Il CIE nella movida di Torino
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- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Fri, 19 Apr 2013 11:28:11 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Il CIE nella movida di Torino
Sabato 20
aprile
ore 19,30 aperibenefit antirazzisti sotto processo
ore 20,30 assemblea sui CIE con testimonianze
ore 22 presidio antirazzista itinerante per portare il CIE in
mezzo alla città.
Appuntamento alle 19,30 in largo
Saluzzo
(in caso di pioggia l’appuntamento si sposta in piazza
Madama Cristina sotto la tettoia – per info: 338
6594361)
"Baldacci ti ricordi di Fatih? Croce Rossa assassina!"
Questo striscione è apparso lo scorso mese davanti alla villa di
Antonio Baldacci, responsabile del CIE di Torino.
Fatih era un
immigrato tunisino senza documenti rinchiuso nel CIE di Torino. Nella
notte del 23 maggio 2008 stava male. Per tutta la notte i suoi compagni di
detenzione chiesero inutilmente aiuto.
La mattina dopo Fatih era
morto.
Non venne eseguita nessuna autopsia.
Non sappiamo di cosa
sia morto Fatih. Sappiamo però che in una struttura detentiva gestita
dalla Croce Rossa nessuno lo ha assistito.
Due giorni dopo il
colonnello e medico Baldacci dichiarerà "gli immigrati mentono
sempre, mentono su ogni cosa".
Parole che ricordano quelle degli
aguzzini di ogni dove.
Il 2 giugno 2008 un gruppo di
antirazzisti si recò a casa Baldacci per un "cacerolazo". Si
batterono le pentole davanti alla sua casa, si distribuirono volantini, si
appesero striscioni.
La protesta di persone indignate per una morte
senza senso.
Oggi quella protesta è entrata nel fascicolo del
processo contro 67 antirazzisti, che lottarono e lottano contro le
deportazioni, la schiavitù del lavoro migrante, la militarizzazione delle
strade.
I 67 attivisti coinvolti nel processone sono accusati
di fare volantini, manifesti, di lanciare slogan, di dare solidarietà ai
reclusi nei CIE, di contrastare la politica securitaria del governo e
dell'amministrazione comunale.
L’impianto accusatorio della procura
si basa su banali iniziative di contestazione.
L'occupazione
simbolica dell'atrio del Museo egizio - 29 giugno 2008 - per ricordare
l'operaio egiziano ucciso dal padrone per avergli chiesto il pagamento del
salario; la contestazione - 17 luglio 2008 - dell'assessore
all'integrazione degli immigrati Curti, dopo lo sgombero della casa
occupata da rom in via Pisa; la giornata - 11 luglio 2008 - contro la
proposta di prendere le impronte ai bambini rom di fronte alla sede
leghista di largo Saluzzo; la protesta - 20 marzo 2009 - alla lavanderia
"La nuova", che lava i panni al CIE di corso Brunelleschi… ma
l'elenco è molto più lungo. Decine iniziative messe insieme per costruire
un apparato accusatorio capace di portare in galera un po’ di
antirazzisti.
Nel CIE di Torino negli ultimi due mesi si sono
susseguite le lotte e le rivolte. Tutte le sezioni del CIE sono state
gravemente danneggiate. In febbraio la polizia ha pestato, gasato gli
immigrati in rivolta dopo un fallito tentativo di fuga. Sei sono stati
arrestati. Nonostante la repressione le lotte non si sono fermate. Per
evitare la deportazione qualcuno si taglia, altri salgono sul tetto.
Il CIE è quasi inagibile. In alcune sezioni gli immigrati dormono su
materassi gettati in terra. Due settimane fa tutti i reclusi, ormai solo
47, hanno fatto uno sciopero della fame di due giorni. Per la libertà.
Nei CIE le lotte, le fughe, la gente che si taglia per sfuggire
all'espulsione da lunghi anni sono pane quotidiano, come quotidiana è la
resistenza di chi crede che, nell'Italia dei CIE, delle deportazioni, dei
morti in mare, ribellarsi sia un'urgenza che ci riguarda tutti.
Per
questa ragione non accetteremo che le lotte di quegli anni vengano
rinchiuse in un’aula di tribunale: porteremo le nostre ragioni nelle
strade di questa città, continueremo a portare il CIE per le strade di
Torino.
Antirazzisti contro la repressione
Ti ricordi di
Fatih?
http://anarresinfo.noblogs.org
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