale, giunto a conclusione del suo mandato, ha voluto esprime parole di grande elogio per l'Italia: «Apprezzo i coraggiosi sforzi compiuti da molti uomini e donne italiane nei soccorsi, ed elogio il governo per avere dedicato le sue risorse a salvare vite in mare», ha detto Ban Ki-Moon: «L’Italia ha dimostrato anche compassione per chi arriva. Il vostro Paese sta sopportando un pesante onere in Europa, visto l’ampio numero di rifugiati e migranti ricevuto, e ciò ha avuto un impatto significativo sulla società italiana».
In tema migranti il sito web dell'Avanti! riferisce che in due giorni quasi 11.000 i migranti sono stati tratti in salvo nel corso di 72 distinte operazioni coordinate dalla Centrale operativa della Guardia costiera (4655 solo martedì, cui si aggiungono i circa 6000 del giorno precedente). E sulla nave “Dattilo” della Guardia Costiera, giunta stamane a Catania, con oltre mille migranti a bordo, sono venuti alla luce tre neonati. I soccorritori hanno anche recuperato ventotto cadaveri tra la giornata di ieri e la scorsa notte nel corso di 33 operazioni. |
Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà. |
Il GRUPPO DI VOLPEDO rete dei circoli socialisti e libertari del nord ovest d’Italia invita tutti i socialisti ovunque essi siano al NONO FORUM DEI CIRCOLI SOCIALISTI VOLPEDO, Piazza Quarto Stato, Domenica, 9/10/2016 09,30 La Germania e l’Europa Marco BRUNAZZI, Istituto Salvemini, Torino Gian Enrico RUSCONI, Professore Emerito UniTo Valerio CASTRONOVO, Presidente Istituto Salvemini, Torino Moderatore Andrea ERMANO, L’Avvenire dei lavoratori
12,45 La Fiumana 2016 - 13,00 Pranzo 15,00 Dal Referendum alla Consulta passando per Volpedo Felice BESOSTRI, Presidente Gruppo di Volpedo Carla NESPOLO, Vice-Presidente nazionale A.N.P.I. Bobo CRAXI, Presidente Comitato Socialista per il NO 18.00 Conclusioni GianLuca CHIESA, Portavoce Gruppo di Volpedo Evento in streaming > > > Vai al link Per chi domenica 9 ottobre non potesse essere presente, l'evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina facebook del Gruppo di Volpedo socialisti per il No - https://www.facebook.com/socialistixilno/?fref=ts |
SPIGOLATURE Due immagini Siamo rimasti allibiti davanti alla foto dei bambini di Aleppo che si tuffavano nella pozza limacciosa provocata da una bomba. Non meno sconvolgente il filo spinato che nell'est europeo sbarra il cammino ai migranti. di Renzo Balmelli
BUROCRATI. Nell'era della comunicazione virale, l'accostamento tra due immagini diffuse in Internet e viste da migliaia di utenti a volte vale più di mille parole. Siamo rimasti colpiti davanti alla foto dei bambini di Aleppo che si tuffavano in una pozza d'acqua limacciosa ricavata nel cratere di una bomba. Quel tenero gioco ai bordi di una improbabile piscina era per loro un momentaneo antidoto alle brutalità quotidiane cui li condanna la follia umana. Non meno sconvolgente è il filo spinato che nell'est europeo, dimentico di quando a sua volta era prigioniero di un sistema liberticida, sbarra il cammino ai migranti. Sono entrambe testimonianze del nostro tempo in cui il cuore tace e si è perso il senso della ragione. Il futuro per quei piccoli è già stato cancellato, ha detto Dacia Maraini. E per il dolente corteo dei profughi il cammino della speranza che si infrange davanti allo sguardo impassibile dei burocrati. PIFFERO. Venne per suonare e fu suonato. Chissà se il premier ungherese Orbán conosce il detto popolare dei pifferai decisi a fare valere le proprie ragioni e che rimasero scornati. La stessa sorte è toccata a lui, convinto di vincere il referendum che doveva condannare le quote sui rifugiati. Invece, sbagliando bersaglio, ha fatto la figura del piffero. Voleva dare uno schiaffo a Bruxelles, ma i suoi connazionali e non i "cattivi" europei glielo hanno restituito. Ora si tratta di analizzare le ricadute di una sconfitta che in se è una buona notizia, ma che però è maturata in virtù del troppo assenteismo piuttosto che per intima convinzione. Il mancato quorum può infatti significare due cose. Una, quella positiva, che nella patria dei saggi ragazzi della via Pal non è ancora calato il sipario. L'altra, negativa, che Budapest non terrà conto del risultato e andrà avanti col suo giro di vite. La questione magiara resterà quindi ancora inquietante per l'UE e per giunta resa ancor più grave dalla smania di rivincita dei perdenti di oggi. SFIDA. Al di là dei guai di Orbán, finito al tappeto per l'eccessiva sicumera, il verdetto delle urne ungheresi riporta al centro del dibattito una delle sfide maggiori portate all'ideale comunitario sul quale già pesa la gravosa ipoteca del recente Brexit. La sfida della destra radicale. In effetti, nonostante la battuta d'arresto incassata in Ungheria, non sarà certo la galassia nazional-populista, che sperava e spera ancora nell'effetto domino, a fare marcia indietro. In Francia non si può escludere che Marine Le Pen diventi presidente. L'Austria è pericolosamente in bilico. In Italia risuonano le intemperanze leghiste e in alcune parti del continente si segnalano pulsioni da anticamera del fascismo. Se per delirio d'ipotesi negli USA vincesse Trump, per l'Europa sarebbe una tragedia. Per sventarla il Vecchio Continente dovrà chiamare alla mobilitazione le sue forze migliori, liberali e di sinistra, onde costruire, in antitesi all'oscurantismo, un UE di accoglienza, diritto e giustizia. APATIA. Fino a ieri si sprecavano gli elogi per la fine del conflitto tra la Colombia e i guerriglieri delle FARC dopo oltre mezzo secolo di lotta armata. Purtroppo è andato tutto storto. Il sorprendente "no" dei colombiani che ha fatto fallire il referendum ha avuto l'effetto di una doccia gelata per le speranze di pace. Il rifiuto riporta infatti il destino del martoriato Paese alla casella di partenza. Ma forse era troppo pretendere di cancellare mezzo secolo di orrori da un giorno all'altro. I sorrisi e le strette di mano tra gli ex nemici non sono bastati a esorcizzare il ricordo ancora fresco di una storia fatta di morti, paura, rapimenti, sospetti, veleni, cartelli della droga e vecchi rancori. Sebbene tutte le parti in causa assicurino che il processo di pacificazione comunque non si ferma, in realtà nessuno ha vinto nello Stato dell'America meridionale. Nessuno tranne l'apatia della popolazione sfociata anche qui, come in Ungheria, nel forte astensionismo. Che però, in questo caso, non è una buona notizia. POTERE. A quattrocento anni dalla morte e al netto delle speculazioni su chi fosse realmente, William Shakespeare non solo continua a infiammare accademici e studiosi, ma conserva la sua aura di genio universale che aveva previsto tutto. Tale convincimento è così diffuso da indurre il Washington Post a chiedersi cosa avrebbe detto il bardo di Stratford-upon-Avon in merito al duello Clinton-Trump. In questo contesto si citano i discorsi di Bruto e di Marco Antonio nel Giulio Cesare: il primo razionale, il secondo emozionale. La qualcosa porta la testata che smascherò i misfatti di Nixon nello scandalo del Watergate a domandarsi se "il popolo americano sia tentato dal populismo a causa del fallimento della politica". Lo sapremo quando parleranno le urne. La lotta per il potere, sosteneva Shakespeare, si consuma facendo fuori gli altri, il che conferisce una nota davvero intrigante all'originale chiave di lettura del quotidiano a un mese dall'infiammato rush finale per la Casa Bianca. |
LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it Diritto di sciopero sotto pressione in Europa Fausto Durante, responsabile delle Politiche europee e internazionali Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1: "Nuovi casi in Francia, Gran Bretagna, Spagna e Finlandia. È in corso un tentativo di limitare la capacità di iniziativa e di mobilitazione" “In Francia si processano i sindacalisti. In Spagna si chiedono otto anni e mezzo di carcere per chi partecipa a una manifestazione nell'ambito di uno sciopero legittimamente convocato. In Gran Bretagna si riscrive il codice del lavoro e si mettono limitazioni fortissime al diritto di sciopero. Persino in Finlandia si riduce il welfare. In tutta Europa è in corso un tentativo di limitare la capacità di iniziativa e di azione del movimento sindacale e questo attacco trova nel diritto di sciopero il primo grande obiettivo”. A dirlo è Fausto Durante, responsabile delle Politiche europee e internazionali della Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1. In particolare in Francia, osserva Durante, “c'è una clima generale molto pesante. La Cgt, il principale sindacato e, probabilmente, la forza sociale di maggiore spessore nell'opposizione alle politiche del governo Hollande, giustamente sta protestando”. Un po' nel silenzio generale il 27 settembre c'è stata una giornata di mobilitazione della confederazione transalpina: nella periferia di Parigi, davanti alla sede del Tribunale, un raduno di militanti e sostenitori ha assistito a un'udienza che riguardava una quindicina di sindacalisti accusati dalla Air France di violenze, minacce e comportamenti offensivi. Nei prossimi giorni ci saranno udienze analoghe che riguardano otto dipendenti della Good Year licenziati ingiustamente secondo la Cgt, tutti iscritti al sindacato. E in sequenza si apriranno altri processi per casi simili accaduti a Électricité de France e alla Société Nationale des Chemins de fer Français,, le ferrovie francesi. “È la conseguenza – osserva Durante – della partecipazione a picchetti sindacali, scioperi e mobilitazioni. La Cgt sta organizzando nuove proteste per tenere alta l'attenzione di un processo che definisce di 'vera e propria criminalizzazione' delle attività sindacali”. Quanto all'Italia, “per fortuna – osserva l'esponente della Cgil – non conosciamo questi eccessi giustizialisti e un po' forcaioli. Anche se, pure nel nostro paese si sono usate espressioni di dileggio e di scherno nei confronti del sindacato, salvo poi rendersi conto che, quando si tratta di affrontare i temi che stanno a cuore alle persone in carne e ossa, la mediazione è assolutamente indispensabile”. Lascia qualche speranza il caso della Grecia. “Deve essere riconsiderato perché può essere un esempio positivo, Il fatto che il governo Tsipras sia riuscito a ristabilire un canale di confronto con le due principali confederazioni greche è sicuramente una buona notizia che supera il mancato confronto degli ultimi anni”. |
Da Avanti! online www.avantionline.it/ Theresa May vuole le liste dei lavoratori stranieri Il premier britannico Theresa May ha fatto sapere di volere un accordo per operare in “piena libertà nel mercato unico”. Libertà che significa poter fare un giro di vite sui lavoratori stranieri che lavorano in Gran Bretagna. La ministra dell’Interno britannica, Amber Rudd, ha infatti annunciato che l’esecutivo intende chiedere alle imprese di rivelare il numero dei dipendenti stranieri per favorire l’assunzione dei cittadini inglesi. Insomma Londra alza la posta nella trattativa per la Brexit dopo il referendum del 23 giugno. di Edoardo Gianelli “Non chiamatemi razzista” si è difesa Rudd che intende “stanare” quelle società che abusano delle regole esistenti e “spingerle a comportarsi meglio”. I primi a criticare l’idea sono stati gli imprenditori mentre, riferisce la Bbc, almeno un deputato conservatore – Rudd è intervenuta oggi alla conferenza del partito a Birmingham – ha definito la proposta del ministro come “controversa”. Rudd, nominata all’Interno al posto del premier May a luglio, ha spiegato che i freni extra ai lavoratori e agli studenti stranieri potrebbero essere necessari “per cambiare la tendenza” dell’opinione pubblica sull’immigrazione alla luce del voto sulla Brexit (il referendum del 23 giugno sull’uscita dall’Ue). Il ministro ha accusato le aziende di “sfuggire” alle loro responsabilità non addestrando un numero sufficienti di lavoratori britannici e ha aggiunto che andrebbe irrigidito l’attuale sistema che obbliga le società a pubblicizzare i posti disponibili nel Regno Unito solo per 28 giorni prima di rivolgersi fuori dal Paese”. In base alle proposte avanzate da Rudd – che durante la campagna per il referendum era peraltro contro la Brexit, come il grosso dei conservatori – le società che assumono fuori dal Regno Unito dovranno dimostrare cosa hanno fatto “per incoraggiare prima i candidati locali” e quale sia l’impatto delle scelte dei candidati stranieri sul mercato del lavoro locale. Secondo il ministro, l’attuale sistema non dà alle aziende “un chiaro incentivo” a considerare correttamente i meriti dei candidati britannici e a spendere di più per addestrarli a fare i lavori di cui hanno bisogno. Rudd ha detto di essere pronta – “anche se non abbiamo ancora definito i particolari”, ha chiarito – a “rivelare i nomi e puntare il dito” contro quelle società che non dovessero rispettare i nuovi vincoli. “C’e’ ancora un giovane su 10 disoccupato tra i 18 ed i 24 anni nel Regno Unito. I voglio che il mondo degli affari pensi prima a persone istruite localmente, dove possibile…e collaborare con noi per fare in modo da avere una forza lavoro locale piu’ preparata”. Intanto la May ha anche chiarito la sua strategia per la Brexit. Il famigerato “cherry picking” (prendere solo il meglio o buttare il resto) dall’Unione Eruopea – che Angela Merkel aveva chiarito non sarebbe stato consentito a Londra – è invece quello cui punta il numero uno di Downing Street. Il premier conservatore ha annunciato che vuole un accordo con Bruxelles che le offra la “massima libertà” per operare all’interno del mercato unico ma intende anche avere il controllo esclusivo sulle sue frontiere e, soprattutto, “tenere fuori la Corte di Giustizia” europea, vista da Londra come un nemico con le sue regole. “Voglio dare alle compagnie britanniche la massima liberta’ per operare all’interno del mercato unico e consentire alle societa’ europee a fare lo stesso qui” ha detto May alla conferenza del partito Conservatore a Birmingham. Nei giorni scorsi Londra si è destata dal torpore post Brexit on le minacce del numero uno di Nissan-Renault, Carlo Ghosn, di sospendere gli investimenti nel Regno Unito se le vetture prodotte nel Paese saranno costrette a pagare un dazio per essere vendute nel resto d’Europa. Vai al sito dell’avantionline |
Da l’Unità online http://www.unita.tv/ Usa 2016, dall’Atlantic storico endorsement per Hilary Clinton L'Atlantic Magazine, testata di grande prestigio nei suoi quasi 160 anni di storia aveva appoggiato ufficialmente solo due... Più che per Hillary Clinton è un endorsement contro Donald Trump, ma è di portata storica la dichiarazione di sostegno alla candidata democratica alla Casa Bianca arrivata dall’Atlantic Magazine, testata di grande prestigio che nei suoi quasi 160 anni di storia aveva appoggiato ufficialmente solo due candidati: Abraham Lincoln nel 1860 e Lyndon B. Johnson nel 1964. In un editoriale, la rivista spiega che le ragioni dell’endorsement a Hillary vanno cercate più nella pericolosa assenza di competenze di Trump che nelle doti della ex First Lady. L’Atlantic si dice “convinto che Clinton capisca il ruolo degli Usa nel mondo” e non ha dubbi sul fatto che “si impegnerà assiduamente per affrontare i problemi del Paese”, anche se alle qualità positive dell’ex segretario di Stato se ne affiancano altre “esasperanti”. Ma a preoccupare dichiaratamente lo storico magazine, dall’altra parte, c’è il miliardario aspirante presidente, “senza esperienza nella gestione pubblica e senza qualifiche per un ruolo ufficiale”. Un uomo che si appassiona “a traffici in teorie cospirative e invettive razziste”, che è “spaventosamente razzista, imprevedibile, omissivo e xenofobo”, insomma, “probabilmente, è ostentatamente il più inadatto candidato di un grande partito nei 227 anni della storia della presidenza americana” Vai al sito dell’Unità |
Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/ Seminario sulle riforme istituzionali Il direttore e molti collaboratori della rivista Mondoperaio, che negli anni ‘70 fu la prima a mettere all’ordine del giorno la questione delle riforme istituzionali, hanno già preso posizione sul referendum costituzionale con un documento diffuso il 20 maggio (vai al testo sul sito). Nell’imminenza della consultazione popolare è tuttavia necessario prospettare anche gli scenari che si apriranno dopo l’auspicabile conferma della legge di revisione (che certamente non è esaustiva ed esige anzi interventi ulteriori), e che dovranno registrare una dislocazione delle forze politiche diversa da quella che si è verificata nell’ultimo anno: ed è quello di cui si discuterà nel seminario. Referendum costituzionale: dopo il sì Roma, 20 ottobre 2016, ore 15 Hotel Nazionale, piazza Montecitorio 131 l seminario, coordinato da Luigi Covatta, verrà introdotto da Paolo Pombeni e da Cesare Pinelli. Interverranno: Giuseppe Bedeschi, Stefano Ceccanti, Riccardo Nencini, Giuliano Urbani. Ed inoltre: Michele Achilli, Gennaro Acquaviva, Mario Artali, Valentino Baldacci, Luciano Benadusi, Zeffiro Ciuffoletti, Dino Cofrancesco, Simona Colarizi, Giovanni Cominelli, Camillo De Berardinis, Mauro Del Bue, Danilo Di Matteo, Fabio Fabbri, Aldo Forbice, Elisa Gambardella, Vito Gamberale, Marco Gervasoni, Vincenzo Iacovissi, Marino Lizza, Gianpiero Magnani, Giuseppe Mammarella, Pio Marconi, Antonella Marsala, Raffaele Morese, Corrado Ocone, Piero Pagnotta, Pino Pisauro, Marco Plutino, Stefano Rolando, Eugenio Somaini, Celestino Spada. |
Da CRITICA LIBERALE riceviamo e volentieri pubblichiamo Quando l’arbitro interrompe la partita di Enzo Palumbo Qualche giorno fa, mentre navigavo online tra “codici e pandette” in vista dell’udienza in Corte Costituzionale, dove, col prof. Giuseppe Bozzi, avrei dovuto sostenere le ragioni dei ricorrenti messinesi nel giudizio per l’incostituzionalità dell’Italicum, mi è giunta via PEC la seguente laconica comunicazione della Cancelleria della Corte: “il sig. Presidente, sentito il Collegio, ha disposto il rinvio a nuovo ruolo della discussione del giudizio sopra indicato, già fissata alla udienza pubblica del 4 ottobre 2016”… > > > Continua > > > Continua la lettura sul sito di Critica liberale |
LETTERA Mie libere opinioni Oltre ai tre (v. immagine qui sotto) hai dimenticato Bettino. Che nel bene e nel male NON era da meno. Tanto di cappello x Sigonella, per l'appoggio ai Palestinesi e per i suoi rapporti con i paesi socialisti dissidenti rispetto all'URSS. Ma odioso per la questione della $Kala Mobile... Giovanni Donaudi, e-mail
Caro Giovanni, grazie dell’osservazione civilmente argomentata, che merita una riflessione, ovviamente soggettiva e fallibilissima. Lascerei riposare in pace, nelle sabbie tunisine, l’ex premier socialista. Governò l’Italia per quattro anni, trent’anni or sono: venne regolarmente nominato dal presidente Pertini, ottenne la fiducia da un Parlamento di non-nominati, giurò sulla Costituzione, formò un eccellente compagine ministeriale e, quando consegnò Palazzo Chigi al suo successore, l’Italia era divenuta la quinta o sesta potenza economica mondiale. Bei tempi andati. La “$Kala Mobile” a te non va giù. Vabbè. Ma il popolo italiano in fu consultato in un Referendum e diede ampiamente ragione a Craxi. Possiamo discutere in sede storica sulla giustezza della misura. Ma non mi pare che si possa allineare il premier di allora alle gesta dei “padri-padroni” di cui sopra, anche se la vulgata del PCI (escluso Luciano Lama e i miglioristi) tendeva decisamente alla demonizzazione. In realtà, quello che il PCI ripeteva allora del “dittatore” Craxi, l’aveva già detto contro il “traditore” Nenni ai tempi del primo Centrosinistra. Eppure è da lì che vengono le uniche vere riforme sociali della nostra storia unitaria. Per non parlare di Turati e dei Rosselli, sistematicamente coperti di merda sanguinaria staliniana durante la campagna contro i “socialfascisti”. Che dire, dopo tanti anni di lotte tra guelfi e ghibellini? Sarebbe lunga... Ma resta un fatto: oggi ce lo sogniamo il livello di benessere garantito alle lavoratrici e ai lavoratori italiani finché al governo del Paese parteciparono in posizione di rilievo gli esponenti del PSI. Su come ha poi “”lavorato” i compagni del Pci-Pds-Ds-Pd, sia lecito qui ricordare le parole del Nobel per l’economia Joseph Stiglitz: «Essere critici è diverso dall'essere propositivi. Una cosa è individuare le buone politiche, un'altra i politici in grado di attuarle.» (AE) |
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti. |
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