[Diritti] 17 dicembre. I No Tav con Chiara , Claudio, Mattia e Nicolò
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- Date: Tue, 16 Dec 2014 18:17:57 +0100 (CET)
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17 dicembre. I No Tav con Chiara, Claudio, Mattia e
Nicolò
Mercoledì 17 dicembre sarà emessa la sentenza nel
processo che lo Stato ha intentato contro Chiara, Claudio, Mattia e
Nicolò. Sono in carcere da oltre un anno, rinchiusi in regime di alta
sicurezza, spesso isolati, lontani dai propri compagni ed affetti, la
corrispondenza sottoposta a censura.
Hanno provato a piegarli. Non
ci sono riusciti, hanno provato a mettere in ginocchio un intero
movimento. Hanno fallito ancora.
Facciamo un piccolo passo
indietro.
Nella memoria della gente che si batte contro il Tav il
dicembre del 2005 è una pietra miliare. Tra novembre e dicembre si consumò
un’epopea di lotta entrata nei cuori di tanti. Un movimento popolare
decise di resistere all’imposizione violenta di un’opera inutile e
devastante e, nonostante avesse quasi tutti contro, riuscì ad assediare le
truppe di occupazione, costruendo la Libera Repubblica di Venaus. Dopo lo
sgombero violento il movimento per qualche giorno assunse un chiaro
carattere insurrezionale: l’intera Val Susa si fece barricata contro
l’invasore. L’otto dicembre era festa. La manifestazione, dopo una breve
scaramuccia al bivio dove la polizia attendeva i manifestanti, si
trasformò in una marcia che dopo aver salito la montagna, scese verso la
zona occupata mentre lieve cadeva la neve. I sentieri in discesa erano
fradici di acqua e fango ma nessuno si fermò. Le reti caddero e le truppe
vennero richiamate.
Nel 2011 – dopo la dura parentesi dell’inverno
delle trivelle – sono tornati, molto più agguerriti che nel 2005.
Lo
Stato non può permettersi di perdere due volte nello stesso posto.
L’apparato repressivo fatto di gas, recinzioni da lager, manganelli e
torture si è dispiegato in tutta la sua forza. La magistratura è entrata
in campo a gamba tesa. Non si contano i processi che coinvolgono migliaia
di attivisti No Tav.
Governo e magistratura non hanno fatto i conti
con la resistenza dei No Tav. Non hanno fatto i conti con un movimento che
si è stretto nella solidarietà a tutti, primi tra tutti quelli che
rischiano di più, i quattro attivisti accusati di attentato con finalità
di terrorismo per un sabotaggio in Clarea.
Per loro i PM Padalino e
Rinaudo hanno chiesto nove anni e mezzo di reclusione.
Mercoledì 26
novembre un’assemblea popolare ha deciso un nuovo dicembre di lotta. Dopo
la buona riuscita della manifestazione del 22 novembre a Torino, il
movimento ha dato vita a due giorni di lotta popolare.
Il 7 dicembre
migliaia di No Tav hanno partecipato alla fiaccolata che si è dipanata per
le vie di Susa, assediando a lungo l’hotel Napoleon, che da anni ospita le
truppe di occupazione. La via dell’albergo è stata trasformata in “Via gli
sbirri” con nuove targhe apposte dai manifestanti.
Qui il video
del Fatto Quotidiano
Il giorno successivo, dopo le celebrazioni del
giuramento partigiano della Garda dell’8 dicembre 1943, l’appuntamento era
a Giaglione e Chiomonte per una giornata alle reti del cantiere.
In
Clarea il passaggio era bloccato al ponte, ma questo non ha impedito a
circa un centinaio di No Tav di raggiungere, guadando alto il torrente,
l’area di proprietà del movimento, dove altri erano arrivati sin dalla
prima mattina.
La Questura, non paga delle recinzioni e dei cancelli
che serrano via dell’Avanà a Chiomonte, ha deciso di chiudere anche il
ponte con jersey e truppe con idrante. Dopo la costruzione di un albero di
natale no tav fatto dai bambini, a centinaia i No Tav sono risaliti in
paese, bloccando a più riprese la statale e interrompendo per una mezz’ora
anche il traffico ferroviario. A fine giornata, sul ponte, la polizia ha
azionato l’idrante e sparato lacrimogeni. Dai boschi petardi e fuochi
d’artificio hanno illuminato la sera.
Il 9 dicembre la Procura
ha consegnato in carcere una nuova ordinanza di custodia cautelare a
Francesco, Graziano e Lucio, i tre No Tav in carcere da luglio il
sabotaggio del 14 maggio 2013, lo stesso per il quale domani sarà emessa
la sentenza per gli altri quattro No Tav.
Su questa nuova iniziativa
della Procura Anarres ha intervistato, uno dei loro avvocati, Eugenio
Losco, del foro di Milano. Con lui abbiamo parlato anche dell’attesa per
la sentenza di domani
Ascolta la
diretta sul nostro blog
Domani, dopo il
tribunale, che probabilmente si pronuncerà nel primo pomeriggio,
l’appuntamento è alle 17,30 in piazza del mercato a
Bussoleno.
Se le notizie dal tribunale saranno buone sarà un giorno di festa. In caso contrario la risposta del movimento No Tav sarà forte e chiara.
Forte è stata l’indignazione per la sentenza che ha cancellato la
dignità di migliaia di lavoratori e cittadini di Casale Monferrato,
torturati a morte e uccisi dai padroni della Eternit. La giustizia dei
tribunali, ancora una volta ha mostrato il suo volto di classe, assolvendo
chi si è fatto ricco sulla vita dei più.
Qui nessuno è disposto a
morire senza resistere, nessuno spera nella giustizia dei tribunali. I No
Tav lo hanno imparato negli anni: la libertà non si mendica, bisogna
conquistarla.
Per info, appuntamenti, approfondimenti:
www.anarresinfo.noblogs.org
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