Mobilitazione delle Chiese del mondo intero per la giornata di implorazione del dono della Pace :
che Dio abbia misericordia della Siria e la violenza abbia fine!
Su domanda delle Chiese siriane, più di una dozzina di chiese di differenti denominazioni in Siria chiamano le Chiese del mondo intero a mobilitarsi nella preghiera sabato 11 maggio 2013.
Questa giornata di preghiera è stata battezzata “la preghiera di un cuore spezzato”
I cristiani siriani ci scrivono: “Sabato 11 maggio 2013 i cristiani di tutte le denominazioni si troveranno nella preghiera per supplicare Dio di accordare la sua misericordia alla Siria e di metter fine alla violenza. E’ troppo rischioso spostarsi nelle zone di combattimento. Dovremo limitarci a delle riunioni locali attraverso tutto il Paese, nelle case, nei luoghi di incontro e nelle chiese. Tutte le confessioni saranno rappresentate."
E' la prima volta che tutte le comunità cristiane insieme prendono una tale iniziativa comune nel Paese .
In questo giorno le comunità ecclesiali pregano con quattro intenzioni: .
il ritorno della pace, la liberazione di tutti gli ostaggi , aiuto e sostegno ai bambini traumatizzati dalla guerra, aiuti umanitari per i profughi siriani.
Il Patriarca Gregorios III Laham ha fatto appello per "la partecipazione alla preghiera di Sabato, 11 maggio, per pregare per la pace in Siria. Perché la pace in Libano, nella Siria e nella Terra Santa è un requisito per la pace regionale e mondiale, che realizza la convivenza e la possibilità di vivere insieme, e di tutte le libertà che si propongono per l'umanità."
A la demande des églises syriennes, plus d’une dizaine d’églises de différentes dénominations en Syrie appellent les églises du monde entier à se mobiliser dans la prière le samedi 11 mai 2013. Cette journée de prière a été baptisée « La prière d’un cœur brisé ».
Les chrétiens syriens nous écrivent : « Samedi 11 mai 2013, les chrétiens de toutes les dénominations se retrouveront dans la prière, pour supplier Dieu d’accorder sa miséricorde à la Syrie et de mettre fin à la violence. Il est trop risqué de se déplacer dans les zones de combat. Nous devrons nous limiter à des réunions locales à travers tout le pays, dans les maisons, dans des lieux de rencontre et dans les églises. Toutes les dénominations seront représentées. »