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[Resistenza] Un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale! Adesso si tratta di farlo!
- Subject: [Resistenza] Un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale! Adesso si tratta di farlo!
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Tue, 4 Jun 2013 09:01:22 -0700 (PDT)
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Un nuovo Comitato di
Liberazione Nazionale!
Quando un passo è nell’ordine delle
cose, la sua necessità emerge da più parti. Adesso si tratta di farlo!
Da Il Fatto Quotidiano – 1 giugno 2013
Editoriale 30.05.2013
Giulietto Chiesa - Governo Ombra [video]
Pubblichiamo alcune
delle dichiarazioni raccolte nel corso degli incontri che il nostro Partito sta
facendo per promuovere il passo della formazione di un nuovo Comitato di
Liberazione Nazionale (o come lo si vuole chiamare!).
Ugo Mattei: “occorre oggi
un Comitato di Liberazione Nazionale”
Che
in Italia la democrazia sia agonizzante mi pare evidente. Di quella diretta c’è
il terrore: prima il referendum tradito (ndr: sull’acqua pubblica e i beni
comuni del giugno 2011), poi il voto sul pareggio di bilancio (ndr: introdotto
in Costituzione, art. 81 e altri, durante il governo Monti) a maggioranza
“bulgara” al fine di evitare il referendum confermativo, poi ancora lo
scioglimento anticipato di qualche giorno al fine di far buttare le firme
raccolte nei referendum sul lavoro…. (ndr: per ripristinare l’art. 18 e abolire
l’art. 8 della finanziaria Berlusconi, più di un milione di firme raccolte).
La corsa alla conferma
del vecchio caudillo Napolitano, avvenuta dopo appena cinque scrutini andati a
vuoto, mentre nella storia repubblicana per diversi presidenti si era voltato
ben oltre quindici scrutini, mostra il terrore per la democrazia all’opera
anche in sede parlamentare. Infine, il governo Letta sostenuto dal ceto politico
ma certo non dagli elettori mostra il completo spregio della volontà del
popolo.
E’ difficile non provare un moto di sgomento di fronte a tutto ciò e la crescita record dell’astensionismo anche nelle ultime amministrative dimostra che il popolo è stanco di essere preso in giro.
E’ difficile non provare un moto di sgomento di fronte a tutto ciò e la crescita record dell’astensionismo anche nelle ultime amministrative dimostra che il popolo è stanco di essere preso in giro.
La crisi terminale
della rappresentanza travolge la legittimità delle istituzioni e obbliga i veri
democratici a sperimentare strade alternative di ricostruzione democratica. Per
questo non si può che raccogliere la sfida che oggi è collocata tutta sul
terreno costituente. Occorre raccogliere le forze democratiche del paese
intorno alla difesa della democrazia, meglio direi dell’homo democraticus
sempre più schiacciato e umiliato da pratiche verticali di brutale esercizio
del potere.
Da qualche tempo vado
dicendo che occorre oggi un Comitato di Liberazione Nazionale che raccolga
tutte le forze che hanno il coraggio di dire che in mancanza di democrazia a
governare non può che essere un regime, in quanto tale odioso e illegittimo. Queste
non sono solo forze di sinistra perché dobbiamo renderci conto che la
Costituzione, che la sfida costituente ci impone finalmente di attuare per
realizzare quella “rivoluzione promessa” che in essa è contenuta, non è
proprietà della sola sinistra ma patrimonio di tutti i democratici.
Oggi non serve la rifondazione della sinistra ma una forza rivoluzionaria che dal basso si spenda senza tregua per riaffermare la democrazia che va declinata ben oltre la rappresentanza.
Oggi non serve la rifondazione della sinistra ma una forza rivoluzionaria che dal basso si spenda senza tregua per riaffermare la democrazia che va declinata ben oltre la rappresentanza.
Ugo Mattei -
Costituente dei Beni Comuni
Giulietto Chiesa:
“una grande alleanza democratica e popolare, ritengo mio dovere contribuire a
costruirla”
Guardo con spirito
molto positivo tutte le proposte che mirino alla creazione di un vasto fronte.
Io, come ben sapete, da tempo parlo della necessità di un vero e proprio
Comitato di Salvezza nazionale. Lo scrissi già nel 2011. Oggi lo rinominerei
“grande alleanza democratica e popolare per la salvezza dell’Italia”.
Allora non c’era ancora, in Parlamento, un’opposizione. Adesso ce ne sono due: il Movimento 5 Stelle e SEL. Sulla linea di SEL nutro non pochi dubbi, poiché considero grave responsabilità di Vendola quella di avere portato, anche se pochi, voti al PD. E vedo ancora serie inclinazioni a convergenze con quel partito, che è ormai, nei suoi vertici, completamente screditato. Ben più consistente la presenza parlamentare del Movimento 5 Stelle. Sul suo programma ci sono giuste riserve. Tuttavia la sua collocazione all’esterno della casta e contro di essa è fuori discussione. Questo cambia molte cose.
Allora non c’era ancora, in Parlamento, un’opposizione. Adesso ce ne sono due: il Movimento 5 Stelle e SEL. Sulla linea di SEL nutro non pochi dubbi, poiché considero grave responsabilità di Vendola quella di avere portato, anche se pochi, voti al PD. E vedo ancora serie inclinazioni a convergenze con quel partito, che è ormai, nei suoi vertici, completamente screditato. Ben più consistente la presenza parlamentare del Movimento 5 Stelle. Sul suo programma ci sono giuste riserve. Tuttavia la sua collocazione all’esterno della casta e contro di essa è fuori discussione. Questo cambia molte cose.
E’ ovvio, per me, che
una “grande alleanza democratica e popolare” non potrà prescindere da queste
due opposizioni.
Con esse occorre lavorare e costruire. Guardando, al contempo, ai milioni di elettori del PD che stanno assistendo al crollo di un partito che molti di loro consideravano ancora di sinistra.
Con esse occorre lavorare e costruire. Guardando, al contempo, ai milioni di elettori del PD che stanno assistendo al crollo di un partito che molti di loro consideravano ancora di sinistra.
Io credo che dobbiamo
ricordare il Berlinguer che, dopo i drammatici eventi cileni, ricordò a tutti
che non ci sarebbe bastato il 51% per cambiare l’Italia in senso democratico e
per attuare la Costituzione. Il nemico di allora era forte e spietato e non
avrebbe esitato a ricorrere alla forza e al terrore (come anche in Italia aveva
cominciato a fare fin dal 1969, con la strage di Piazza Fontana a Milano).
Il nemico di oggi, la
cupola finanziaria mondiale, il Superclan, è di gran lunga più forte di quanto
non fossero le classi dominanti di allora.
Dunque ricordiamoci
tutti: non ci basterà il 25% e nemmeno il 51%. Chi lo pensa è un cattivo
stratega. Non ho mai visto vincere una battaglia, tanto meno una guerra, a un
generale che non fosse capace di misurare la forza del nemico. Considero dunque
profondamente sbagliate tutte le ipotesi di costruire aggregazioni “di
sinistra”. Tanto meno di “sinistra radicale”.
Ciascuno ha la sua
storia e non credo sia utile, e nemmeno giusto, chiedere agli altri di
rinunciare alla propria storia, personale, di gruppo, di partito.
Dunque ciascuno la
tenga ben stretta e cara. Ma pretendere dalle grandi masse di radunarsi dietro
e sotto le bandiere della sinistra, quando la sinistra è stata sconfitta, è
stata umiliata e si è umiliata in modo spesso rivoltante; quando la sinistra è
del tutto sconosciuta tra le grandi masse giovanili di questo nostro paese;
quando quel poco di sinistra che milioni di italiani e la quasi totalità dei
giovani nostri contemporanei conoscono è negativo, deprimente, vecchio, o
suscita disgusto e critica, allora questo significa estraniarsi di fatto dalla
gente, ritagliarsi una nicchia di infima minoranza, rinunciare a parlare al
popolo.
Per questa via non si costruisce nessuna “grande alleanza democratica e popolare”. Io sono dunque pronto a lavorare con chiunque in questa direzione. Non ho nemici da combattere: ho amici e compagni di strada da cercare. So che ce ne sono tanti che cercano una maniglia cui aggrapparsi. Ritengo mio dovere quello di contribuire a costruirla.
Per questa via non si costruisce nessuna “grande alleanza democratica e popolare”. Io sono dunque pronto a lavorare con chiunque in questa direzione. Non ho nemici da combattere: ho amici e compagni di strada da cercare. So che ce ne sono tanti che cercano una maniglia cui aggrapparsi. Ritengo mio dovere quello di contribuire a costruirla.
Giulietto Chiesa -
Presidente e fondatore di Alternativa-Laboratorio Politico
Dal portale del M5S:
“appello per la creazione di un Governo di Liberazione Nazionale”
Questa idea non originale circola da qualche tempo, dopo l’ennesimo stimolo ho deciso di scrivere una nota, per permetterci di parlarne e formulare un vero e proprio appello da diffondere. A situazione di emergenza, governo di emergenza! L’operazione”golpe bianco” prosegue: dopo aver fatto carta straccia degli esiti elettorali, la cricca Napolitano/Letta/Berlusconi si sono divisi tutte le poltrone che abbiano un minimo di voce in capitolo e di peso nel funzionamento del Paese. Mentre il PD si allea con il PdL in nome dell’unità nazionale e della riappacificazione, il Tribunale giudica in appello Berlusconi colpevole nel processo Mediaset, banchieri e finanzieri europei danno la benedizione al governo dell’inciucio, nelle piazze di tutto il Paese crescono la repressione e la disperazione. Da più parti si sono levati appelli a costruire un “governo ombra” o un “comitato di salvezza nazionale” o “di liberazione nazionale”...un NON- governo, un governo “di Luce” , ognuno lo chiami come meglio crede, ma la sostanza è la stessa: proseguendo sulla scia di quella spinta che ha promosso la candidatura di Rodotà a Presidente della Repubblica, proponiamo Rodotà a capo di un governo di fatto dei cittadini che abbia il compito di indicare caso per caso e zona per zona le misure e i provvedimenti necessari a uscire dal buio, che chiami gli italiani a organizzarsi per attuarli e lanci la disobbedienza civile di massa al governo del golpe. Potrebbero essere lo stimolo per formulare proposte organiche e dal basso sulla base di assemblee che raccolgano fattivamente movimenti e dibattiti civici importanti. Qualche nome? Presidente del Consiglio: Stefano Rodotà; al Lavoro: Maurizio Landini; Grazia e Giustizia: Gustavo Zagrebelsky; alla Sanità: Gino Strada; alle Infrastrutture e Trasporti: Albero Perino; ai Beni Comuni: Ugo Mattei; alle Comunicazioni: Milena Gabanelli; alla Cultura: Dario Fo; [e poi ancora, .... coinvolgere Emilio Molinari, Giorno, Lucarelli, Petrella, Lembo, Petrini, Raphael Rossi, Attac Italia, Imposimato, alla sanità coinvolgere Isde, e i medici ambientalisti che ci hanno sostenuto e aiutato in mille campagne...] Gli esponenti della società civile che I NOSTRI PARLAMENTARI AVREBBERO PROPOSTO PER FORMARE il GOVERNO, se solo avessero avuto intenzione di darcene la possibilità E CI AVESSERO AFFIDATO L’INCARICO ! Il concetto è chiaro? Milioni di lavoratori, precari, disoccupati, esodati, sfrattati, artigiani saranno con noi: quelli che con noi hanno ricominciato a partecipare, ma anche quelli che non hanno neanche votato perché gli hanno ucciso ogni speranza e quelli hanno votato il PD che giurava “mai più con Berlusconi”.
Questa idea non originale circola da qualche tempo, dopo l’ennesimo stimolo ho deciso di scrivere una nota, per permetterci di parlarne e formulare un vero e proprio appello da diffondere. A situazione di emergenza, governo di emergenza! L’operazione”golpe bianco” prosegue: dopo aver fatto carta straccia degli esiti elettorali, la cricca Napolitano/Letta/Berlusconi si sono divisi tutte le poltrone che abbiano un minimo di voce in capitolo e di peso nel funzionamento del Paese. Mentre il PD si allea con il PdL in nome dell’unità nazionale e della riappacificazione, il Tribunale giudica in appello Berlusconi colpevole nel processo Mediaset, banchieri e finanzieri europei danno la benedizione al governo dell’inciucio, nelle piazze di tutto il Paese crescono la repressione e la disperazione. Da più parti si sono levati appelli a costruire un “governo ombra” o un “comitato di salvezza nazionale” o “di liberazione nazionale”...un NON- governo, un governo “di Luce” , ognuno lo chiami come meglio crede, ma la sostanza è la stessa: proseguendo sulla scia di quella spinta che ha promosso la candidatura di Rodotà a Presidente della Repubblica, proponiamo Rodotà a capo di un governo di fatto dei cittadini che abbia il compito di indicare caso per caso e zona per zona le misure e i provvedimenti necessari a uscire dal buio, che chiami gli italiani a organizzarsi per attuarli e lanci la disobbedienza civile di massa al governo del golpe. Potrebbero essere lo stimolo per formulare proposte organiche e dal basso sulla base di assemblee che raccolgano fattivamente movimenti e dibattiti civici importanti. Qualche nome? Presidente del Consiglio: Stefano Rodotà; al Lavoro: Maurizio Landini; Grazia e Giustizia: Gustavo Zagrebelsky; alla Sanità: Gino Strada; alle Infrastrutture e Trasporti: Albero Perino; ai Beni Comuni: Ugo Mattei; alle Comunicazioni: Milena Gabanelli; alla Cultura: Dario Fo; [e poi ancora, .... coinvolgere Emilio Molinari, Giorno, Lucarelli, Petrella, Lembo, Petrini, Raphael Rossi, Attac Italia, Imposimato, alla sanità coinvolgere Isde, e i medici ambientalisti che ci hanno sostenuto e aiutato in mille campagne...] Gli esponenti della società civile che I NOSTRI PARLAMENTARI AVREBBERO PROPOSTO PER FORMARE il GOVERNO, se solo avessero avuto intenzione di darcene la possibilità E CI AVESSERO AFFIDATO L’INCARICO ! Il concetto è chiaro? Milioni di lavoratori, precari, disoccupati, esodati, sfrattati, artigiani saranno con noi: quelli che con noi hanno ricominciato a partecipare, ma anche quelli che non hanno neanche votato perché gli hanno ucciso ogni speranza e quelli hanno votato il PD che giurava “mai più con Berlusconi”.
Mandiamoli tutti a casa!
Riprendiamoci l’Italia!
Postato il 19.05.13
Un nuovo CLN. Come, per
fare cosa?
“(…) Dalla posizione
che attualmente già occupano, per costituire un Governo di Salvezza Nazionale
basta che Beppe Grillo e il M5S chiamino a raccolta la parte più avanzata e
responsabile dei dirigenti dei sindacati di base e alternativi e della sinistra
dei sindacati di regime, gli esponenti democratici della società civile, delle
professioni liberali, delle Università e della stessa Amministrazione Pubblica,
delle Forze Armate, della stessa borghesia industriale e del clero, i sindaci e
consiglieri delle amministrazioni locali decisi a rompere con i vertici della
Repubblica Pontificia, i portavoce della sinistra borghese non accecati
dall’anticomunismo. La risposta che ognuno di questi dà oggi a un simile
appello di Beppe Grillo e del M5S sarà anche la verifica della sua attitudine a
far parte del governo di Salvezza Nazionale oggi e del Governo di Blocco
Popolare domani.
Un Governo di Salvezza Nazionale così costituito non è ancora il governo effettivo del paese, ma lo diventerebbe in tempi ragionevoli.
Un Governo di Salvezza Nazionale così costituito non è ancora il governo effettivo del paese, ma lo diventerebbe in tempi ragionevoli.
Infatti un simile
Governo di Salvezza Nazionale deve anzitutto e soprattutto incoraggiare le
masse popolari a organizzarsi, a costituire di fronte a ogni necessità organizzazioni
operaie e popolari e a passare direttamente all’azione: prendere in mano
capillarmente, localmente, ognuno con i mezzi di cui dispone e nelle forme che
al momento sa praticare, i servizi pubblici che le Autorità riducono e lasciano
andare in malora, far funzionare le aziende che i padroni vogliono chiudere o
hanno già chiuso, aprire nuove agenzie pubbliche e aziende private o collettive
per attivare servizi e produzioni che servono alle masse popolari dando
attuazione pratica alle parole d’ordine “a ogni adulto un lavoro utile e
dignitoso” e “a ogni individuo i beni e servizi necessari a una vita civile
alla sola condizione che svolga scrupolosamente un lavoro utile”, mettere in
uso e riabilitare tutto il patrimonio edilizio del paese, salvaguardare le
infrastrutture, valorizzare il patrimonio artistico e proteggere il territorio
dall’inquinamento e dai disastri naturali, convincere con le buone o le cattive
le agenzie locali del sistema bancario a fornire i crediti necessari per queste
iniziative, favorire in ogni modo la partecipazione delle masse popolari alla
gestione della vita sociale, alle attività culturali e artistiche, alla ricerca
scientifica e allo sport, mettere i mezzi di comunicazione e di informazione
gratuitamente a disposizione delle masse popolari organizzate.
Per il solo fatto
della sua costituzione, per la sua dichiarazione di guerra senza tregua e senza
conciliazione possibile al governo illegittimo e illegale
Letta-Napolitano-Berlusconi, con la sua esistenza, la sua propaganda e le
relazioni che svilupperà, per le adesioni che raccoglierà, per gli effetti che
la sua costituzione, la sua esistenza e la sua attività provocheranno nel campo
nemico, un simile Governo di Salvezza Nazionale darà un impulso potente alla
moltiplicazione delle organizzazioni operaie e popolari, all’elevamento del
loro orientamento politico e allo sviluppo della loro iniziativa”.
(nuovo)Partito
comunista italiano - Comunicato n. 22, 26.05.13
Saluto a Franca Rame
Comunicato dell’Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
Le compagne e i compagni dell’Associazione
Solidarietà Proletaria danno il loro ultimo saluto alla compagna Franca Rame
partecipando al dolore di Dario Fo, del figlio Iacopo e di tutti i compagni e
amici a lei vicini.
Vogliamo soprattutto ricordare Franca non solo
come donna di grande levatura artistica e culturale, ma soprattutto come
compagna che per più di 50 anni ha svolto la sua azione politica militante per
la causa operaia. Vogliamo ricordarla come artefice del Soccorso Rosso Militante
negli anni ’70-80 e nella lotta contro lo Stato della borghesia imperialista
stragista e repressiva.
In quegli anni il contributo di Franca Rame allo
sviluppo della solidarietà proletaria è stato tangibile in modo particolare con
i prigionieri rivoluzionari e i perseguitati politici che in quegli anni a
migliaia popolarono le galere della Repubblica Pontificia italiana o in fuga
all’estero. Franca mise a disposizione la sua forte sensibilità umana, la sua
professionalità, le sue risorse a sostegno delle battaglie politiche e di massa
a difesa di quei prigionieri rivoluzionari su cui lo stato borghese scaricò
tutta la sua malvagia e violenta vendetta, violandone i diritti più elementari,
talvolta assassinandoli e torturandoli nelle carceri e nelle caserme,
costringendoli alle privazioni sensoriali con anni di carceri speciali e bracci
di isolamento. Il suo impegno artistico e politico fu concreto. Il suo teatro
di denuncia politica finanziò praticamente la cassa di solidarietà per i
prigionieri politici e quanti dovettero sottrarsi alla persecuzione politica.
Franca partecipò alla difesa fisica, politica e
morale di quei prigionieri rivoluzionari vessati dallo Stato in modo brutale a
mo’ di monito verso la ribellione delle masse popolari protagoniste allora di
immense battaglie di progresso e civiltà e che rappresentavano un possibile
preludio a cambiamenti ancor più radicali verso il socialismo.
Proprio per questo suo grande impegno politico
morale e civile a fianco delle masse in lotta contro le ingiustizie borghesi e
a fianco dei prigionieri politici fu colpita in modo vile per ordine delle
autorità statali da una banda di sicari fascisti che la violentarono, la
ferirono nel corpo e soprattutto nella sua dignità di donna e compagna. Ma
anche colpita così profondamente dai nemici più accaniti del proletariato,
Franca ha dimostrato concretamente come bisogna reagire alla violenza dello
Stato borghese passando all’attacco, continuando con più determinazione la
lotta e il suo impegno politico per la causa delle donne e degli uomini delle
classi oppresse.
Questo ricordo di Franca Rame, il suo luminoso
esempio di donna forte e compagna mai arresa alle ingiustizie della borghesia e
del suo sistema sociale continua a rafforzarci nella lotta odierna contro questo
regime in putrefazione che trascina sempre più il paese nella miseria
economica, sociale e culturale, che opprime e reprime sempre più i lavoratori,
le donne, i giovani, che ricorre a pratiche illegali e illegittime di
violazione dei diritti fondamentali e della stessa Costituzione (il colpi di
mano come la rielezione di Napolitano, l’imposizione di un governo illegittimo
che la grande maggioranza delle masse non vogliono, il pestaggio di lavoratori
e studenti in lotta, condizioni carcerarie infami, riduzione dei diritti di
sciopero e di rappresentanza sindacale sono gli esempi più eclatanti), ci
sprona a continuare con più determinazione per costruire una nuova società
diretta e gestita dai lavoratori, il socialismo!
Franca ti salutiamo a pugno chiuso!!
31.05.13 - www.solidarietaproletaria.org
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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