[Diritti] MARONI-FORMIGONI: vivere male e morire peggio in Lombardia




TERZO COMUNICATO
MARONI-FORMIGONI:
vivere
              male e morire peggio in Lombardia
Riprendiamo
la
            nostra informazione su politica e malaffare.
Ogni
            volta che in Regione Lombardia viene scoperto uno scandalo
            da parte della magistratura, i politici che governano, siano
            essi i Formigoni o i Maroni, cercano di farlo apparire come
            un caso saltuario ed isolato manipolando la realtà e sono
            facilitati nel loro intento dall'ignavia e dall'incapacità
            delle forze politiche dell'opposizione (Partito Democratico
            in testa).
COSI'
NON
              E': non si tratta di una mela marcia come si vuol far
              credere, ma di un sistema complesso ed articolato che
              tende a perpetuarsi nel tempo. Occorre intervenire subito
              e radicalmente sui meccanismi delle nomine e di
              organizzazione complessiva della sanità e questo sarà
              possibile solo se si riesce a cacciare Maroni, la sua
              giunta e la cricca formigonian-ciellina operando una
              pressione popolare costante anche sui nuovi governanti.
Il
            sistema basato prevalentemente sulle convenzioni con il
            privato è un sistema marcio che penalizza il pubblico e che
            fornisce servizi scadenti con la copertura dei politici e la
            complicità di molti dirigenti e funzionari ricattati ed
            intimoriti.
Il
            meccanismo attualmente in corso fa fare quattrini a soggetti
            privati che sono, il più delle volte, senza scrupoli.
Occorre
            scardinare questo sistema già abbondantemente infiltrato da
            interessi mafiosi.
Ci si
            indigna giustamente per il sistema fraudolento messo in
            piedi da  Canegrati (lady dentiera) e dal leghista  Rizzi ,
            presidente della commissione sanità. Non è una novità negli
            apparati sanitari.
Ecco
            cosa è accaduto in Regione Lombardia negli ultimi anni e,
            per ora, ci limitiamo alla sanità perché analogo
            ragionamento si può estendere a infrastrutture, discariche,
            amianto, inceneritori, edilizia popolare ecc...
Il sistema di
                esternalizzazione dei servizi odontoiatrici prevede
                l'indizione di gare d’appalto attraverso le quali
                affidare a società private l’intera gestione di tale
                servizio, con l’obbligo di fornire all’utenza le
                prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale e
                la possibilità di fornire anche attività a pagamento per
                le prestazioni escluse. Questo metodo è in vigore da
                anni e si inserisce nel sistema generale
                formigonian-ciellino delle strette relazioni tra chi
                amministra gli appalti e le imprese legate, in qualche
                modo, alla Compagnia delle Opere.
E'
                        in questo meccanismo che  Maria
                        Paola Canegrati, titolare
                        di Odontoquality e  del le
                        consociate Servicedent, Elledent, Odontogea, Dental Salvini
                        e altre, si inserisce utilizzandolo
                        efficacemente.  D al
                        2004 al 2015  la
                        Canegrati ri esce a
                        vincere  29
                        appalti in ospedali e ambulatori di mezza
                        Lombardia  per
                        un valore complessivo di circa 400 milioni di
                        euro .  Come
                        fa? La signora riesce ad  ottenere
                        appalti su misura e prorogare quelli in essere,
                        escludendo così la concorrenza,  grazie
                        a  rapporti
                        amicali con vari soggetti, amministrativi e
                        politici,  e si
                        garantisce anche l 'omissione
                        di  controlli
                        sulla qualità del servizio erogato.
Il  ' sistema
                            Canegrati ', fatto di  rapporti
                            confidenziali, amicizie, corruzioni e forte
                            sostegno della politica dall'esterno , “ha
                          determinato uno spazio di manovra privo di
                          alcun limite, idoneo a lasciare il cittadino
                          privo di qualsiasi tutela”,  ma  “ u n siffatto
                          sistema fraudolento avrebbe vita breve in una
                          struttura sanitaria nella quale fossero  effettivi e
                            rigorosi i controlli sullo svolgimento del
                            servizio  svolto dal
                          privato in regime di appalto” .  I funzionari
                          erano complici perché la Canegrati aveva  delle copertur e politic he. Sono,  quindi, i politici
                          che garantiscono il sistema clientelare.
La
                        Canegrati e soci non si accontentavano di far
                        soldi vincendo appalti truccati, come ad esempio
                        la gara d el 14 febbraio
                          2011, da 27 milioni ,  per
                        l'ospedale Bolognini di Seriate.  Vi partecipano
                        la Wisil Latoor, di Roberta Micciché (indagata),
                        «collegata alla Servicedent anche per tramite di
                        Elledent», e la Servicedent della Canegrati. La
                        seconda si ritira e la prima vince. «Indubbie
                        anomalie», scrive il gip, «prime tra tutte la
                        lentezza dei lavori della commissione tecnica».
                        Si riunisce infatti cinque mesi dopo la
                        commissione di gara. Ma a quel punto le due
                        società fanno presente che le polizze
                        fideiussorie sono scadute e chiedono il rinnovo
                        del bando. La Wisil, però, non conferma
                        l’offerta.
La
                        Canegrati e soci  volevano
                        fare ancora più soldi sulla pelle dei cittadini.
                        Infatti dalle intercettazioni risulta che il
                        paziente  veniva
                        indotto a ricorrere alla prestazione a pagamento nella
                        convinzione che il costo del ticket sanitario
                        sarebbe  stato di
                        poco inferiore  (cosa
                        non vera perché  predispo nevano una
                        ricetta per ogni prestazione anziché arrivare
                        fino ad otto prestazioni per ogni ricetta con un
                        ticket massimo di 66 euro ), o a scegliere
                        il servizio in solvenza perché più rapido  e
                        per fare questo  si creavano  artificiosamente
                        liste d'attesa  che
                        erano, in realtà, inesistenti.
Se si vanno a consultare i documenti si
                registra che dal 2004 in poi i centri dentistici che si
                sono aperti in convenzione con gli ospedali lombardi
                fanno capo quasi sempre alla galassia di società del
                'sistema Canegrati' con al vertice un  gruppo
                  ristretto di persone, sempre le stesse: Maria Paola
                  Canegrati, Luca Rottoli ed Alessandro Locatelli
                  (Elledent), Dario Perego e Vincenzo Alagna (Fordent) . Si può  configura re  una sorta
                  di tacito accordo tra elementi ciellini ed elementi
                  'calabresi'. Dario Perego è un ex sindaco ciellino
                di Merate già coordinatore provinciale del PDL; Vincenzo
                Alagna è un ex assessore della giunta comunale di Desio,
                sciolta nel 2010, e fratellastro di Pietrogino Pezzano.
                Pezzano, originario di Palizzi (RC), è stato direttore
                generale dell' ASL di Monza dal 2005 al 2010, nominato
                poi direttore generale ASL Milano 1 e costretto, però, a
                dimettersi perché il suo nome compare nell'inchiesta
                crimine-infinito ('ndrangheta).
Non esistono solo le
                  esternalizzazioni del servizio odontoiatrico ,
                parliamo anche di beni e di servizi dati in appalto a
                cooperative e società: lavanderia, pulizia, servizio
                mensa e trasporto. Ma anche consulenze e acquisti di
                materiale, e i posti di lavoro legati agli appalti:
                portinai, addetti alle pulizie, autisti di ambulanze.
                Senza dimenticare che anche una cospicua parte del
                personale sanitario (infermieri ma non solo) sono ormai
                dipendenti di imprese autonome alle quali l'ospedale
                appalta la fornitura del personale, con i relativi
                costi.
Partiamo, per esempio,
                dal vecchio caso della NGC Medical leader del mercato lombardo
                  delle emodinamiche per le cardiochirurgie, con un
                  fatturato di oltre 50 milioni di euro.  Come è possibile che la  NGC abbia vinto  in passato per ben 12 volte  le gare bandite
                  a  Varese, Mantova, ma
                  anche al Sacco, al Fatebenefratelli, al San Carlo e al
                  San Paolo?  E' un caso
                  che questi ospedali fossero governati  da un direttore generale di C omunione e Liberazione o da un uomo della maggioranza  e che fossero ampiamente
                  "forniti" dalle imprese della  Compagni delle Opere ?
Ma veniamo alle
                inchieste degli ultimi anni, tralasciando i casi
                eclatanti di Maugeri e San Raffaele. Si recita  sempre
                  lo stesso copione: corruzione e concussione per gare
                  d'appalto per forniture ospedaliere sempre e solo
                scoperti dalla magistratura, con i vari Formigoni e
                Maroni di turno che rassicurano sull'eccellenza del
                sistema sanitario e con i vari responsabili che vengono
                reietti dalla politica solo se incarcerati, mentre gli
                'indagati' continuano ad agire indisturbati.
Per esempio l'inchiesta
                  sull'acceleratore lineare di diagnostica tumorale VERO,  che ha  portato in carcere
                  Guarischi,  ex consigliere regionale di Forza Italia,  vede t ra i mediatori del
                        sistema anche l’ex direttore della Padania  e  tanti manager
                          sanitari imposti dalla Lega , nel quadro della  ' simpatica
                        lottizzazione ' delle poltrone
                        insieme a C omunione e
                        Liberazione.
A
                        ottobre del 2015 è  f inito in
                            manette  Mario
                            Mantovani , vice  di Maroni ed ex
                            assessore alla Sanità  c on
                        l'accusa di corruzione e concussione per appalti
                        nella sanità, compresa una gara sul trasporto
                        dei dializzati.  Tra gli indagati
                        compare anche il leghista Massimo  Garavaglia ,  assessore
                        all'Economia e vicinissimo a Maroni,  che
                        a vrebbe
                        agito per turbare la gara «per l'affidamento del
                        servizio di soggetti nefropatici sottoposti al
                        trattamento dialitico».
L'inchiesta del 2014 per turbativa d’asta in
                        cambio di tangenti per  varie commesse anche per ospedali lombardi  ha
                        svelato come la ' Cupola
                        Frigerio-Greganti '  (Gianstefano
                        Frigerio ex parlamentare della Democrazia
                        cristiana già arrestato e condannato per
                        Tangentopoli; Primo Greganti, il famoso
                        “compagno G”, già arrestato durante l’inchiesta
                        Mani Pulite per le tangenti al PCI) fosse operativa anche con gli uomini della
                        giunta di Roberto Maroni, come l’assessore alla
                        Sanità, Mario Mantovani, e soprattutt o il
                        nuovo direttore  della Sanità,  Walter
                        Bergamaschi, succeduto
                        al formigoniano Carlo Lucchina .
                        Anche con la giunta a guida leghista, Frigerio
                        era ancora lì  a consigliare, indirizzare  e a spostare le pedine sul grande scacchiere del
                        potere lombardo. «Ho appena visto Bergamaschi —
                        dice al telefono — lui non è Lucchina, è un
                        altro stile.. e comunque anche lui concorda che
                        bisognerebbe cambiare anche un p o' l’assessorato.. immettere persone nuove.. così
                        abbiamo un p o' ragionato.
Il Maroni che invoca,
                  all'epoca, «discontinuità con il passato» appare oggi
                  ancora più patetico visto che dalle intercettazioni
                  spunta proprio il nome di Fabio Rizzi quando
                Frigerio incontra Giovanni Rodighiero e parla di una
                «accordo di non belligeranza» da fare con Hospital
                service (la Procura contesta a Lovisari, allora
                direttore generale, in quota Lega, dell'azienda
                ospedaliera di Lecco, di essersi messo d’accordo con la
                Cupola di Gianstefano Frigerio per turbare una gara di
                forniture ospedaliere in modo da fare vincere la Servizi
                ospedalieri di Ferrara). «Frigerio - si legge - dice che
                è andato a trovarlo Lovisari per l'appalto della
                sterilizzazione all'ospedale di Lecco». Il quale
                Lovisari, dice Frigerio, avrebbe detto di «essere
                contento del risultato», ma a questo punto c'è bisogno
                di intervenire presso la Hospital service. Frigerio
                sostiene che Lovisari gli avrebbe chiesto «un favore»
                presso «l'azienda che è arrivata seconda (quella
                abruzzese)». Secondo Frigerio, Hospital service «è
                sostenuta molto dal presidente della commissione sanità
                della Regione, leghista (Fabio Rizzi, ndr)». E «Lovisari
                dice che bisogna stare attenti a evitare ricorsi al Tar.
                Frigerio consiglia allora un «patto di non
                belligeranza», perché «su altre cose ricambieranno».
In un altro passo datato 6 giugno 2013 Lovisari va da
                Frigerio per informarlo che Servizi ospedalieri «si era
                aggiudicata la gara “perché hanno fatto uno sconto
                strepitoso”». Comprensibile perché facilmente
                ammortizzabile vista la lunghezza dell'appalto.
                «Lovisari gli riferisce che i secondi classificati erano
                stati “caldeggiati” da Fabio Rizzi». E di fronte al
                fatto che la società ha già vinto una gara a Legnano,
                Frigerio aggiunge che «hanno avuto come protettore il
                Guarischi».
Tutto questo
                          non basta per far chiudere il cerchio? La storia NON
                          deve continuare. Alla
                              giunta Formigoni, prima, ed ora a quella
                              Maroni poco importa se dare in appalto un
                              servizio sanitario porta a diminuire la
                              qualità e la professionalità delle
                              prestazioni mediche, cliniche e
                              diagnostiche. Quello che  è
                              importante  per loro  è che
                              queste scelte consent a no di
                              accrescere le fonti di guadagno  Infatti a d ogni
                              convenzione firmata e ad ogni appalto dato
                              si corre il rischio di alimentare il
                              mercato delle tangenti e  di  foraggiare
                              affaristi  di varia
                              natura, come abbiamo cercato di
                              dimostrare.
RIPETIAMO: Maroni in
                  quanto possessore della delega alla sanità e
                  presidente della giunta non si è accorto di nulla in
                  questi anni? Possibile che il sig. Maroni non sapesse
                  nulla dell'operato dei suoi più stretti collaboratori?
                  Se così fosse o sarebbe incapace, o sarebbe
                  colpevolmente distratto. In entrambi i casi non è più
                  in grado di svolgere la sua funzione.  MARONI VA CACCIATO SE NON SI DIMETTE
                    SPONTANEAMENTE!
La
                              Lega razzista di Salvini finge di
                              combattere la corruzione a parole, in
                              realtà ne è continuamente invischiata.
G.R. per SU la TESTA L'ALTRA LOMBARDIA
Milano, 4 marzo 2016
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