[Diritti] Anarres. InformAzione, approfondimenti, appuntamenti
- Subject: [Diritti] Anarres. InformAzione, approfondimenti, appuntamenti
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Tue, 12 Nov 2013 15:52:47 +0100 (CET)
- Importance: Normal
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Anarres. InformAzione, approfondimenti,
appuntamenti
Anarres ha cambiato orario di trasmissione.
Lo
sbarco settimanale sul nostro pianeta è anticipato alla mattina, dalle
10,45 alle 11,45.
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Appuntamenti
Martedì 12 novembre assemblea No Tav a Torino in corso Peschiera
368
Interverranno: Alberto Perino, Maria Matteo, Claudio Novaro, Tobia
Imperato, Mario Frisetti. Qui il
manifesto
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Sabato 16 novembre
manifestazione No Tav a Susa
Appuntamento ore 13 in
piazza d’armi – stazione ferroviaria
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Martedì 19
novembre ore 9 aula 54 processo ad 11 anarchici per vilipendio alla
bandiera e alle forze armate.
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Venerdì 22 novembre. Il gioco dell’economia. Chi vince e chi
perde al di là della retorica sulla crisi
Il termine crisi è
stato tanto usato da apparire logoro. Un mero rumore di sottofondo che
accompagna qualsiasi discorso politico. Un rumore che si manifesta ogni
volta che il governo attua tagli ai servizi e alle assunzioni, aiuti alle
aziende, aumenti delle imposte.
È il rumore che ha accompagnato tutti
i discorsi sulla flessibilità pretesa ed imposta ai lavoratori, la
riduzione delle tutele, il taglio delle pensioni, la precarietà
permanente, la disoccupazione cronica, la retorica dei giovani e la
retorica dei vecchi, tutte orientate a ingannare gli uni e gli altri,
facendoli sentire in colpa tutti.
Peccato che negli anni della
“crisi”, tra il 2008 ed oggi i super ricchi, i Paperoni, sono
cresciuti.
L’economia è un gioco a somma zero: se qualcuno perde,
qualcun altro guadagna. In questi anni vissuti male, con la fatica di
arrivare a fine mese, giocata sul risparmio su tutto, compreso
l’essenziale, qualcuno, già ricco, lo è diventato di più.
Capirne di
più, per smontare il discorso della crisi, è sempre più importante.
Ne parliamo venerdì 25 ottobre alle ore 21 in corso Palermo
46.
Interverrà Francesco Carlizza.
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InformAzione
Crepe al Palagiustizia. Caselli se ne va
I
processi contro i No Tav hanno una corsia privilegiata rispetto
agli altri. Quello per lo sgombero della Maddalena e l’assedio del 3
luglio continua in aula bunker con l’esibizione dei poliziotti di
servizio in quelle giornate. La tesi è sempre la stessa: attacco
paramilitare, gruppi organizzati, violenza. I violenti pestaggi dei
manifestanti arrestati, documentati da un video, i lacrimogeni che, oltre
a intossicare, hanno ferito chi ha avuto la ventura di intercettarne le
curiose parabole, spariscono dalle pittoriche descrizioni di un vice
commissario dalla carriera in declino come quella di Massimo D’Alema,
il suo referente politico di sempre.
Il lavoro della Procura è
incessante su ogni fronte: in questi giorni sono arrivati avvisi di
garanzia a No Tav accusati di aver spostato dei jersey che impedivano
il passaggio dei manifestanti nel 2011.
Piccole crepe si stanno
aprendo anche nel fronte della magistratura.
Le dimissioni da
Magistratura Democratica di Giancarlo Caselli, il Procuratore capo di
Torino, per ben due volte confermato nell’incarico nonostante il raggiunto
limite di età, sono il segnale di un malessere che ha oltrepassato i
confini della società civile per investire la stessa magistratura.
Casus belli la pubblicazione sull’Agenda 2014 dell’associazione
di un articolo di Erri De Luca titolato “Notizie su Euridice”. De
Luca in questo pezzo, più poetico che politico, racconta gli anni Settanta
dalla parte dei perdenti, di quelli che si ritrovarono sui banchi degli
imputati, quando la pubblica accusa era in mano a magistrati democratici e
di sinistra come Giancarlo Caselli.
Intollerabile per il Procuratore
della Repubblica, nonostante Magistratura Democratica abbia pubblicato il
pezzo di De Luca con una nota introduttiva, in cui prende le distanze
dalla “violenza” in ogni sua forma. Ma ben più intollerabile e, forse,
all’origine vera delle dimissioni dall’associazione che aveva
contribuito a fondare, è la notizia, per ora non esplosa sui media che
proprio Magistratura Democratica promuoverà un convegno sulla giustizia e
i processi No Tav che si svolgerà all’interno del Palagiustizia di Torino.
Uno schiaffo a mano aperta al Procuratore che più si stava spendendo per
ottenere condanne contro il movimento di resistenza alla Torino Lyon.
Tanto intollerabile che l’11 novembre Caselli ha annunciato le proprie
dimissioni da Procuratore: dal 28 dicembre andrà in pensione con
cinque mesi di anticipo sulla scadenza dell’incarico, fissata al 9
maggio.
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Congo. Il grande gioco tra
kalashnikov e miseria
Le guerre, qui, sono legate a nomi
misteriosi, alla tavola di Mendeleev: il tantalio per esempio, un metallo
che resiste alla corrosione. Lo scavano qui in queste foreste uomini
disperati, con la vanga, le mani, impastati di sudore. Tante piccole mani
stanno distruggendo la grande foresta. E la cassiterite? Chi l’ha mai
sentita nominare? Serve per leghe speciali e per saldare: anche questa si
nasconde in questa terra nera come il sangue raggrumato. Come il coltan,
l’oro, il tungsteno.”
Così scriveva Domenico Quirico in un articolo
pubblicato mercoledì scorso sul quotidiano “La Stampa”.
La notizia
era la ritirata dell’ultimo dei movimenti guerriglieri che si contendono
il controllo delle miniere o, almeno, delle vie di comunicazione.
Un’enorme ricchezza che è diventata una sorta di dannazione, dove gli
attori sul campo sono solo le marionette tragiche delle grandi potenze che
da decenni si contendono il controllo di quella che un tempo era la più
feroce occupazione coloniale europea. I belgi di re Leopoldo
rivaleggiarono e vinsero la battaglia contro i colonialisti francesi,
inglesi, italiani, tedeschi.
Un grande gioco di potenza i cui effetti
collaterali sono violenza e miseria estreme.
Una storia ed un
presente che negli ultimi vent’anni ha assunto il sapore di una guerra
mondiale africana. Continua…
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Grecia. La casa nel mirino delle banche
L’ultima
notizia dalla Grecia è lo sgombero della TV statale, chiusa di imperio dal
governo in una notte e subito occupata dai lavoratori, che hanno
continuato a farla vivere per 150 giorni, raccontando i movimenti e le
lotte. Un’esperienza che il governo Samaras non poteva più tollerare: ieri
mattina la polizia in assetto antisommossa ha sgomberato gli uffici
occupati.
Un ulteriore tassello della lotta dello Stato greco contro
l’informazione dal basso e le esperienze di autogestione, capaci di
eludere la propaganda di regime e insieme essere strumenti per la
solidarietà e il mutuo appoggio.
Sul fronte delle lotte sociali
l’ultimo sciopero generale del pubblico impiego, complici le violente
piogge che hanno frustato le principali città greche, non ha avuto una
partecipazione adeguata allo scontro in atto. Probabilmente, dopo 35
scioperi generali, la gente stremata dal duro prezzo imposto dal governo e
dalla trojka.
In questi giorni si sta profilando un nuovo orizzonte
di lotta, quello della casa.
In Grecia moltissimi sono prorietari
della casa dove abitano. La crisi ha reso difficile pagare i mutui o le
ipoteche accese per far fronte alla difficoltà quotidiane. Ipoteche
concentrate nelle mani di poche banche che ne hanno fatto incetta a scopo
speculativo.
Sinora la bomba sociale innescata da questa situazione
non è scoppiata perché i governi avevano imposto una moratoria di sgomberi
e sfratti, tuttavia oggi la trojka pretende di attaccare l’ultimo baluardo
tra povertà e miseria, chiedendo che i debiti vengano pagati.
Se ciò
avvenisse le case immediatamente espropriabili sarebbero oltre 100.000.
Calcolando in maniera ipotetica che solo la metà siano realmente abitate,
le conseguenze sarebbero devastanti.
Non meno di centocinquantamila
persone si troverebbero in strada. Non solo. Gran parte di queste case
verrebbero acquistate ad un prezzo inferiore al loro valore. Gli sfrattati
sarebbero ancora in debito con le banche. Un debito inesigibile. Continua…
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Lo spettacolo della politica tra realtà e reality
La
politica istituzionale mette in scena lo spettacolo della propria
decomposizione senza alcun pudore di facciata. Lo scontro nel PDL tra il
partito del governo e quello del cavaliere, le iscrizioni gonfiate al PD
per l’elezione dei responsabili di sezione in vista della scelta tra
l’uomo mediatico e quello invisibile, tra Renzi e Cuperlo, il reiterato
scontro sulle regole tra i pentastellati ci offrono una scena tragicomica,
dove la farsa tiene banco con la serietà di una storia autentica. In
un’epoca dove la realtà misura i propri successi mimando il reality, nulla
ci dovrebbe stupire e infatti nulla più stupisce.
Sin qui è la fiera
dell’ovvio. Meno ovvia la paralisi dell’indignazione, la stanchezza della
reazione, che si misura più nella diserzione dalle urne che sul terreno
dello scontro sociale, uno scontro che appare tanto inevitabile quanto
remoto, in un’infelice ossimoro delle cose, che schiaccia le aspettative e
rende monca l’analisi. Continua…
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No Tav. Assedio all’hotel Napoleon
Susa. Circa 150 No
Tav hanno dato vita ad una manifestazione a sorpresa davanti all’hotel
Napoleon, che ormai da anni ospita le truppe di occupazione di stanza a
Chiomonte. Per due ore e mezza, tra slogan e canti partigiani, gli
attivisti hanno aperto uno striscione con la scritta “via le truppe di
occupazione” di fronte all’ingresso principale dell’albergo.
Sul
retro si è attestato un altro gruppone. I carabinieri, comandati dal
capitano Pieroni, che ha sostituito da qualche mese Mazzanti sulla piazza
di Susa, hanno atteso inutilmente i rinforzi. Il gran dispiegamento di
forze per la partita Juventus Real Madrid ha evidentemente reso più
difficili gli spostamenti di truppe.
Così il cambio turno al cantiere
fortino è saltato. Un granello di sabbia nell’ingranaggio della macchina
dell’occupazione militare. Continua…
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CIE di Gradisca. Chiuso dopo la rivolta
L’ultima
rivolta che ha scosso il CIE di Gradisca ha portato a termine la
distruzione cominciata in agosto, quando la struttura isontina era stata
attraversata da rivolte, fughe e incendi.
Di oggi la notizia che il
centro è stato completamente svuotato. Continua…
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Spesa di guerra e baby pensionati con il mitra
Caccia,
blindati, elicotteri, fregate: la spesa di guerra aumenterà in modo netto
rispetto allo scorso anno. Grazie ad un trucco: i costi non ricadono sulla
Difesa, ma sullo Sviluppo economico.
I fondi per l’acquisto di
armamenti saranno 5,5 miliardi di euro, grazie al contributo del ministero
dello Sviluppo Economico che mette a disposizione 2.182 milioni per
comprare sistemi militari. Continua…
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Il business
dell’educazione vaticana
Non si è ancora spenta l’eco dell’aspra
polemica che ha scosso il consiglio comunale torinese sulla vicenda dei
“corsi sull’omosessualità” basati sulla concezione cattolica. Questi
corsi, ormai cancellati, erano promossi dall’istituto privato Faa di
Bruno, una delle tante scuole che a Torino ricevono lauti finanziamenti
dal Comune.
Al di là di questa vicenda in cui entrano in collisione
la libertà di espressione e la tutela della libertà di tutti e di tutte di
esprimere il proprio orientamento sessuale, la questione vera è il
finanziamento pubblico di scuole confessionali in funziona suppletiva
degli istituti pubblici, decimati da tagli di spesa e di personale ormai
da moltissimi anni. Il vecchio motto “chi crede in dio, se lo preghi e se
lo paghi” non ha effetto sulle scelte di una classe politica, che dopo la
diaspora democristiana, gioca le proprie fortune all’ombra del Vaticano.
Un gioco facile quando al governo e all’opposizione si trovano gli eredi
post-moderni della balena bianca.
Per capirne di più abbiamo deciso
di fare i conti in tasca ai preti. Continua…
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Fiamme al Picapera. Fiaccolata a Vaie
Il presidio
Picapera di Vaie non c’è più. Intorno alle 11 di venerdì 1 novembre è
stato dato alle fiamme. Venne costruito alla fine del 2010, nella stagione
di resistenza alle trivelle, per impedire un sondaggio geognostico, lo
stesso luogo dove dovrebbe spuntare il treno, dopo un lungo tratto in
galleria, era diventato punto di riferimento per la comunità di Vaie e per
tutta la vasta comunità No Tav. Continua…
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16 novembre. Manifestazione popolare No Tav a Susa
Disinformazione, menzogna esplicita, persino la calunnia sono state armi
ampiamente usate contro il movimento No Tav. Gli attivisti di lungo corso
non ne fanno certo una malattia: si vaccinano ogni anno al principio
dell’autunno. Quest’anno il ceppo influenzale è particolarmente
virulento.
Il tema è quello consueto. La tesi è sempre la
stessa: la maggioranza dei No Tav sarebbe ostaggio di una minoranza di
violenti. Il movimento è fatto di brave persone disponibili a manifestare
pacificamente, senza provare ad inceppare i meccanismi del cantiere.
Suonano questa canzone con infinite variazioni da moltissimi anni, ma non
riescono mai a darle la giusta intonazione. Il movimento li ha sempre
smentiti. Con le parole e, soprattutto, con i fatti. Continua…
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19 ottobre.
Note a margine
Una riflessione dopo la giornata romana del 19
ottobre. L’articolo, in versione lievemente ridotta, è uscito sul numero
di questo mese di Arivista. Leggilo in versione
integrale
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Legge di stabilità. Un ricco regalo alle
banche
Pochi sanno che nella legge di stabilità in discussione in
questi giorni c’è anche un bel regalo alle banche.
Vediamo come.
Continua…
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Torino. Assolti gli antifascisti
Si è concluso il
processo a
quattro antifascisti accusati inizialmente di furto
aggravato per aver strappato manifesti inneggianti alla marcia su
Roma.
Un processo andato avanti per oltre un anno, nonostante
gli stessi testimoni
dell’accusa
avessero negato il furto.
Il PM, certo di perdere il processo, ha
infine deciso di cambiare il capo di accusa in danneggiamento.
Un altro bel coniglio dal cappello del PM Antonio Rinaudo, un
prestigiatore di gran fantasia. Gli è andata male con il furto, ci ha
provato con il danneggiamento, ma gli è andata male anche
così.
Lunedì 28 ottobre – a tre anni esatti dai fatti – gli antifascisti
sono stati assolti. Continua…
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Assemblea popolare No Tav. Il video
Venerdì 25 ottobre
si è svolta a Bussoleno un’assemblea popolare No Tav.
Qui l’articolo e il video
del “Fatto Quotidiano”
Nella sala del donBunino c’erano oltre 300
persone.
L’assemblea ha deciso di promuovere una manifestazione
popolare No Tav il 16 novembre a Susa.
Qui il video integrale della serata.
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No Tav tra aula bunker e caserma
degli alpini
La proposta di un’apericena davanti alla caserma
Ceccaroni di Rivoli è partita dalle “Fomne contra l’Tav – Donne contro il
Tav”. Nessuna pubblicità, solo passaparola.
Di fronte alla caserma
degli alpini, gli stessi di servizio nella zona occupata in Clarea, si
sono ritrovati una sessantina di attivisti No Tav, armati di bandiere e
volantini. Continua…
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Nuove leggi contro i No Tav?
La scorsa estate il
decreto sul femminicidio divenne l’occasione per mettere insieme altre
questioni (dal furto di rame all’arresto in differita per gli ultras) del
tutto estranee alla violenza di genere. Un pacchetto sicurezza
camuffato.
La legge omnibus varata dal parlamento tocca gli attivisti
No Tav in tre punti.
In tutti i casi si tratta di un’estensione degli
ambiti di applicazione di norme, che, all’occorrenza potevano già essere
usate contro i No Tav.
Vediamo come. Anarres ne ha parlato con
Roberto Lamacchia uno degli avvocati del collegio di difesa dei No Tav.
Continua…
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Chi intercetta chi. Il segreto di Pulcinella
Un
segreto che sanno tutti, ma deve restare segreto, non è un divertimento
per bambini, ma il gioco di quegli adulti che siedono sulle poltrone dei
potenti.
Tutti sanno che i governi fanno la spia, altrimenti non si
capirebbe a cosa servano i tanti servizi di intelligence alle dirette
dipendenze dall’esecutivo di turno.
Ogni governo sa o sospetta di
essere spiato dal vicino, che a sua volta è registrato, ascoltato,
fotografato.
Lo scandalo suscitato dalle rivelazioni di Edward
Snowden, il dipendente della National Security Agency, esule in Russia,
dopo aver vuotato il sacco sulle orecchie lunghe dell’agenzia per cui
lavorava, non è il fatto in se, ma il fatto che la grande potenza
statunitense si sia fatta pizzicare con le mani nel sacco. Continua…
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Mineo. Blocchi e scontri: la rivolta dei rifugiati
“Ad altezza
d’uomo, sparate ad altezza d’uomo”. E’ una voce fuori campo che grida ai
poliziotti dell’antisommossa di sparare i candelotti lacrimogeni, mirando
al corpo degli uomini in rivolta nella campagna di Mineo.
La tensione
che stava crescendo da mesi nel Centro di accoglienza per rifugiati e
richiedenti asilo in provincia di Mineo è esplosa. La nona rivolta in meno
di due anni, la più dura. Continua…
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Droni assassini. Amnesty sul
Waziristan
Si intitola Will I be next? US drone strikes in Pakistan, “Sarò
io il prossimo? Gli attacchi con i droni USA in Pakistan”. E’ il rapporto
preparato da Amnesty International e presentato ieri a Londra. Gli Stati
Uniti hanno utilizzato massiciamente i droni in Pakistan sin dal 2004. Nel
mirino le cosiddette aree tribali del nord-ovest del paese e, in
particolare il Waziristan. Queste regioni, mai controllate a pieno dallo
Stato pachistano sin dall’indipendenza, sono abitate dalle stesse
popolazioni di lingua e origini persiane che vivono al di là del passo
Khyber, in Afganistan. In Pakistan sono dette pathan, in Afganistan,
pashtun. Le aree “tribali” del Pakistan sono state la culla delle scuole
coraniche deobandi, in cui si sono formati i talebani.
Queste aree,
sospettate di dare rifugio e appoggio sia ai guerriglieri talebani che
agli esponenti dell’internazionale islamica Al Quaeda, sono entrate nel
mirino dell’amministrazione statunitense, che ha ordinato attacchi con i
droni, gli aerei senza pilota, guidati da lontano verso gli obiettivi
prescelti.
I droni hanno ucciso numerosissimi civili: Il j’accuse di
Amnesty è fortissimo: gli Stati Uniti sono accusati di crimini contro
l’umanità. Continua…
°°°°°°
Bossi-Fini. Schiavi per legge
La morte di 359 migranti
al largo di Lampedusa ha riaperto il dibattito sulle leggi che
stabiliscono le regole per l’ingresso legale di lavoratori stranieri nel
nostro paese.
Ma la Bossi- Fini non è, né è mai stata, in
discussione. Il governo ha scelto ancora una volta di puntare sulla
repressione, sull’estensione dei pattugliamenti, sugli accordi con i paesi
di partenza.
Per capire meglio l’origine, gli sviluppi e
l’applicazione concreta di queste norme razziste, abbiamo sentito
l’avvocato Gianluca Vitale, da molti anni in prima fila nella difesa degli
immigrati senza carte, che finiscono imbrigliati nelle rete della
Bossi-Fini. O, meglio, della Turco-Napolitano-Bossi-Fini. Ascolta
l’intervista
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Appuntamenti fissi
Ogni lunedì ore 21 – al presidio No Tav
di Venaus – riunione del gruppo di monitoraggio del cantiere
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Ogni martedì riunione del collettivo
antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” ore 21 in corso Palermo
46.
Il numero contro gli abusi psichiatrici funziona tutti i giorni
con segreteria telefonica. Il martedì – dalle 19 alle 21 - rispondiamo
direttamente.
Segnati il numero e fallo girare. 328 7623642
°°°°°°°°
Ogni giovedì – ore 21 in corso
Palermo 46 - riunione degli anarchici della FAT aperta a tutti gli
interessati.
°°°°°°°°°°
Le riunione di
“Antirazzisti contro la repressione” sono aperiodiche. La prossima
è giovedì 14 novembre ore 19,30 in corso Palermo 46
°°°°°°°°°
Ogni venerdì – dalle 10,45 alle 12,45 – anarres va in onda sui
105,250 delle libere frequenze di radio blackout. Se sei lontano puoi
sentire anche in streaming accedendo dal sito della radio
www.radioblackout.org
°°°°°
Appello.
10.000 euro di solidarietà
Cari compagni e compagne,
siamo obbligati a fare appello alla vostra solidarietà attiva. Numerosi
compagni e compagne della Federazione Anarchica Torinese sono sotto
processo per la loro attività politica e sociale. Abbiamo in corso ben due
maxi processi per la nostra attività antirazzista, un processo per
antifascismo, uno per antimilitarismo, uno per il nostro impegno nel
movimento No Tav.
Banali azioni di informazione e lotta sono entrate
nel mirino della magistratura. Un presidio antirazzista diventa violenza
privata, una performance antimilitarista un’offesa alla sacralità
dell’esercito, il buttare via un manifesto fascista danneggiamento,
un’azione popolare di contrasto al Tav viene perseguita con durezza.
Alcuni di noi hanno già subito nel recente passato condanne per la
propria attività politica. Alcuni di noi rischiano la galera.
Siamo
convinti che il miglior modo per rispondere alla repressione dello Stato
consista nel continuare con ancora maggior impegno le lotte nelle quali
siamo impegnati.
Siamo anche convinti che campagne pubbliche di
appoggio ai compagni finiti nel mirino della magistratura possano
riportare sul terreno della lotta le vicende che lo Stato vorrebbe
relegare in un’aula di tribunale.
I processi hanno anche un costo
molto elevato, sia per gli avvocati che per tutte le carte che la
burocrazia della repressione pretende.
Ci servono urgentemente circa
10.000 euro.
Non siamo in grado di farcela da soli.
Il conto
corrente postale cui potete inviare i vostri contributi è il numero –
1013738032 – intestato a Maria Margherita Matteo,
Torino.
codice IBAN IT35 Y076 0101 0000 0101 3738
032
Codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX
°°°°
http://anarresinfo.noblogs.org
per info
chiamate 338 6594361
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