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[Resistenza] Intervista a Daniele Forte, presidente di Etinomia
- Subject: [Resistenza] Intervista a Daniele Forte, presidente di Etinomia
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Wed, 25 Sep 2013 05:43:34 -0700 (PDT)
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e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
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Intervista a Daniele Forte, presidente di Etinomia
l’associazione che in collaborazione con il movimento NO TAV organizza
gli Stati Generali del Lavoro del 27, 28 e 29.09.13 a Vaie -Val di Susa
Nei giorni scorsi Panorama e il Giornale sono scesi in campo contro il
movimento No TAV, gli Stati Generali del Lavoro ed Etinomia, definita
“associazione poco conciliante”. Vuoi presentare questa “associazione poco
conciliante”… giustamente poco conciliante?
Etinomia è un’associazione di
imprenditori etici per la difesa dei beni comuni, che è nata per riportare al
centro della questione economica il tema della dignità e della solidarietà, di
rapporti sostenibili tra i soggetti che sono protagonisti del, chiamiamolo,
mercato economico.
Parliamo di imprenditori che offrono
beni e servizi, ma anche di fornitori e di clienti. Chiaramente abbiamo fatto
tesoro dell’esperienza che il movimento NO TAV ha lasciato sul territorio in
termini di solidarietà e di costruzione di un senso di comunità, che secondo
noi è proprio la base di partenza per poter pensare a un’economia sostenibile.
Io richiamo sempre il concetto di “riconoscenza”, termine che utilizzo con una doppia
valenza: riconoscenza nel senso che sono grato per un servizio ben offerto, per
un prodotto di qualità, per il fatto di operare con dignità e rispetto
dell’ambiente e del territorio, ma anche nel senso che mi piace riconoscere
negli occhi di chi mi offre un servizio e della persone a cui offro un servizio
una comunità di valori, ecco questo è un tema importante: per far ripartire
un’economia di base, bisogna ripartire da questo tipo di concetto.
A parte che “poco conciliante” è una
frase sintatticamente incompleta, da consumato giornalista, noi siamo
certamente poco concilianti nei confronti dei comportamenti mafiosi, dell’appropriazione
indebita di beni comuni, di una pratica economica ultraliberista, del mancato
rispetto della legalità nei contesti economici. Nei confronti di questi temi
siamo ampiamente poco concilianti, per il resto come dimostrano le iniziative
che promuoviamo sono di solito di grande apertura, anzi cerchiamo di
coinvolgere il più possibile anche soggetti apparentemente lontani dalla lotta
contro il TAV.
Un po’ di storia di Etinomia…
Etinomia è nata durante i dibattiti all’interno
del movimento NO TAV nell’estate del 2011, un momento in cui c’erano delle importanti
azioni di presidio e difesa del territorio prima dell’installazione del
cantiere che adesso si vede per il tunnel geognostico. Lì si è cominciato a
riflettere del tipo di ruolo che potessero avere anche gli imprenditori che si
riconoscono dietro quel tipo di bandiera, per proporre qualcosa di diverso al
territorio che non fosse solo devastazione. Ci siamo subito interrogati su che
tipo di proposta più generale potevamo fare. Un programma generale lo stiamo
sviluppando, la situazione è mutevole e non abbiamo la pretesa di avere la
ricetta da proporre per cambiare il mondo del lavoro e dell’economia domani.
Quello di cui siamo certi è che bisogna rimettere al centro le necessità
essenziali della persona, non solo materiali, ma anche legate al benessere
psicologico, alla cura, le necessità culturali e sociali, in ogni campo. Se si
parte da questo, si capisce cosa si può cominciare a produrre e scambiarsi,
anche non in forma meramente monetaria, a partire da contesti territoriali
riconoscibili innescando una potenzialità produttiva che può far ripartire una macchina che attualmente è asfittica.
La cooperativa “dALa TERra NATIVA” è stata l’esordio di Etinomia. Gli ingredienti
di partenza sono stati un gruppo di disoccupati che si organizzano e alcuni
terreni incolti sono gli “ingredienti” base da cui è nata la cooperativa. Quali
sono state le tappe che hanno portato
alla sua costituzione e che ruolo ha avuto Etinomia?
A onor del vero la cooperativa si è
costituita prima di Etinomia e, soprattutto in una fase iniziale, ha
contribuito molto a ispirare Etinomia, a proporre le idee che la sorreggono. La
storia è una storia semplice, che probabilmente trova delle analogie anche in
molte altre parti d’Italia. Si tratta di persone che, nel momento in cui hanno
perso il lavoro, hanno deciso di scommettere sul valore della terra per capire
se poteva diventare un sostentamento all’economia familiare. Quindi hanno
recuperato dei terreni, sono riusciti anche con la solidarietà popolare (e qui ritorna
il senso di comunità e di territorio percepibile) a recuperare dei terreni che
difficilmente in altre occasioni sarebbero stati dati in concessione… qui
l’attaccamento alla terra è molto forte, in epoche passate difficilmente i
proprietari avrebbero consegnato i loro terreni da coltivare. Cioè i terreni incolti sono stati ceduti
gratuitamente dai proprietari? Magari anche non gratuitamente, ma bisogna
considerare che anche solo affittare un terreno a un soggetto terzo per un ex
agricoltore e un ex proprietario terriero è un tabù incredibile. Questa logica
individualista è stata superata indipendentemente dal fatto della gratuità e
dell’affitto, ma come gesto di apertura che prima non si era manifestato. Il bello
di questa esperienza è di aver rotto il muro di diffidenza e di aver
ricostruito la solidarietà tra le persone.
La cooperativa dALa TERra NATIVA ci
ha fatto conoscere questo tipo di solidarietà extraeconomica, che Etinomia ha
interiorizzato e fatto diventare una proposta anche per altre realtà economiche
che a questa solidarietà possono attingere per
ricavare speranza e fiducia in un modo diverso di fare economia.
Qualche esempio di attività che Etinomia svolge? Ad esempio ci risulta
che avete promosso la creazione di alcuni mercati di vendita…
Questa è stata una delle prime attività
a cui ci siamo dedicati, la promozione di alcuni mercatini per allargare la
base di vendibilità dei prodotti di alcuni nostri associati, stimolando la
partecipazione e quindi l’ampliamento dell’attività in senso stretto. Ma
l’attività su cui effettivamente lavoriamo e che secondo me funziona molto è
proprio la creazione di una rete tra imprenditori.
Etinomia, oltre ad avere un organo
direttivo tipico di ogni associazione, è divisa in gruppi di lavoro, ci sono
gruppi che si occupano di tematiche specifiche. I più fertili sono ad esempio
quelli dedicati all’edilizia, all’energia, al commercio che raggruppano
soggetti non per forza specialisti del settore, ma che vedono in quella
tematica un campo interessante di riflessione e gli scambi di lavori tra
soggetti complementari cominciano ad essere notevoli come anche la capacità di
coinvolgimento. Quindi, come prima cosa, strutturare la rete in modo che le
collaborazioni permettano di contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni e
l’importazione dall’esterno di beni di scarso valore, in modo da fare economia
sul posto (a questo fine abbiamo creato anche un embrione di moneta
complementare).
Poi promuoviamo il dialogo tra tutta
una serie di associazioni per valutare quali sono le azioni comuni laddove ci
siano delle visioni del mondo non coincidenti ma perlomeno conciliabili.
Oltre a questo c’è uno sportello
molto attivo che offre servizi di consulenza su tematiche sociali, su tematiche
del benessere, supporto psicologico. Non è un’attività economica perché in
prima battuta la consulenza è gratuita, ma fa anche orientamento al lavoro,
quindi permette a chi ha dei progetti di misurarli ed eventualmente renderli
realizzarli.
Infine c’è il rapporto con le
istituzioni. Fin dall’inizio abbiamo avuto un rapporto molto stretto con la Comunità montana,
partecipiamo ad alcuni bandi europei su tematiche che vanno dai rifiuti
all’energia, per iniziare a fare una programmazione su queste tematiche, magari
di medio termine in un territorio dove mancherà assolutamente un organismo che
sia in grado di assumere questo compito. La chiusura della Comunità montana
diventa un vulnus ulteriore in questa debolezza, su questo bisognerebbe
riflettere molto perché, al di là del significato politico di eliminare la Comunità montana in un
territorio dove si combatte contro il TAV, mancherà davvero un soggetto che
potrà fare una programmazione per 60mila abitanti, in un contesto di valle ampia
e popolosa e che quindi merita una programmazione autonoma. Etinomia potrebbe
diventare in futuro un soggetto che si assume parte di questi compiti.
Con gli Stati Generali del Lavoro, Etinomia e il movimento NO TAV
chiamano al confronto, all’elaborazione di proposte concrete e al coordinamento
per “dare vita ad un percorso di revisione e progettazione dell'intero sistema di
lavoro”. Come si svolgeranno gli SGL?
A parte la serata di presentazione di
venerdì 27 settembre, che è una serata di accoglienza e di avvio dei lavori che
farò io in qualità di presidente di Etinomia e probabilmente Alberto Perino del
Movimento NO TAV, il cuore dell’iniziativa si tiene sabato 28 settembre. In
otto locali nel comune di Vaie, nella palestra, in biblioteca, al presidio NO
TAV, in sala consiliare, si riuniscono otto tavole rotonde, in cui è possibile
discutere liberamente e affrontare temi specifici che non sono solo quelli
classici del lavoro, quindi il mero ruolo dell’impresa, l’attività sindacale,
la tutela, ecc., ma anche argomenti come il benessere e la dignità della
persona, il senso primo del lavoro in quanto tale, il ruolo che possono avere
gli amministratori in una fase molto critica come questa, la svolta che questa crisi
può avere e che rotta le vogliamo dare. Noi crediamo fermamente che si debbano
ridiscutere i paradigmi economici e dare una coscienza nuova alle persone.
Quello che immaginiamo possa essere fatto da una discussione aperta, fertile e
partecipata è la produzione di un documento che tracci un sentiero e che dia
delle indicazioni per stravolgere questi paradigmi, che contenga proposte molte
concrete: cosa va cambiato e che tipo di azioni devono essere poste in essere
(ad esempio il tema della programmazione territoriale per invertire la rotta).
Abbiamo offerto un’apertura totale in
termini di partecipazione, anche a realtà potenzialmente molto distanti da
Etinomia perché vogliamo inserire contributi che provengano da ogni tipo di
realtà le più diverse per ampliare questo tipo di proposta che verrà presentata
poi domenica 28 settembre insieme agli amministratori alla popolazione in una
giornata dove ci saranno anche momenti culturali, ludici e di intrattenimento.
Siamo convinti che, in questa fase di
crisi, intorno a un tema come il lavoro utile non si possa non creare unità
d’intenti e d’azione tra realtà anche diverse, quindi l’appello è stato aperto
a tutti perché dobbiamo individuare quale è il lavoro utile, fattibile e
sostenibile che serve a uscire da questa crisi.
E finora chi ha aderito all’appello alla partecipazione?
Le realtà più variegate, perché
abbiamo dai sindacati agli istituti di microcredito, dai politici ad alcuni
industriali della Val di Susa, da direttori di ospedale fino a docenti
universitari, cittadini, il movimento NO TAV, realtà che hanno proposte
politiche come le vostre, aziende occupate come la ri-Maflow di Milano…
l’elenco è lunghissimo, potrei andare avanti per mezz’ora… ricordo ancora anche
associazioni che si basano sulla difesa dei beni comuni come ReCommon, organi
di stampa come fabionews.info e il
cambiamento, intellettuali, realtà
che hanno progetti di programmazione microeconomica ben chiari e definiti… insomma
una partecipazione veramente variegata e su scala nazionale. Sarà veramente
interessante. Abbiamo coinvolto anche realtà solitamente distanti dal
movimento, associazioni di categoria come il CNA e Coldiretti. Un’apertura
completa e un’adesione altrettanto ampia, la strutturazione dei tavoli tematici
permette la più larga partecipazione, e la risposta che abbiamo avuto dimostra
che la scelta è stata vincente.
Gli SGL sono il segno del salto fatto dal movimento NO TAV, da centro promotore della resistenza e
l’opposizione a una grande opera di speculazione e devastazione a centro che
promuove la costruzione dell’alternativa al sistema della crisi, della
devastazione ambientale, della speculazione, della precarietà e della
disoccupazione, dell’abolizione dei diritti?
Sì, questo è vero. In realtà il
movimento ha sempre avuto questa tipo di capacità propulsiva. Secondo me questa
capacità propulsiva è stata il vero spauracchio dei cosiddetti poteri forti. Se
si analizza bene il tipo di azione mediatica, giudiziaria, politica condotta
contro il movimento NO TAV, tutto va nella direzione non solo di cercare di
soffocare il dissenso, e questo è un compito in qualche modo scontato per uno
stato conservatore come questo, ma soprattutto spezzare la capacità di
coinvolgimento del movimento NO TAV. Dopo i fatti del 2011, una delle azioni
più efficaci che il movimento NO TAV ha condotto in Italia è per esempio il NO
TAV Tour, che nei capoluoghi e non solo di provincia di tutta Italia ha
chiamato a raccolta tutte le forze che si riconoscono nella difesa dei beni
comuni, del territorio e dei diritti fondamentali.
Noi di Etinomia abbiamo forse avuto
il coraggio, in un momento di offuscamento anche mediatico di questa capacità,
di riproporre il tema del coinvolgimento più generale e allargato possibile, il
lavoro per un’associazione di imprenditori è un tema naturale. Va da sé che il
connubio tra NO TAV e tema del lavoro è stato di fatto dirompente. Se ci
vogliamo assumere un merito è quello di rimettere al centro la capacità di
coinvolgere il maggior numero di realtà possibile e cominciare a coordinare le
azioni in vista di una sollevazione (voglio usare questo termine, ma la
sollevazione è anche di coscienze) che abbia delle caratteristiche collettive.
Parli di “associazione di imprenditori” Ma Etinomia è composta solo da
imprenditori, ci collaborano solo imprenditori? E quando parli di imprenditori,
puoi specificare? Anche Marchionne, Riva, Benetton, ecc. sono imprenditori…
No. Etinomia non è solo
un’associazione di imprenditori. Fin dalla sua nascita, al tavolo costituente
erano seduti cittadini comuni, dipendenti del settore pubblico e privato, disoccupati
e precari, studenti, tutte persone che avevano intuito fin dall’inizio che non
si stava dando vita all’ennesima associazione di categoria, ma che tutti
insieme si sarebbe potuto lavorare, sotto l’egida di valori condivisi, per
cercare di creare un mondo a misura d’uomo. Questo mix di competenze,
esperienze ed estrazioni è la vera ricchezza di Etinomia, permette di pensare e
vivere il ruolo di imprenditori sapendo di poter orientare (e promuovere) i
propri passi e le proprie azioni in una direzione che rispetti quanto è utile e
necessario alla popolazione e al territorio.
Gli SGL sono anche una “dichiarazione d’intenti” da parte di Etinomia,
che la prospettiva è di allargare la sua sfera di attività anche al di fuori
della Valle?
Si certo, ma in realtà questo è
sempre stato nelle corde dell’associazione. Ho sempre detto andando in giro che
Etionomia è un format riproponibile, quello che immagino è che possa esistere un’Etinomia
in ogni città, in ogni valle, in ogni contesto in cui può nascere o già
esistono (perché ne esistono tante) realtà di comunità sufficientemente
fertile.
Sicuramente Etinomia può raccogliere
le istanze collettive e farsi promotrice e coordinatrice di un’azione
condivisa. Il nostro sito internet e il nostro modo di raccolta di adesione non
pone limiti. Attualmente, a livello simbolico abbiamo qualche iscritto in
Sicilia e sicuramente qualcuno in Toscana. La vocazione nazionale già esiste,
attualmente Etinomia è un’associazione di volontariato, quindi chiaramente
opera con i limiti che questa caratteristica riproduce e comporta. Il mio
desiderio, ripeto, è che il nostro tipo di proposta possa essere replicato, con
qualità specifiche che ogni territorio può esprimere. E in questo senso
possiamo immaginare a incontri periodici tra le realtà locali di Etinomia per
confrontare percorsi e iniziative e in quel contesto potremo condividere azioni
di lotta, di contrasto, denuncia… noi abbiamo una visione a lungo termine.
Nel nostro paese migliaia di lavoratori sono mobilitati per difendere il
lavoro (e insieme al lavoro anche i loro diritti e l’ambiente), tra di essi ce
ne sono alcuni che hanno intrapreso percorsi di autogestione. Che cosa possono
portare e che cosa possono prendere dagli SGL?
Fiducia. La fiducia è un valore che
va rimesso al centro della questione. La fiducia di poter difendere il lavoro,
di poter intraprendere un percorso autonomo per creare lavoro e uscire da un
percorso di crisi dell’azienda. Chi viene agli SGL ha la possibilità di
confrontarsi con altre realtà simili e di usufruire della capacità di Etinomia
di dare un senso pratico alle iniziative
di autogestione. Soggetti che si confrontano su questo tema ce ne sono
specialmente al tavolo n. 4, che si occupa di crisi e transizione. Noi vediamo
nella capacità di riappropriarsi della propria capacità di costruirsi un futuro
economico uno dei meccanismi per uscire da questa crisi, riappropriarsi del
proprio futuro vuol dire distruggere legami che attualmente stanno portando il
lavoro, soprattutto quello salariato e dipendente, verso una nuova forma di
schiavitù. La riappropriazione di questi spazi va alimentata con la fiducia e
con tutta una serie di supporti di carattere tecnico e giuridico, ci sono negli
SGL degli avvocati che si occupano della tematica della riappropriazione,
sindacalisti e avvocati (come Maurizio Poletto e Alessio Aliotto, che fanno
parte del team legale NO TAV), di supporto anche di carattere pratico per
capire come innescare questo tipo di percorso. Agli SGL partecipano anche soggetti
(come Fulvio Perini, sindacalista italiano che è stato per parecchio tempo in
Sudamerica) che hanno affrontato e analizzato il tema dell’occupazione delle
fabbriche in Sudamerica, quindi può indicare quali sono aspetti positivi e i
limiti, le difficoltà e gli errori di dribblare.
Agli SGL c’è un tavolo espressamente dedicato alle amministrazioni e alle
istituzioni. Qual è il ruolo che le amministrazioni locali, o alcune di esse,
svolgono relativamente alla creazione di una rete di produzione e distruzione
su base solidaristica a livello locale?
Il tema del lavoro in Val di Susa finora
è stato delegato soprattutto alla Comunità montana, che aveva anche un
assessorato apposito, in cui sono rappresentati tutti i sindaci. Il
coinvolgimento di Etinomia è stato diretto fin dall’inizio, la particolarità è
che sono state le istituzioni a cercare Etinomia a differenza di quello che
succedi in altri contesti in cui sono le associazioni che devono cercare con
molta fatica gli amministratori. Questa è un’altra cosa che non si deve a
Etinomia e che dovrebbe essere esportata, cioè la capacità di coinvolgere
amministratori locali e condizionare la politica locale, anche tramite il voto.
La fortuna della Val di Susa è stata quella di poter eleggere tutta una serie
di sindaci molto vicini alle tematiche di movimento, tramite liste civiche e
formazioni non partitiche, costituendo un nucleo con una capacità rilevante di incidere
nel dibattito politico, anche perché ci sono sindaci di municipalità
importanti come Avigliana, quindi delle
vere e proprie conquiste politiche. Ci sono poi alcune minoranze molto forti
anche in contesti municipali in cui la maggioranza è di avviso diverso. Bisogna
compiere un’azione coordinata tra capacità elettorale e capacità di
condizionamento degli amministratori. Parlo di condizionamento in un’accezione
serena, cioè la capacità di portare le istanze popolari a dei soggetti in grado
di ascoltarle e farle diventare parte della programmazione. Gli amministratori
ci saranno e porteranno le proprie
proposte e iniziative nei limiti di azione concessi a una Comunità montana che
sta andando a chiudere come atto di contrasto politico a livello nazionale.
Oltre a quello, gli amministratori sono i naturali interlocutori e destinatari
delle proposte che gli SGL sapranno elaborare. In questo senso non avremo solo
amministratori locali, ma anche regionali, credo per lo più del M5S, in
contatto con alcuni senatori della Repubblica, quindi le nostre proposte
arriveranno a tutti i livelli istituzionali. La capacità di trasformare quelle
proposte in un percorso pratico è il vero e proprio ruolo che Etinomia intende
assumersi nel corso dell’anno e che porterà, lo anticipo già, all’edizione 2014
degli SGL, che servirà a fare il punto della situazione rispetto agli impegni
che in questo fine settembre decideremo di prendere.
A proposito del ruolo delle amministrazioni e del condizionamento della
loro azione da parte della popolazione: l’anno scorso, in un dibattito alla
Festa della Riscossa Popolare di Massa, il sindaco di Venaus raccontava che il
Comune aveva requisito, destinandola a fini sociali, l’area in cui doveva
essere costruito il cantiere. E’ un esempio del fatto che un’amministrazione
per rappresentare e attuare le istanze e gli interessi popolari deve assumere
iniziative di rottura con vincoli, leggi e prassi.
Sono d’accordo, anche se bisogna
capire che i ruoli istituzionali richiedono linguaggi e passi adeguati a quel
tipo di posizione. Se vogliamo continuare a
pensare che sindaci e amministratori siano al nostro fianco in questo
percorso che prevede sicuramente le pratiche come quelle dell’esproprio, bisogna capire che gli amministratori possono
assumersi la responsabilità di alcune azioni con dei limiti che stanno nell’ambito
del mandato che hanno ricevuto. Secondo me i sindaci devono saper rappresentare
anche la minoranza che non lo ha eletto, lo dico a chi lamenta la mancanza di
presa di posizione sul campo degli amministratori. In realtà in Val di Susa li
abbiamo visti alle manifestazioni, non si contano le conferenze stampa in
difesa delle ragioni del movimento, non solo quelle legate al tema della TAV,
ricordo ad esempio una conferenza stampa indetta dal sindaco di Avigliana e da
quello S. Ambrogio contro il passaggio dei treni nucleari in Val di Susa.
Chiaramente però non abbiamo mai potuto vedere né immaginare la presenza dei
sindaci sui binari durante le occupazioni notturne e nemmeno i sindaci hanno
potuto dare il placet a iniziative di contrasto di quel tipo. Però nella
denuncia, nella chiamata alla partecipazione popolare, nello stimolare le
iniziative di contrasto e di lotta, di fatto partecipano anche loro a un
percorso di affrancamento e di maggiore consapevolezza. Ognuno in un movimento
svolge il compito che gli è tipico, la somma di tutti questi passi, dal più
istituzionale al più antagonista (nell’ambito di quello che un movimento assume
come legittimo), rende grande un movimento. Detto questo, Etinomia vede negli
amministratori i soggetti con cui confrontarsi e a cui portare proposte,
stimoli e orientamenti.
Per degli amministratori locali “iniziative di rottura” non significa necessariamente
occupare i binari, ma ad esempio violare i Patti di Stabilità per usare i fondi
che ci sono, ma sono bloccati, per creare posti di lavoro, migliorare i servizi
sanitari e scolastici, ecc.
Questa volontà di rompere negli
amministratori con cui ci confrontiamo c’è, però finché non si creano gli
strumenti per poter operare fattivamente quel tipo di scelta e di decisione è
difficile che un’amministrazione, che tra l’altro è regolata da segretariati e
uffici di ragioneria che hanno un’autonomia rispetto alle decisioni della
Giunta, è difficile che questo tipo di decisione e percorso possano essere
portati fino in fondo fintanto che non
ci siano i margini per farlo nella più completa
correttezza istituzionale.
Questi temi però saranno ampiamente
dibattuti nel corso degli SGL. La
Comunità montana, per esempio farà una proposta dove
destinerà quasi tutto il suo bilancio dell’anno prossimo, ovvio che è
un’iniziativa simbolica perché è destinata alla chiusura, proprio al discorso
del dibattito sul lavoro. Vi anticipo anche che, al tavolo che si occuperà di
moneta complementare, una delle proposte che noi faremo è che i fondi bloccati
dal Patto di Stabilità siano usati per andare a garantire una moneta locale che
ha un corrispettivo in ricchezza reale e che i Comuni possano emettere una
sorta di obbligazioni in qualche modo coperte dai fondi che sono intoccabili
per questo scellerato Patto di Stabilità che costringe a un’austerità immotivata.
Quindi, ci vediamo agli SGL…
Spero proprio di vedervi numerosi!
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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