Re: SIRIA MUSSALAHA - RICONCILIAZIONE : Maguire, Laham, Correggia, Smith, Coloane, Larudee



Per favore cancellatemi da questa lista . mi sono già cancellata autonomamente ma non è servito.

Grazie

A.S


Il giorno 20/mag/2013, alle ore 09.38, valeria.sonda at alice.it ha scritto:








Se ne condividite le preoccupazioni, diffondete per favore.

Grazie.

Valeria








PACE E RICONCILIAZIONE IN SIRIA: MUSSALAHA
http://www.youtube.com/watch?v=_mWKLhb4oPE International peace activists report the real situation in Syria, video in spagnolo telesurenglishTelegiornale dedicato alla Delegazione Internazionale per la Pace in Siria.
    

la premio nobel maguire con padre michel e lo sceikh Noaimi.
Appello della Premio Nobel Mairead  Maguire all’Italia: “Non boicottate la pace”

Marinella Correggia,  Damasco  http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1391                



         


       









ELENCO DEI NUOVI CONTENUTI:
- Video intervista a  Gregorio III Laham, di Marinella Correggia maggio 2013 , Sibialiria
- Dichiarazione Delegazione Internazionale di Mussalaha in Siria, di Dave Smith maggio 2013, Oraprosiria
- La sconosciuta dimensione della guerra in Siria ( in spagnolo ) Francisco Coloane 14 maggio 2013, La tercera
- Relazioni 1-2-3 dalla Delegazione Internazionale per la Pace in Siria, di  Paul Larudee maggio 2013, Peacelink-Pressenza









http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1448  ( VIDEO INTERVISTA A GREGORIO III LAHM  )
Dichiarazione dell’Arcivescovo di Siria Gregorius III Laham
Gregorius III Laham, patriarca greco-melchita, appoggia il movimento Mussalaha (Riconciliazione) per fermare una guerra fomentata da ingerenze esterne e da un'intensissima propaganda. In questo appello si rivolge direttamente agli Italiani.
Intervista di Marinella Correggia, Damasco maggio 2013
sibialiria

 

 
 


 

 
 









http://oraprosiria.blogspot.it/2013/05/mussalaha-la-riconciliazione-e-la-sola.html

sabato 18 maggio 2013

Mussalaha: la riconciliazione è la sola speranza

Dichiarazione conclusiva della Delegazione Internazionale di Mussalaha in Siria, maggio 2013

di padre Dave Smith

La Siria presenta il degrado generale e terribile della umana decenza e rispetto. Ci sono milioni di vittime innocenti e tanti singoli atti di eroismo, ma tra i potenti vediamo un grado spaventoso di violenza, ipocrisia e corruzione. Decine di migliaia sono morti, milioni sono sfollati, e quasi tutta una popolazione di 23 milioni vive nella paura. La comunità internazionale ha affermato e ci conferma che la tragedia siriana è forse la peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale.

Stati, organizzazioni politiche e combattenti sono le cause principali della miseria, che essi perseguono per il proprio vantaggio, seminando il terrore e la manipolando le sofferenze per addebitarle negativamente sui loro avversari, mentre troppo spesso rifiutano ogni  compromesso o addirittura di parlare tra di loro.

Queste sono le conclusioni della nostra Delegazione, composta da 16 attivisti per i diritti umani provenienti da sette paesi. Nel corso di nove giorni abbiamo visitato i campi profughi, le comunità colpite, leader religiosi, combattenti, rappresentanti di governo e molti altri - autori e vittime - in Siria e Libano.

Eravamo già inorriditi da ciò che sapevamo prima di venire, ma ciò che abbiamo scoperto nella delegazione ha provocato vergogna a quasi tutte le persone coinvolte.

Chiediamo alla comunità internazionale di proteggere l'integrità territoriale della Siria e di rispettare i diritti fondamentali della Siria come Stato sovrano. Deploriamo qualsiasi intenzione di violare l'integrità delle frontiere della Siria o di danneggiare l'unità e la ricca diversità del popolo siriano.

Noi riconosciamo la legittimità delle aspirazioni dei cittadini siriani per il cambiamento, per le riforme, lo sradicamento della corruzione di Stato e l'attuazione di una vita democratica che rispetti e protegga i diritti fondamentali di tutti i cittadini e delle minoranze, ma crediamo che le riforme efficaci e durature debbano essere raggiunte attraverso mezzi non violenti.

Il nostro appello principale è che tutti i Paesi fermino la loro ingerenza negli affari siriani - più specificamente, che arrestino la fornitura di armi e di combattenti stranieri da entrambi i lati del conflitto. Se i Paesi stranieri decidono di eliminare l'afflusso di armi e combattenti, siamo certi che i Siriani possono  trovare le proprie soluzioni ai loro  problemi e raggiungere la riconciliazione.

Ci opponiamo in modo inequivocabile ad  ogni aggressione e all'intervento straniero contro la Siria sotto qualsiasi giustificazione. Allo stesso tempo, facciamo appello a tutte le parti, compreso il governo, a dar prova di moderazione in risposta alle provocazioni che mirano ad aumentare la violenza e allargare il conflitto.

Riteniamo che sia fuori discussione che il popolo siriano ha il diritto di determinare il proprio governo e il proprio futuro. Interferenze straniere attualmente impediscono  al popolo siriano di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione. Siamo preoccupati che tale pernicioso intervento stia lacerando il tessuto del Paese stesso, con conseguenze a lungo termine che si possono soltanto  immaginare.

L'esempio ammonitore dell'Iraq serve a ricordarci delle conseguenze disastrose di tale follia internazionale. Questa crisi umanitaria si sta già riversando nei Paesi vicini. Un collasso della società siriana  sarà destabilizzante per  l'intera regione. Facciamo appello alla comunità internazionale per dimostrare che si può imparare dalla storia e fare nel caso della Siria scelte migliori, che risparmieranno un'ulteriore tragedia per il coraggioso popolo siriano.

In secondo luogo, ci appelliamo ai media internazionali per fermare il flusso di disinformazione per quanto riguarda il conflitto siriano. Noi crediamo che ad ogni siriano, sia all'interno che all'esterno del Paese, dovrebbe essere dato il diritto di essere ascoltato e non vediamo rispecchiato questo diritto nella copertura internazionale di questa crisi.

In terzo luogo, mentre noi sosteniamo totalmente l'embargo sulle armi, chiediamo alla comunità internazionale di rivedere e riconsiderare le sanzioni paralizzanti che stanno avendo un così penalizzante peso sul comune popolo siriano.

In quarto luogo, esortiamo la comunità internazionale a prendere sul serio il vasto numero di rifugiati e delle persone sfollate internamente per questo conflitto.

Auspichiamo la cessazione di ogni violenza, di modo che queste persone potrebbero essere autorizzate a tornare alle loro case. Nel frattempo, però, gli sforzi di aiuto umanitario devono essere ampliati per soddisfare le esigenze di base di tali persone.

Il nostro rapporto precedente, la "Dichiarazione della Delegazione Mussalaha in Siria sulla situazione dei rifugiati in Libano", delinea l'inadeguatezza dei programmi attuali per i profughi . Apprezziamo il fatto che varie autorità di governo hanno tentato di rispondere alla crisi dei rifugiati. Riconosciamo però che al Comitato internazionale della Croce Rossa e le sue affiliate, così come ad altre agenzie umanitarie, deve essere consentito di istituire centri all'interno della Siria per la cura degli sfollati interni, in modo da evitare che questi profughi debbano  fuggire verso l'estero .

Questo lavoro richiede il finanziamento immediato e significativo da parte della comunità internazionale. Anche se questo sarà un'impresa costosa, riteniamo che i costi saranno in realtà solo una frazione dell'importo attualmente speso per distruggere la Siria.

Infine, facciamo appello a tutte le parti coinvolte a porre fine ad ogni forma di violenza e violazione dei diritti umani - le azioni che hanno come obiettivo e  terrorizzano i civili innocenti e prigionieri, gli attacchi terroristici indiscriminati contro la popolazione civile, l'ingiustificato  sistematico prendere di mira le infrastrutture statali vitali, le installazioni civili, le zone industriali, fabbriche, servizi di comunicazione, riserve agricole, centri sanitari e ospedali, scuole e università, e i punti di riferimento religiosi e culturali – tutto ciò provoca la trasformazione delle aree residenziali in zone di guerra, con la conseguente fuga della popolazione  civile.

Ci opponiamo allo stesso modo all'uso di decreti religiosi che incoraggiano, banalizzano e giustificano  la barbarie, lo stupro e il terrorismo. Facciamo appello ad ogni  comunità religiosa per chiamare i fedeli alla nonviolenza e alla  pace, e per  respingere ogni forma di violenza e discriminazione.

Esprimiamo la nostra ammirazione e rispetto per i tanti leader religiosi siriani che hanno rifiutato di approvare l'uso della violenza e hanno dedicato la loro vita a lavorare per una soluzione pacifica a questo conflitto, e facciamo appello particolarmente per il rilascio immediato dei due Vescovi Cristiani rapiti , entrambi i quali si sono dedicati al lavoro di pace e di riconciliazione, come facciamo appello per la liberazione di tutti i religiosi cristiani e musulmani e altri cittadini siriani rapiti.

Concludiamo elogiando l'opera di Madre Agnes Mariam e l'iniziativa Mussalaha. Abbiamo assistito al loro lavoro all'interno di diverse comunità in tutta la Siria. Offriamo il nostro sostegno inequivocabile e continuo a queste persone coraggiose, e ci impegniamo a continuare a lavorare al loro fianco fino a quando la Siria sarà veramente in pace.

Ringraziamo il Patriarca Gregorios III Laham, per il suo gentile invito e il suo sostegno continuo per Mussalaha. Allo stesso modo ringraziamo il signor Jadallah Kaddour per la sua generosità che ha reso possibile la nostra visita ed  esprimiamo la nostra gratitudine a tutti coloro che hanno facilitato il nostro percorso, in modo particolare il Comitato Organizzatore della visita della delegazione e del Consiglio Popolare per la Riconciliazione Nazionale.

Damasco, il 10/ 05/ 2013

(traduzione di FMG)
http://fatherdave.com.au/mussalaha-peace-mission-to-syria/





http://blog.latercera.com/blog/jfcoloane/entry/le_desconocida_dimensi%C3%B3n_de_la

http://blog.latercera.com/blog/jfcoloane/ 

Le desconocida dimensión de la guerra en Siria

May.
14 , 2013

di Francisco Coloane 

DESDE SIRIA.  


La verdadera dimensión de la guerra irregular en Siria se desconoce. Lo que existe es una visión fragmentada de acuerdo a la intensidad de los enfrentamientos y su movilidad geográfica.  Lo que sí se constata es que los epicentros de combates  de mayor volumen corresponden a ciudades o en periferias de ciudades cercanas a las fronteras permeables a la infiltración de contingente militar y equipamiento. Turquía y Jordania destellan en este plano y en menor medida la frontera con Irak y el Líbano.

El patrón de los enfrentamientos se caracteriza por el uso una fuerza irregular usando una estrategia de doble punta: terrorismo y francotiradores para generar pánico y destrucción de infraestructura.    Por estos rasgos bien definidos y por el tipo de contingente para- militar que se infiltra por los 1500 kilómetros de frontera, lo de Siria está lejos de ser una guerra civil. Los civiles huyen o son diezmados y lo que se ha implementado es una intervención extranjera con fuerzas armadas irregulares que atraviesan la frontera.  No hay trazos de una rebelión interna masiva que permita justificar el uso del término guerra civil.

Esta intervención  es necesario abordarla como la agresión a nivel global a un modelo socioeconómico – en este caso el Sirio-  concebido con razonable distancia de los principios que rigen el modelo actual de globalización. Siria pudo desarrollar y mantener un circuito manufacturero propio con una mezcla de inversión extranjera y local con un dinámico sector privado  que resaltaba como ejemplo para el resto de la región. La intervención extranjera es una ofensiva contra un modelo alternativo de desarrollo respecto a la aplicación a ultranza del modelo neoliberal.
   
Desde el enfoque convencional de las relaciones internacionales y la teoría del poder en clave de supremacía, el análisis del conflicto inventado para afectar al estado Sirio, está al borde el jaque mate.
Si el presidente Barack Obama y su mensajero John Kerry, llegan a las futuras negociaciones con Rusia con la idea de que Basher el Assad abandone el gobierno, es escoger la continuidad del conflicto armado. Sería el estímulo más contundente hasta la fecha para fomentar el terrorismo y persistir con el error político que lleva más de dos años.  “Un error en política internacional  de 100.000 muertos y varios millones de afectados.”, dice Mazen un escritor.

Damasco amaneció hoy día lunes muy asoleado después de una lluvia acompañada por la mezcla de estruendos de relámpagos y explosiones de morteros y artillería moderna. Se veía la ciudad desde muy temprano con mucho vigor de hacer sus cosas, como que de repente hubiera un nuevo aliento. No es que no lo hubiera habido antes, sin embargo mientras pasaban los días después del bombardeo de Israel con uranio empobrecido a pocos grados para ser clasificado como un ataque nuclear de impacto limitado corto, y al escuchar en las noticias de que Rusia no va a aceptar de EEUU ninguna fórmula de negociación que signifique una imposición en favor del terrorismo y la oposición armada, el sirio de Damasco sentía que su ejército no le había fallado.

¿Cómo dice la frase? “El problema no es Basher el-Assad, estúpido”. El pueblo Sirio sigue  batallando en las industrias y servicios para salir adelante y que se da cuenta de una intervención extranjera no convencional usando terrorismo y pánico. Es la lucha por la independencia nacional. Imaginemos un instante una invasión aun limitada como ésta, en Chile, apoyada por nuestros amigos argentinos, bolivianos y peruanos.

En Ramadán, agosto del año 2012, el coronel  del ejército sirio Hussein Daud fue secuestrado por un grupo de opositores armados cuando acompañaba a su esposa al mercado. Los secuestradores le obligaron rendirse y declarar que estaba en contra del gobierno. Prefirió resistir hasta que lo decapitaron.  Aida su viuda cuenta de 12 oficiales que han sido secuestrados y decapitados para incentivar pánico en el ejército, desmoralizar la infantería y por cierto los estamentos superiores de fuerzas armas sirias que no han claudicado frente a una intervención extranjera no convencional.

Lo que se ve en Aleppo, Homs y ahora en una parte de la periferia de Damasco son terroristas apertrechados en los barrios donde han podido penetrar expandiendo operadores armados para generar terror urbano.  Su esposa también estuvo secuestrada por dos días. Cuenta su historia gracias a  Rima, una joven directora de cine y artista múltiple,  – Siria aún produce cine y tele films a pesar de la guerra-,  también secuestrada y torturada por la oposición armada durante un mes. Rima cuenta su historia  y produjo un  single titulado “Terrorista”, cantado por ella con letra de su madre poetisa,  con música del conocido compositor Sadick Dimashki. El tema es muy escuchado en la web y Rima ha recibido nuevas amenazas.     

La primera gran batalla en esta irregular guerra se inició en el plano mediático con una formidable ventaja a favor de la oposición al gobierno.  En las otras batallas, que podrían haber producido hasta mayo de 2013 alrededor de 80.000 muertes, fuentes no oficiales calculan que 30.000 insurgentes desde mercenarios internacionales, terroristas de Al Nusra, hasta sirios presionados, son atribuibles al ejército sirio. “El ejército Sirio ha liquidado más terroristas en Siria que los soldados americanos en Afganistán “, señala un reportero independiente. Agrega con cierta ironía: “Pase lo que pase, los sirios ahora son los grandes especialistas en combatir terroristas”.
   
La frase no deja de revelar una realidad. El ejército Sirio quizás sea el capital humano bélico que mejor ha sabido manejar la transición de una guerra convencional, a una no convencional con múltiples estrategias de desestabilización.  “Es una fuente de recursos que se la querría el Pentágono y curiosamente no han habido deserciones, aunque sí presiones para recibir una buena recompensa monetaria”, dice un ex militar con experiencia de combate en el Líbano.   Fuentes locales dispersas anti Gobierno señalan que no mas de 10%  de los insurgentes son extranjeros, mientras funcionarios de gobierno contactados indican lo contrario, no más 10 % son sirios que tomaron las armas.

La cifra más escuchada respecto a la cantidad de opositores armados ha sido de 70.000.  Varios militares sirios retirados señalan que por la prolongación del conflicto, el número podría llegar hasta los 100.000, contando las bajas.  La fuerza militar de Siria puede llegar a más de 400.000 en personal armado, sin contar a las milicias populares.  La guerra también se da en el plano numérico de la capacidad bélica, y es parte de  la batalla mediática como estrategia.

Por el patrón determinante del enfrentamiento armado alimentado  por la infiltración de personal desde Turquía y Jordania, el terrorismo y despliegue de francotiradores urbanos, los frentes de batalla están cerca de la frontera. Especialistas entrevistados señalan que el ejército sirio no ha desplegado todo su poderío ni en contingente, ni en armamento, a la espera de los enfrentamientos con Israel o/y Turquía, que es el diseño original  antes de que Rusia, China e Irán se comprometieran a la no intervención militar en Siria.



I reportages di Paul Larudee dalla Siria ( Delegazione Internazionale per la Pace in Siria )
Questi reportages dalla Siria sono diffusi e tradotti da Pressenza, Agenzia Internazionale per la Pace, la Nonviolenza e l'Umanesimo (  http://www.peacelink.it/pace/a/38400.html , quest'ultima parte della mail la trovi più in basso >>>)







 

 

 
 

 
 
 
 
 
http://www.peacelink.it/pace/a/38400.html

RELAZIONE 1-2-3 dalla Delegazione Internazionale per la Pace in Siria, di  Paul Larudee maggio 2013

I reportages di Paul Larudee dalla Siria
Questi reportages dalla Siria sono diffusi e tradotti da Pressenza, Agenzia Internazionale per la Pace, la Nonviolenza e l'Umanesimo
18 maggio 2013 - Laura Tussi A questi link i reportages di Paul Larudee (pacifista californiano cofondatore di Freedom Flottilla) dalla delegazione pacifista che sta lavorando in Siria in questi giorni. Questi reportages dalla Siria sono diffusi e tradotti da Pressenza, Agenzia Internazionale per la Pace, la Nonviolenza e l'Umanesimo

http://www.pressenza.com/it/2013/05/relazione1-dalla-delegazione-internazionale-per-la-pace-in-siria-quando-potremo-tornare/

http://www.pressenza.com/it/2013/05/comunicato-2-dalla-delegazione-musalaha-in-siria/

http://www.pressenza.com/it/2013/05/comunicato-n-3-della-siria-rilascio-dei-prigionieri-aggressione-contro-m-agnes-progetto-homs/

i comunicati sono disponibili su Pressenza - International Press Agency, anche nella loro versione originale in inglese e si stanno traducendo anche in francese e spagnolo

Note:

http://www.pressenza.com/it/2013/05/relazione1-dalla-delegazione-internazionale-per-la-pace-in-siria-quando-potremo-tornare/







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