CRISI SOCIALE E RISPOSTA POLITICA (1)
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La proprietà dei media e delle banche ha permesso a poche famiglie
della grande finanza di costruire la grande menzogna della libertà di
mercato, d’impresa, d’informazione e di partecipazione democratica alla
gestione delle comunità nazionali e della comunità internazionale.
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Dalla casta nobiliare, il cui potere proveniente da Dio non era più
culturalmente sostenibile ed escludeva la nascente borghesia commerciale
e produttiva dalla proprietà della ricchezza e dall’ esercizio del
potere, siamo passati alla cogestione, prima, e al potere della ricca
borghesia capitalista, poi.
Di pari passo, pur in una diseguale
ripartizione, i piccoli e medi agricoltori, artigiani e commercianti ,
nonché i vari gradi degli apparati militari, scientifici, bancari e
impiegatizi, hanno visto migliorare la propria condizione economica e
prestigio sociale, diventando per la quasi totalità dei difensori ‘del
sistema’ , sordi e ciechi di fronte alle brutalità del colonialismo,
dello schiavismo, dell’arbitrio degli arricchiti e dello sfruttamento
disumano di popoli e paesi.
Negli ultimi 50 anni, con il
concentrarsi del potere nelle famiglie divenute proprietarie delle
banche centrali degli stati, dei sistemi bancari e, da lì, nelle grandi
holding industriali e commerciali del globo, l’Italia e l’Europa, sono
profondamente cambiate.
Gli agricoltori proprietari sono
drasticamente diminuiti di numero, poiché un’ azienda di media grandezza
non è più in grado di assicurare il necessario reddito familiare,
avendo la categoria perso ogni peso politico-economico, rispetto alle
multinazionali chimiche, alimentari e del commercio; tra gli
imprenditori agricoli superstiti una crescente parte, gestisce terreni
in affitto, essendo questi diventati di proprietà delle banche e/o di
società anonime con sedi nei paradisi fiscali.
Gli agricoltori ed i
loro familiari che, come i braccianti espulsi dal settore, si sono
riversati nelle attività produttive artigianali e/o commerciali e di
sevizio nelle città, hanno poi subito anche lì una riedizione della
precedente esperienza storico-sociale.
Gli artigiani ed i piccoli
industriali sopravvissuti alle ‘innovazioni’ di processo e di prodotto,
sono diventati contoterzisti, dipendenti dalle multinazionali per poi
veder sfumare parte di queste committenze per via della delocalizzazione
industriale verso paesi a minor costo dei fattori produttivi; mentre
gran parte delle attività commerciali ha chiuso e gli imprenditori più
fortunati hanno ricavato per se, o per un loro familiare, una
assunzione nella grande distribuzione, rivelatasi negli ultimi anni
‘provvisoria’ in seguito al crollo dei consumi e alla ulteriore fusione
e concentrazione degli stessi supermercati .
La globalizzazione
sta portando ad un crescente ‘drammatico’ impoverimento della media
borghesia, tanto quella produttiva –imprenditoriale, quanto quella dei
servizi, entrambe schiacciate da un' abnorme pressione fiscale, dallo
strozzinaggio bancario e dal totalizzante potere malavitoso della grande
finanza, che gestisce ‘il mercato’ a proprio piacimento.
Non va
certo meglio a quella che era la ‘classe operaia’, falcidiata anch’ essa
dalle innovazioni di processo e di prodotto che hanno mirato, e tuttora
mirano, alla riduzione degli addetti per unità di prodotto, dalla
globalizzazione al ribasso, di salari e diritti, nonché dalla
‘corruzione’ politico-sindacale di chi ‘sulla carta’ avrebbe dovuto
tutelarla ma l’ha lasciata in balia della globalizzazione.
Nel solo
2014, i dati ufficiali (sottostimati per una presunta perdita di
dignità/prestigio da parte dei familiari) riportano oltre 200 persone ,
soprattutto imprenditori e lavoratori licenziati, suicidatesi per
ragioni economiche .
E il resto della popolazione ?
Oltre
alla degenerazione delle condizioni ambientali, con la relativa
impennata dell’inquinamento e delle malattie varie, tumori in primis,
abbiamo la disoccupazione e certezza di mancata previdenza sociale per
oltre la metà delle nuove generazioni, crescono la ruberia del denaro
pubblico, la corruzione, la piccola criminalità e dell’insicurezza , e
ci sono oltre 12 milioni di italiani sotto la soglia della povertà…
La costituzione è completamente inattuata, il paese ha perso la sua
sovranità ed è militarmente e politicamente occupato dagli Stati Uniti
d'America.
Viviamo quindi in condizioni oggettivamente molto
peggiori di quelle che nella storia portarono a grandi rivolte e
rivoluzioni di popolo.
Perché allora non succede nulla e gran parte
del popolo continua a votare i propri aguzzini al servizio del potere e
strumentalmente collocati sulla destra, centro e sinistra del teatrino
politico-mediatico ?
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P.S.
Gradite critiche, rilievi e suggerimenti
Segue la seconda parte nel prossimo fine settimana
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