[Diritti] Torino. Comitati anti rom in piazza? Ci saranno anche gli antirazzisti!
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- Date: Sat, 7 Feb 2015 18:45:21 +0100 (CET)
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Torino. Comitati
anti rom in piazza? Ci saranno anche gli antirazzisti!
punto
info antirazzista
Torino lunedì 9 febbraio dalle 17
via
Garibaldi / p. za Palazzo di Città
Sui rom, lo sgombero di
Lungo Stura Lazio, le politiche del comune, i “patti di emersione”
ascolta la
diretta di
Anarres con Cecilia, attivista antirazzista, che conosce bene la realtà
dei campi e il piano “Città possibile”.
Il 9 febbraio in centro a
Torino è in programma una manifestazione indetta da vari comitati di
“cittadini” per tutelare la “nostra salute” e i “nostri
diritti” dai “fumi provenienti dai campi nomadi”. A Torino, tra
le città più inquinate d’Italia, il problema è reale. L’aria che
respiriamo è avvelenata da traffico automobilistico, emissioni
venefiche delle fabbriche, inceneritore spara diossina. La vicenda
Eternit ci ricorda che industriali e governanti sono disposti a
sacrificare la vita di migliaia di persone pur di fare
profitti.
In questa città altrettanto reale è la condizione di povertà e
precarietà di chi vive segregato nei cosiddetti “campi nomadi” e per
sopravvivere è costretto a svolgere attività lavorative sotto-costo,
tra cui la rottamazione del rame rivenduto per pochi euro ai
grossisti, i soli a trarne ampi guadagni.
La questione ha radici
lontane. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale lo Stato italiano ha
imposto a Rom e Sinti sfuggiti alle persecuzioni nazifasciste la
collocazione in “campi di transito”. Nel tempo questi campi sono
diventati l’unico orizzonte, sia pur precario, per queste persone. Luoghi
dove si è realizzato un vero apartheid, ghetti dove la precarizzazione
abitativa, lavorativa, esistenziale si è
istituzionalizzata.
Su Rom e Sinti la destra xenofoba e razzista ha
speculato e continua a speculare, indicandoli come responsabili dei
problemi degli “italiani” delle periferie, fomentando odio e guerra
tra poveri. L’altra faccia della medaglia sono i lauti profitti
incamerati da chi, tra appalti e mazzette, gestisce i campi nomadi. La
cosiddetta sinistra ha fatto le stesse politiche. A Roma l’inchiesta
Mafia Capitale ha rivelato l’accordo tra il fascista Carminati e certe
cooperative sociali targate PD per dividersi la torta della
gestione dei campi.
A Torino negli ultimi anni vi sono stati gravissimi
episodi di intolleranza verso individui e gruppi rom: dal rogo doloso del
campo di via Vistrorio del 2007, al pogrom della Continassa del 9 dicembre
2011, svoltosi al termine di una manifestazione alla quale
parteciparono anche esponenti del PD. L’anno successivo, l’area della
Continassa fu svenduta dal comune di Torino alla Juventus per
costruirvi sede direzionale, campi di allenamento, palazzi
etc…
Lo scorso autunno Forza Nuova ha promosso a Mirafiori, in via
Artom, manifestazioni contro famiglie rom, profughe di guerra in
Bosnia, stanziate al parco Colonnetti.
Di recente le istituzioni
cittadine hanno iniziato a parlare di “superamento” dei campi nomadi. In
realtà non è in programma alcuna soluzione duratura affinché chi è costretto a
vivere in un ghetto possa trovare una casa e vivere senza controlli
né tutele. Da un anno il comune ha avviato lo “svuotamento condiviso”
(cioè sgombero) del campo di Lungo Stura Lazio, attraverso rimpatri
assistiti o ricollocazione delle famiglie in situazioni di “housing
sociale temporaneo”. Chi vive in questi luoghi è sottoposto a
regole da collegio infantile, indice del razzismo di chi identifica
“l’emersione dai campi” con una “missione civilizzatrice”. Tra due
anni chi non potrà pagare affitti esosi sarà rigettato in strada,
mentre chi non rientra nel progetto finirà in strada già a metà marzo,
quando lo sgombero sarà terminato.
Questa situazione assicura
profitti alla cordata di enti che hanno vinto l’appalto milionario per
Lungo Stura: Valdocco, Liberitutti, Terra del Fuoco, Stranaidea, AIZO, oltre
alla Croce Rossa che prende quasi 400.000 euro solo per presidiare
le aree sgomberate!
Il ciclo campi-sgomberi-social housing è un
business che garantisce profitti sicuri ai soliti noti. Nel 2008 un
gruppo di famiglie del campo di via Germagnano si era trovato da solo una
risposta al bisogno abitativo, occupando uno stabile in via Pisa, ma dopo
pochi giorni fu sgomberato dalla polizia e riportato al campo.
All’epoca l’assessore “all’integrazione” era la stesso di oggi, Ilda
Curti.
Non crediamo che le manfrine del Comune possano risolvere i
problemi di individui e famiglie rom, poiché sono troppi gli interessi
a mantenere persone in condizioni di indigenza e segregazione, per
dare appalti a questa o quella cooperativa incaricata di “gestire
l’emergenza permanente” e per garantire manodopera sottocosto alle
economie formali ed informali di cui queste persone formano
l'ultimo anello della catena.
I bisogni di Rom e Sinti
sono gli stessi di tutti coloro che vivono ai margini di questo sistema di
sfruttamento: casa, reddito, libertà di vivere la propria vita. Per
questo rilanciamo la necessità di lottare insieme, in maniera
autorganizzata, contro razzismo e speculazioni che destra e sinistra
esercitano sulla pelle di chi è più precario.
Lottiamo insieme! Casa per
tutti e tutte!
Per info: gattonerogattorosso at inventati.org
www.anarresinfo.noblogs.org
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