[Diritti] MARONI-FORMIGONI: vivere male e morire peggio in Lombardia
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- From: mariel.m at libero.it
- Date: Sun, 06 Mar 2016 15:14:42 +0300
- Reply-to: mariel.m at libero.it
TERZO COMUNICATO
MARONI-FORMIGONI:
vivere
male e morire peggio in Lombardia
Riprendiamo
la
nostra informazione su politica e malaffare.
Ogni
volta che in Regione Lombardia viene scoperto uno scandalo
da parte della magistratura, i politici che governano, siano
essi i Formigoni o i Maroni, cercano di farlo apparire come
un caso saltuario ed isolato manipolando la realtà e sono
facilitati nel loro intento dall'ignavia e dall'incapacità
delle forze politiche dell'opposizione (Partito Democratico
in testa).
COSI'
NON
E': non si tratta di una mela marcia come si vuol far
credere, ma di un sistema complesso ed articolato che
tende a perpetuarsi nel tempo. Occorre intervenire subito
e radicalmente sui meccanismi delle nomine e di
organizzazione complessiva della sanità e questo sarà
possibile solo se si riesce a cacciare Maroni, la sua
giunta e la cricca formigonian-ciellina operando una
pressione popolare costante anche sui nuovi governanti.
Il
sistema basato prevalentemente sulle convenzioni con il
privato è un sistema marcio che penalizza il pubblico e che
fornisce servizi scadenti con la copertura dei politici e la
complicità di molti dirigenti e funzionari ricattati ed
intimoriti.
Il
meccanismo attualmente in corso fa fare quattrini a soggetti
privati che sono, il più delle volte, senza scrupoli.
Occorre
scardinare questo sistema già abbondantemente infiltrato da
interessi mafiosi.
Ci si
indigna giustamente per il sistema fraudolento messo in
piedi da Canegrati (lady dentiera) e dal leghista Rizzi ,
presidente della commissione sanità. Non è una novità negli
apparati sanitari.
Ecco
cosa è accaduto in Regione Lombardia negli ultimi anni e,
per ora, ci limitiamo alla sanità perché analogo
ragionamento si può estendere a infrastrutture, discariche,
amianto, inceneritori, edilizia popolare ecc...
Il sistema di
esternalizzazione dei servizi odontoiatrici prevede
l'indizione di gare d’appalto attraverso le quali
affidare a società private l’intera gestione di tale
servizio, con l’obbligo di fornire all’utenza le
prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale e
la possibilità di fornire anche attività a pagamento per
le prestazioni escluse. Questo metodo è in vigore da
anni e si inserisce nel sistema generale
formigonian-ciellino delle strette relazioni tra chi
amministra gli appalti e le imprese legate, in qualche
modo, alla Compagnia delle Opere.
E'
in questo meccanismo che Maria
Paola Canegrati, titolare
di Odontoquality e del le
consociate Servicedent, Elledent, Odontogea, Dental Salvini
e altre, si inserisce utilizzandolo
efficacemente. D al
2004 al 2015 la
Canegrati ri esce a
vincere 29
appalti in ospedali e ambulatori di mezza
Lombardia per
un valore complessivo di circa 400 milioni di
euro . Come
fa? La signora riesce ad ottenere
appalti su misura e prorogare quelli in essere,
escludendo così la concorrenza, grazie
a rapporti
amicali con vari soggetti, amministrativi e
politici, e si
garantisce anche l 'omissione
di controlli
sulla qualità del servizio erogato.
Il ' sistema
Canegrati ', fatto di rapporti
confidenziali, amicizie, corruzioni e forte
sostegno della politica dall'esterno , “ha
determinato uno spazio di manovra privo di
alcun limite, idoneo a lasciare il cittadino
privo di qualsiasi tutela”, ma “ u n siffatto
sistema fraudolento avrebbe vita breve in una
struttura sanitaria nella quale fossero effettivi e
rigorosi i controlli sullo svolgimento del
servizio svolto dal
privato in regime di appalto” . I funzionari
erano complici perché la Canegrati aveva delle copertur e politic he. Sono, quindi, i politici
che garantiscono il sistema clientelare.
La
Canegrati e soci non si accontentavano di far
soldi vincendo appalti truccati, come ad esempio
la gara d el 14 febbraio
2011, da 27 milioni , per
l'ospedale Bolognini di Seriate. Vi partecipano
la Wisil Latoor, di Roberta Micciché (indagata),
«collegata alla Servicedent anche per tramite di
Elledent», e la Servicedent della Canegrati. La
seconda si ritira e la prima vince. «Indubbie
anomalie», scrive il gip, «prime tra tutte la
lentezza dei lavori della commissione tecnica».
Si riunisce infatti cinque mesi dopo la
commissione di gara. Ma a quel punto le due
società fanno presente che le polizze
fideiussorie sono scadute e chiedono il rinnovo
del bando. La Wisil, però, non conferma
l’offerta.
La
Canegrati e soci volevano
fare ancora più soldi sulla pelle dei cittadini.
Infatti dalle intercettazioni risulta che il
paziente veniva
indotto a ricorrere alla prestazione a pagamento nella
convinzione che il costo del ticket sanitario
sarebbe stato di
poco inferiore (cosa
non vera perché predispo nevano una
ricetta per ogni prestazione anziché arrivare
fino ad otto prestazioni per ogni ricetta con un
ticket massimo di 66 euro ), o a scegliere
il servizio in solvenza perché più rapido e
per fare questo si creavano artificiosamente
liste d'attesa che
erano, in realtà, inesistenti.
Se si vanno a consultare i documenti si
registra che dal 2004 in poi i centri dentistici che si
sono aperti in convenzione con gli ospedali lombardi
fanno capo quasi sempre alla galassia di società del
'sistema Canegrati' con al vertice un gruppo
ristretto di persone, sempre le stesse: Maria Paola
Canegrati, Luca Rottoli ed Alessandro Locatelli
(Elledent), Dario Perego e Vincenzo Alagna (Fordent) . Si può configura re una sorta
di tacito accordo tra elementi ciellini ed elementi
'calabresi'. Dario Perego è un ex sindaco ciellino
di Merate già coordinatore provinciale del PDL; Vincenzo
Alagna è un ex assessore della giunta comunale di Desio,
sciolta nel 2010, e fratellastro di Pietrogino Pezzano.
Pezzano, originario di Palizzi (RC), è stato direttore
generale dell' ASL di Monza dal 2005 al 2010, nominato
poi direttore generale ASL Milano 1 e costretto, però, a
dimettersi perché il suo nome compare nell'inchiesta
crimine-infinito ('ndrangheta).
Non esistono solo le
esternalizzazioni del servizio odontoiatrico ,
parliamo anche di beni e di servizi dati in appalto a
cooperative e società: lavanderia, pulizia, servizio
mensa e trasporto. Ma anche consulenze e acquisti di
materiale, e i posti di lavoro legati agli appalti:
portinai, addetti alle pulizie, autisti di ambulanze.
Senza dimenticare che anche una cospicua parte del
personale sanitario (infermieri ma non solo) sono ormai
dipendenti di imprese autonome alle quali l'ospedale
appalta la fornitura del personale, con i relativi
costi.
Partiamo, per esempio,
dal vecchio caso della NGC Medical leader del mercato lombardo
delle emodinamiche per le cardiochirurgie, con un
fatturato di oltre 50 milioni di euro. Come è possibile che la NGC abbia vinto in passato per ben 12 volte le gare bandite
a Varese, Mantova, ma
anche al Sacco, al Fatebenefratelli, al San Carlo e al
San Paolo? E' un caso
che questi ospedali fossero governati da un direttore generale di C omunione e Liberazione o da un uomo della maggioranza e che fossero ampiamente
"forniti" dalle imprese della Compagni delle Opere ?
Ma veniamo alle
inchieste degli ultimi anni, tralasciando i casi
eclatanti di Maugeri e San Raffaele. Si recita sempre
lo stesso copione: corruzione e concussione per gare
d'appalto per forniture ospedaliere sempre e solo
scoperti dalla magistratura, con i vari Formigoni e
Maroni di turno che rassicurano sull'eccellenza del
sistema sanitario e con i vari responsabili che vengono
reietti dalla politica solo se incarcerati, mentre gli
'indagati' continuano ad agire indisturbati.
Per esempio l'inchiesta
sull'acceleratore lineare di diagnostica tumorale VERO, che ha portato in carcere
Guarischi, ex consigliere regionale di Forza Italia, vede t ra i mediatori del
sistema anche l’ex direttore della Padania e tanti manager
sanitari imposti dalla Lega , nel quadro della ' simpatica
lottizzazione ' delle poltrone
insieme a C omunione e
Liberazione.
A
ottobre del 2015 è f inito in
manette Mario
Mantovani , vice di Maroni ed ex
assessore alla Sanità c on
l'accusa di corruzione e concussione per appalti
nella sanità, compresa una gara sul trasporto
dei dializzati. Tra gli indagati
compare anche il leghista Massimo Garavaglia , assessore
all'Economia e vicinissimo a Maroni, che
a vrebbe
agito per turbare la gara «per l'affidamento del
servizio di soggetti nefropatici sottoposti al
trattamento dialitico».
L'inchiesta del 2014 per turbativa d’asta in
cambio di tangenti per varie commesse anche per ospedali lombardi ha
svelato come la ' Cupola
Frigerio-Greganti ' (Gianstefano
Frigerio ex parlamentare della Democrazia
cristiana già arrestato e condannato per
Tangentopoli; Primo Greganti, il famoso
“compagno G”, già arrestato durante l’inchiesta
Mani Pulite per le tangenti al PCI) fosse operativa anche con gli uomini della
giunta di Roberto Maroni, come l’assessore alla
Sanità, Mario Mantovani, e soprattutt o il
nuovo direttore della Sanità, Walter
Bergamaschi, succeduto
al formigoniano Carlo Lucchina .
Anche con la giunta a guida leghista, Frigerio
era ancora lì a consigliare, indirizzare e a spostare le pedine sul grande scacchiere del
potere lombardo. «Ho appena visto Bergamaschi —
dice al telefono — lui non è Lucchina, è un
altro stile.. e comunque anche lui concorda che
bisognerebbe cambiare anche un p o' l’assessorato.. immettere persone nuove.. così
abbiamo un p o' ragionato.
Il Maroni che invoca,
all'epoca, «discontinuità con il passato» appare oggi
ancora più patetico visto che dalle intercettazioni
spunta proprio il nome di Fabio Rizzi quando
Frigerio incontra Giovanni Rodighiero e parla di una
«accordo di non belligeranza» da fare con Hospital
service (la Procura contesta a Lovisari, allora
direttore generale, in quota Lega, dell'azienda
ospedaliera di Lecco, di essersi messo d’accordo con la
Cupola di Gianstefano Frigerio per turbare una gara di
forniture ospedaliere in modo da fare vincere la Servizi
ospedalieri di Ferrara). «Frigerio - si legge - dice che
è andato a trovarlo Lovisari per l'appalto della
sterilizzazione all'ospedale di Lecco». Il quale
Lovisari, dice Frigerio, avrebbe detto di «essere
contento del risultato», ma a questo punto c'è bisogno
di intervenire presso la Hospital service. Frigerio
sostiene che Lovisari gli avrebbe chiesto «un favore»
presso «l'azienda che è arrivata seconda (quella
abruzzese)». Secondo Frigerio, Hospital service «è
sostenuta molto dal presidente della commissione sanità
della Regione, leghista (Fabio Rizzi, ndr)». E «Lovisari
dice che bisogna stare attenti a evitare ricorsi al Tar.
Frigerio consiglia allora un «patto di non
belligeranza», perché «su altre cose ricambieranno».
In un altro passo datato 6 giugno 2013 Lovisari va da
Frigerio per informarlo che Servizi ospedalieri «si era
aggiudicata la gara perché hanno fatto uno sconto
strepitoso». Comprensibile perché facilmente
ammortizzabile vista la lunghezza dell'appalto.
«Lovisari gli riferisce che i secondi classificati erano
stati caldeggiati da Fabio Rizzi». E di fronte al
fatto che la società ha già vinto una gara a Legnano,
Frigerio aggiunge che «hanno avuto come protettore il
Guarischi».
Tutto questo
non basta per far chiudere il cerchio? La storia NON
deve continuare. Alla
giunta Formigoni, prima, ed ora a quella
Maroni poco importa se dare in appalto un
servizio sanitario porta a diminuire la
qualità e la professionalità delle
prestazioni mediche, cliniche e
diagnostiche. Quello che è
importante per loro è che
queste scelte consent a no di
accrescere le fonti di guadagno Infatti a d ogni
convenzione firmata e ad ogni appalto dato
si corre il rischio di alimentare il
mercato delle tangenti e di foraggiare
affaristi di varia
natura, come abbiamo cercato di
dimostrare.
RIPETIAMO: Maroni in
quanto possessore della delega alla sanità e
presidente della giunta non si è accorto di nulla in
questi anni? Possibile che il sig. Maroni non sapesse
nulla dell'operato dei suoi più stretti collaboratori?
Se così fosse o sarebbe incapace, o sarebbe
colpevolmente distratto. In entrambi i casi non è più
in grado di svolgere la sua funzione. MARONI VA CACCIATO SE NON SI DIMETTE
SPONTANEAMENTE!
La
Lega razzista di Salvini finge di
combattere la corruzione a parole, in
realtà ne è continuamente invischiata.
G.R. per SU la TESTA L'ALTRA LOMBARDIA
Milano, 4 marzo 2016
--
SU LA TESTA l'altra Lombardia
laltralombardia at laltralombardia.it
www.laltralombardia.it
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