[Diritti] Torino, 4 novembre. Impacchettati i bersaglieri, lungo Po Cadorna diviene lungo Po disertori
- Subject: [Diritti] Torino, 4 novembre. Impacchettati i bersaglieri, lungo Po Cadorna diviene lungo Po disertori
- From: "maria matteo" <fat at inrete.it>
- Date: Tue, 4 Nov 2014 11:45:35 +0100 (CET)
- Importance: Normal
- Reply-to: fat at inrete.it
Torino, 4 novembre. Impacchettati i
bersaglieri, lungo Po Cadorna diviene lungo Po disertori
Nella
giornata che lo Stato italiano dedica alla celebrazione delle forze
armate, non potevano mancare gli antimilitaristi, che nelle ultime
settimane hanno dato vita a tante occasioni di informazione e lotta. Dalla
Giornata dei
disertori, alla serata “Ancora prigionieri della
guerra”, al film “E Jhonny prese il
fucile”, passando per la giornata
antimilitarista ai giardini
(ir)reali. In giugno il corteo contro l’Alenia a Caselle
torinese era stato il coronamento
di una lunga serie di iniziative.
Di seguito il post comparso
su indymedia svizzera sulle azioni di questo 4 novembre.
Il
monumento ai bersaglieri di corso Galileo Ferraris è stato impacchettato
con un grosso telo di plastica e vi è stata affissa la targa “(s)coprire
le vergogne del militarismo”.
Lungo Po “Luigi Cadorna” è
diventato lungo Po “Disertori di tutte le guerre”: una nuova targa ha
sostituito quella che ricorda il massacratore della Prima guerra mondiale.
Le nostre città sono piene di monumenti, targhe, lapidi che
ricordano assassini, gente che si è guadagnata una statua per aver ucciso,
bombardato, sgozzato, violentato. Questi sono gli esempi che i nostri
figli studiano a scuola, che incontrano in ogni piazza, in ogni strada,
questi sono i pilastri sui quali è edificata la nostra “civiltà”.
Non
vogliamo che i nostri figli vedano per le strade delle nostre città le
effigi di chi si guadagna medaglie ed onori ammazzando altri bambini,
bambini nati con la guerra e morti di guerra. Per loro nessuno erige
lapidi, né monumenti.
In questi anni, destra e sinistra, governo ed
opposizione, hanno cercato di arruolarci, di unirci con la paura, coprendo
le nostre vite con un sudario tricolore. Ma noi non ci siamo stati:
abbiamo disertato la loro guerra e stracciato le loro bandiere.
Le
basi della guerra sono a due passi dalle nostre case: fabbriche di armi,
caserme, aeroporti militari, poligoni di tiro. Lottiamo per chiuderle,
perché 53 milioni di euro che ogni giorno vengono spesi per garantire le
avventure militari dell’Italia, tra l’Afganistan, i CIE, il cantiere di
Chiomonte, servano per ospedali, scuole, trasporto pubblico.
Fare a
meno degli eserciti è possibile, ma nessuno Stato è disposto a rinunciare
al monopolio della violenza: farla finita con i mercenari in divisa
tricolore, significa farla finita con lo Stato, con tutti gli Stati, le
frontiere, le bandiere.
Il monumento ai bersaglieri è una
delle tante vergogne militariste che costellano questa città. Opporsi alla
guerra, agli eserciti è anche scegliere di rifiutarne la retorica, i
simboli di odio e violenza, la ragion di Stato che si fa pietra e bronzo.
Nel centesimo anniversario dell’inizio della prima guerra
mondiale, si moltiplicano le celebrazioni di quel massacro. I militari, lo
hanno deciso i ministri della difesa e della pubblica istruzione, vanno a
scuola a fare propaganda e per arruolare nuovi mercenari per l’esercito
italiano.
Luigi Cadorna è l’emblema di quella guerra, l’uomo
delle decimazioni, delle fucilazioni di massa, il responsabile della morte
e mutilazione di centinaia di migliaia di soldati.
Tanti di loro si
ribellarono, girando le armi contro gli ufficiali, disertarono,
rifiutarono di continuare la guerra. A loro – con una targa che
sostituisce quella del macellaio Cadorna – dedichiamo questa giornata. Per
un esercizio di memoria che è stato a lungo negato, ma poco a poco
riemerge.
Noi abbiamo scelto di essere uomini e donne di
parte. La parte degli oppressi, degli sfruttati, dei senzapatria. La parte
di chi crede che non c’è pace senza giustizia, la parte di chi crede che
non vi sono guerre giuste, né poteri buoni.
Anche a Trieste gli antimilitaristi hanno fatto un'azione
di arredo urbano in contemporanea
con la sfilata di bersaglieri "per il ritorno di Trieste
all'Italia".
www.anarresinfo.noblogs.org
- Prev by Date: [Diritti] 'Testa di c...' a Napolitano. Assolta la mamma che criticò il Presidente
- Next by Date: [Diritti] Tony e’ vivo grazie alla madre. No espianto organi.
- Previous by thread: [Diritti] 'Testa di c...' a Napolitano. Assolta la mamma che criticò il Presidente
- Next by thread: [Diritti] Tony e’ vivo grazie alla madre. No espianto organi.
- Indice: