[Diritti] Anarresinfo. 14 novembre di lotta tra Torino e Chiomonte
- Subject: [Diritti] Anarresinfo. 14 novembre di lotta tra Torino e Chiomonte
- From: "maria matteo" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 13 Nov 2014 17:52:17 +0100 (CET)
- Importance: Normal
- Reply-to: fat at inrete.it
Anarres-info. 14
novembre di
lotta tra Torino e Chiomonte
Giovedì 13 novembre
ore 21 in
corso Palermo 46
Autogoverno e resistenza popolare in Rojava
Ne parliamo Ferat e Ezel del MED – centro culturale curdo – di
Torino e
con Daniele Pepino, curatore dell’opuscolo “Dai monti del
Kurdistan”
Venerdì 14 novembre
Chiomonte
Domani ci sarà la richiesta delle pene per i quattro No Tav accusati di
attentato con finalità di terrorismo per il sabotaggio di un compressore
all'interno del cantiere di Chiomonte.Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò
sono in
carcere da oltre 11 mesi. In questi mesi il popolo No tav si è stretto
intorno
a loro.
Ci sarà anche il 14 novembre. Alla sua maniera. Ai cancelli della Centrale a
Chiomonte.
Appuntamento alle 17.
Torino
Sciopero generale di 24 ore
Corteo dalle 9,30 in
piazza Arbarello
Sabato 22 novembre
Corteo No Tav a Torino
Esodo, conflitto, autogestione
Senza servi, niente
padroni
Renzi ha calato le sue carte. Carte pesanti. A Torino i numeri dei
disoccupati,
dei precari, dei senza casa, dei senza futuro non sono statistica ma
innervano
il tessuto sociale.
Il gioco di Renzi è volgare ma abile. Dopo decenni di erosione di libertà,
quei
pochi che ancora ne godono possono essere dipinti come “vecchi” privilegiati.
Chi è nato precario, chi a trent’anni ha una laurea e risponde al
telefono, chi
a 29 si ritrova ad essere un apprendista licenziato per sempre, non ha mai
conosciuto le tutele dell’articolo 18.
Il PD targato Renzi cerca di contrapporre i figli disoccupati ai padri
costretti a lavorare sino alla tomba.
È la fine di ogni finzione socialdemocratica. I figli della crisi stanno
imparando ad attraversarla, agendo forme di conflitto che provano a di
ri-definire un terreno di lotta che getti la questione sociale nel tessuto
vivo
delle nostre città. Una strada ancora in salita in cui la violenza della
polizia si intreccia con la rassegnazione di tanti. Ancora troppi.
Il movimento di lotta per la casa, i facchini che bloccano i gangli della
circolazione delle merci, ultimo nodo materiale, nella smaterializzazione e
parcellizzazione delle produzioni e dei contratti, sono i segni – per ora
ancora troppo deboli – di un agire che si emancipa dal piano meramente
rivendicativo e scende sul terreno della riappropriazione diretta.
La crisi e la macelleria sociale che ci è stata imposta, la perdita
irreversibile di un ampio sistema di garanzie e tutele, la fine dello scambio
socialdemocratico tra sicurezza e conflitto, ci offre la possibilità di agire
lotte che si emancipino dall’illusione della tutela statale.
Senza dimenticare che il rinnovato vigore della destra alimenta steccati e
soffia sul fuoco della guerra tra poveri. Se non riusciremo a creare un ponte
tra condizioni sociali separate da anni di frammentazione fisica e culturale,
se non sapremo intrecciare le pratiche e i percorsi rischiamo - ancora una
volta - una sommossa di piazza agita dalla destra.
Chi, dopo l’indizione dello sciopero generale da parte delle CGIL, nutrisse
illusioni farebbe bene a ricordare che il precariato e il caporalato legale,
sono stati sdoganati con gli accordi del 31
luglio
1993 e del 3 luglio 1994. I vent’anni di tabula rasa di diritti e tutele che
sono seguiti l’hanno sempre vista complice.
La CGIL gioca una partita la cui posta è bloccare i tagli a distacchi e
finanziamenti, i lucrosi spazi di cogestione che Renzi sta
attaccando.
Sul piano sociale si moltiplicano le reti territoriali, che
intrecciano
legami solidali nella pratica quotidiana, nella relazione diretta, nella
costruzione di percorsi di esodo conflittuale dall’istituito.
La scommessa vera è costruire nel conflitto, fare della fuoriuscita dalla
morsa
delle regole del capitalismo e dello Stato, il punto di forza per
l'estendersi
delle lotte.
Uno spazio pubblico strappato alla delega democratica, che in alcune
occasioni
si è creato nelle lotte per la difesa del territorio, è stato laboratorio di
idee e proposte radicali. Aumentano coloro che riconoscono l’incompatibilità
tra capitalismo e salute, tra capitalismo e futuro, offrendo spazi
all’emergere
di un immaginario, che mette all’ordine del giorno, come necessità di
sopravvivenza, la rottura dell’ordine della merce.
Le lotte contro gli sfratti e per l'occupazione di spazi vuoti spesso non si
limitano a cercare di sottrarre alcuni beni al controllo del mercato, ma
negano
legittimità alla nozione stessa di proprietà privata.
La fine delle tutele apre uno spazio – simbolico e materiale - per
riprenderci
le nostre vite, sperimentando i modi per garantir(ci) salute, energia, cura
degli anziani e dei bambini fuori e contro il recinto statuale. La
scommessa è
tentare percorsi di autonomia che ci sottraggano al ricatto del “peggio”,
ai processi di servitù volontaria (leggi, ad
esempio, lavori/tirocini/stage non pagati etc.), alla continua
evocazione dell’apocalisse che abbatte chi non segue i diktat della politica
nell’epoca del liberismo trionfante, della finanza anomica, della logica del
fare per il fare, perché chi fa mette in moto l’economia, fa girare i soldi,
“crea” ricchezza.
Sappiamo che questa logica “crea” solo macerie.
Lasciamo che Renzi e i suoi le spalino, noi abbiamo un mondo nuovo nei nostri
cuori, nelle nostre teste, nelle nostre braccia.
(Questo testo verrà diffuso dagli
anarchici della FAT al corteo dei lavoratori in sciopero domani a
Torino)
Interviste, appuntamenti e approfondimenti
14
novembre. Sciopero
generale
Sblocca
Italia.
Cemento e affari
Carrara.
Occupato il comune, nasce l’assemblea permanente
I
reparti
confino del nuovo millennio
Sfruttamento
made in
Eataly
Torino,
4 novembre. Impacchettati i bersaglieri, lungo Po Cadorna diviene lungo Po
Disertori
Disertori
tra
il Balon e Porta Palazzo
Da
Torino a Kobane. Una libertà senza confini
Remi
vive
nelle lotte. Corteo a Torino
La
Lega, i fascisti e
Grillo
Kobane.
Il gioco di potenza tra Stati Uniti e Turchia
Quella
notte c’eravamo tutti. Assemblea No Tav a Bussoleno
Torino.
La trama un po’ logora dei conrovertici
Per info e approfondimenti:
www.anarresinfo.noblogs.org
- Prev by Date: [Diritti] Il ‘lato oscuro della conservazione’: nuovo, durissimo rapporto di Survival International
- Next by Date: [Diritti] 14 novembre. Esodo, conflitto, autogestione
- Previous by thread: [Diritti] Il ‘lato oscuro della conservazione’: nuovo, durissimo rapporto di Survival International
- Next by thread: [Diritti] 14 novembre. Esodo, conflitto, autogestione
- Indice: