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[Diritti] Comune-info. Migranti: alle frontiere dell'Europa sta fiorendo il Quinto Stato
- Subject: [Diritti] Comune-info. Migranti: alle frontiere dell'Europa sta fiorendo il Quinto Stato
- From: Alessio Di Florio <lalocomotivajoe at gmail.com>
- Date: Mon, 21 Sep 2015 23:43:46 +0200
I fratelli e le sorelle di mare e di terra
di Alessio Di Florio
“Certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando
per uscire” cantava il sommo maestrone Francesco Guccini già nel 1970. E
a furia di urlare, alle frontiere di quest’Europa in crisi e che più di
qualcuno già vede morente, alla fine è uscito un fiume impetuoso, un
uragano che tutto travolge. Le migliaia e migliaia di migranti
protagonisti di quest’estate, da Ventimiglia a Calais, da Lesbo alle frontiere ungheresi partono, viaggiano, protestano, sperano e disperano
mossi dai più elementari bisogni e necessità umane ma la loro
r-esistenza e presenza racconta e vale molto di più. Dall’essenza
dell’umano vengono le lezioni e le stelle polari più forti e profondi.
Per l’Europa ma soprattutto per quel vasto arcipelago che si definisce
“di sinistra”, ripiegato e alla ricerca di se stessa tra dialoghi tra
ceti politici, soluzioni più o meno verticistiche, nostalgie canaglia,
tentazioni leaderistiche e tutto il vasto armamentario che, in Italia ma
non solo, ben conosciamo.
I fratelli e le sorelle del mare e di
terra sono avanti, sono oltre tutto questo e chiedono, a chi oggi
zoppica sulla terra, di volare alto, molto in alto. E, per farlo, è doveroso ripartire dall’essenziale, dal cuore di tutto.
Le cronache di questi mesi, e specialmente di questi ultimi giorni, ci
documentano e dimostrano la crisi della “fortezza Europa”, delle
politiche sicuritarie e criminogene in Italia portate avanti con la
Turco-Napolitano, la Bossi-Fini e i decreti sicurezza di Maroni e
Berlusconi, l’ipocrisia dei maggiori trafficanti di armi e guerre al
mondo (insieme agli Usa) che mentre sventolano pseudo
nobili e alti vessilli democratici, liberali e di tolleranza fanno
affari con coloro che a parole dicono di combattere. Isis compreso.
Aylan veniva da Kobane,
la città divenuta simbolo della resistenza kurda e della lotta contro
l’autoproclamato califfato islamico. Kobane e i kurdi non hanno mai
lanciato proclami, hanno fatto la cosa più semplice e immediata di
questo mondo: combattuto, resistito, difeso la propria vita ed
esistenza. Ed hanno vinto. Davanti a tutto questo in Occidente abbiamo
letto e sentito proclami, allarmi, roboanti dichiarazioni d’intenti che
non si sono mai concretizzati di nulla. Mentre si realizzava l’opposto
e, in maniera più o meno diretta, si favoriva e si finanziava proprio
l’Isis. Ogni tanto la nostra grande stampa scopriva Kobane e le
combattenti kurde. Definite eroine, osannate e acclamate. Fino
all’inizio dell’offensiva di Erdogan, quando chi realmente,
concretamente, ogni giorno lotta e vince contro l’Isis è tornato ad
essere considerato criminale e terrorista. Perché nei mesi dei proclami
europei e della lotta kurda il Pkk di Apo Ocalan neanche per un secondo è
stato tolto dalla lista nera di Europa e Stati uniti.
Tutto questo e molto più ci raccontano le immagini e i video di
queste settimane. Immagini e video che impongono un punto fermo, che
chiedono lineari e coraggiose prese di posizioni. Quelle immagini sono
la tappa odierna di una Storia vera e profonda, che affonda le radici
nei più nobili capitoli del libro dell’Umanità. Come il Quarto Stato di
Giuseppe Pellizza da Volpedo, i partigiani italiani ed europei contro il
nazifascismo, gli autentici internazionalisti, le voci coraggiose e indipendenti che
hanno denunciato oppressioni e sfruttamento, mafie e dittature, sono
pronti a scrivere pagine di dignità e libertà, di vera umanità e
progresso. Ma chiedono scrittori e voci pronte, orecchie attente e occhi
non aperti soltanto a metà.
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