Torino 25 aprile. Ricordo e fiori alla lapide del partigiano anarchico Baroni
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- Date: Tue, 23 Apr 2013 21:11:41 +0200 (CEST)
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Torino 25 aprile. Ricordo e fiori alla lapide del partigiano anarchico Baroni
Giovedì 25 aprile
ore 15
presidio alla lapide al partigiano
anarchico Ilio Baroni
in corso Giulio Cesare angolo corso
Novara, dove Ilio è morto combattendo i nazifascisti
Ricordo,
deposizione di fiori, musica – banchetti informativi antifascisti e
antirazzisti – volantinaggio in quartiere – bicchierata in ricordo delle
tante vittime del fascismo di ieri e di oggi.
Raccolta fondi
per gli antifascisti sotto processo per aver strappato manifesti
inneggianti alla marcia si Roma. L’accusa è di “furto aggravato”. La
prossima udienza è martedì 30 aprile alle 12,30 in aula
55.
Sfoglieremo le pagine della resistenza
a Torino, quando Ilio, operaio toscano emigrato a Torino negli anni venti,
era comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.
Le Sap, Squadre
di Azione Patriottica, dove lottavano partigiani provenienti da diverse
realtà politiche, sabotavano la produzione, diffondevano clandestinamante
le idee antifasciste, e si preparavano all’insurrezione. Ilio, nome di
battaglia ”il Moro”, al comando della squadra di manovra Sap, è
protagonista di azioni di guerra in stile gappista.
Il 25 aprile a
Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia
l’insurrezione, la città diventa a breve un campo di battaglia.
Baroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo,
ma giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad
aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il
fuoco tedesco. È il 26 aprile. Il giorno dopo la città sarà completamente
liberata dai fascisti, senza dover nemmeno aspettare l’arrivo delle
formazioni esterne.
Il 28 aprile i volontari della libertà di tutte
le formazioni percorrono le vie di Torino.
Ilio Baroni non potrà
vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…
Anche quest’anno il 25 aprile si farà la commemorazione alla lapide
di Ilio Baroni. La pietra che lo ricorda è nel centro del quartiere
operaio di Barriera di Milano, all’angolo tra corso Giulio e corso
Novara.
Oggi rimane solo un pezzo di muro con la pietra, il nome, la
foto scolorita.
Sino ad una trentina di anni fa quel muro era la
spalletta di un ponte su un piccolo canale.
Era una zona di fabbriche
ed un borgo di operai. Operai combattivi, gli stessi dell’insurrezione
contro la guerra e il carovita del 1917, quelli dell’occupazione delle
fabbriche, della resistenza al fascismo, gli anarchici che durante gli
anni più bui della dittatura mantennero in piedi un gruppo clandestino, la
gente degli scioperi del marzo ’43.
Oggi sono quasi del tutto
scomparsi anche i ruderi di quelle fabbriche. Delle ferriere, dove
lavorava Baroni, restano solo gli imponenti travoni di acciaio in mezzo ad
un improbabile parco urbano tra ipermercati e multisale.
Il cuore del
quartiere è cambiato. La Barriera aveva resistito agli anni
dell’immigrazione dal sud, facendosi teatro di lotte grandi tra fabbrica,
scuola, quartiere, eludendo il rischio della guerra tra poveri e del
razzismo per costruire una stagione di lotte, che ormai trascolora nella
memoria dei tanti la cui vita ne è stata attraversata.
Oggi vivere
qui è più difficile che in passato: non è solo questione dei soldi che
mancano e del lavoro che non c’è, e, se c’é è sempre più nero, pericoloso,
precario.
C’è un disagio diffuso che non sa più farsi percorso di
lotta, c’é latente la rabbia verso i tanti immigrati africani, magrebini,
cinesi, romeni, peruviani che ci abitano e l’hanno cambiato.
Un po’
il vento sta cambiando ma per ora è solo una brezza lieve.
Noi ogni
anno ci ritroviamo alla lapide: si parla, si brinda, si chiacchiera con
chi passa. Non è solo una commemorazione. E’ la scelta tenace per i tanti
di noi che in questo quartiere sono nati e continuano a vivere, di
alimentare la lieve brezza che segnala il mutare dei tempi.
Annodiamo i fili della memoria di ieri con le lotte di
oggi.
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