DA GLADIO A BLACK BLOC
“Andiamo là, sfasciamo tutto, non ci fanno niente e torniamo a casa…
Avete mai visto un black bloc manganellato o arrestato? Io mai. La
polizia menava i ragazzini, i vecchietti, perfino qualche suora, ma a
noi, black bloc, non ha torto un capello. …a Genova alcuni di noi
entravano e uscivano dalla Questura e fuori le solite zecche coi
telefonini filmavano la scena… Poi le zecche
sono andate a dormire alla Diaz e la polizia ha distrutto tutto: crani,
nasi, ossa, cartilagini , braccia, gambe, toraci e, naturalmente,
cellulari e filmati… Scusate, ma che altro hanno mai fatto i servizi
segreti italiani dagli anni ’60 a oggi? E’ una tecnica vecchia come
l’Italia: si chiama destabilizzare per stabilizzare… (Marco Travaglio) [...] Personalmente
aborro le vivandiere imperiali della non-violenza. Però distinguo. A
Milano, un plotone uniformemente vestito e attrezzato (casco, tuta,
bambù, maschera anti-gas, da magazzini di Stato), proprio come le
ordinatissime orde dell’ISIS o del battaglione Azov, sfascia negozi di
barbiere, agenzie di viaggio e automobili anonime. Molto diversamente, a
Francoforte una massa multiforme e multicolore, dai jeans sdrucidi e
priva di Rolex, assalta la Banca Centrale Europea, sentina di ogni
crimine contro l’umanità. A Roma, ottobre 2013, vanno a fuoco blindati
dei gendarmi e bancomat. A Ferguson e Baltimora candidati neri
all’esecuzione extragiudiziale non arretrano davanti a carri armati e
mitragliatrici forniti agli sbirri dal Pentagono per la guerra ai
cittadini; effetto collaterale, si rivalgono da fame, miseria,
esclusione, repressione, sui supermercati per ricchi nei quali, se va
bene, vengono consumati come schiavi. https://it-it.facebook.com/117480098340555/photos/a.188594311229133.48422.117480098340555/807285049360053/?type=1&fref=nf
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