Zegna licenzia in Turchia: presidio solidale a Torino
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- Date: Tue, 16 Apr 2013 18:19:22 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Zegna licenzia in Turchia: presidio solidale a
Torino
Ermenegildo Zegna sfrutta e licenzia i lavoratori in
Turchia
Mercoledì 17 aprile ore 17,30
Presidio di fronte al
negozio Scotland di via Roma 38
Sudare sette camicie
155
euro. Questo il prezzo di una sola camicia della pregiata ditta
Ermenegildo Zegna. Un tempo specializzata in tessuti di pregio, da qualche
tempo la Zegna ha esteso la sua attività alla sartoria di lusso per
uomo.
Abiti, cinture, accessori, cravatte, camicie. A Torino li vende
una boutique di lusso di via Roma, la Scotland.
Non tutti sanno che
le camicie le produce la ISMACO – società controllata dalla Zegna in
Turchia. Un lavoratore guadagna intorno a 150 euro al mese, con ritmi
forsennati e orari infiniti.
Alla ISMACO, che si trova a Tuzla, un
sobborgo di Istanbul, i lavoratori hanno provato a costituire un sindacato
e hanno avanzato richieste di aumenti salariali e miglioramenti delle
condizioni di lavoro.
Francesco Lasorte, general manager per la
Zegna in Turchia, ha risposto licenziando i lavoratori più attivi. La
Zegna è venuta in Turchia per avere lavoratori sottomessi e non
sindacalizzati e non intende certo tollerare che la situazione cambi.
La risposta dei lavoratori non si è fatta attendere: la loro lotta va
avanti da ormai 4 mesi con un presidio permanente di fronte ai cancelli
della fabbrica.
Lo scorso 14 marzo, in occasione di una visita di
Lasorte nello stabilimento, hanno deciso di contestarlo. Al loro fianco
gli anarchici di Azione Anarchica Rivoluzionaria (Devrimci Anarþist Faaliyet), che
hanno esposto uno striscione scritto in italiano perché il padrone potesse
leggerlo bene. “Sfruttamento. Padroni ladri!”.
La Ermenegildo
Zegna, come tante altre ditte italiane, porta la produzione in paesi dove
le tutele per i lavoratori sono quasi inesistenti, dove il lavoro costa
poco e lo sfruttamento può essere massimo.
Qui in Italia ricattano i
lavoratori, minacciando di chiudere e spostare la produzione all’estero se
non piegano la testa, accettando di peggiorare ulteriormente la propria
condizione.
I lavoratori turchi che stanno lottando contro la Zegna,
lottano anche per i quelli italiani, perché se riusciranno a strappare
condizioni di lavoro e salari migliori in Turchia, questo indebolirà le
minacce dei padroni anche in Italia. La pressione su chi per vivere deve
vendere le proprie capacità ad un padrone, diminuirà, aprendo nuove
prospettive.
Lo sfruttamento non ha frontiere, i padroni vanno dove
possono spremere di più chi lavora.
Anche la solidarietà tra gli
sfruttati contro i loro sfruttatori oltrepassa le frontiere.
Ci
raccontano che il capitalismo ha costruito il migliore dei mondi
possibili.
Un mondo in cui la stragrande maggioranza degli abitanti
del pianeta vive con meno di uno/due dollari al giorno. Un mondo dove
risorse indispensabili alla vita come l’acqua e la terra sono in mano a
pochi, che possono affamare ed assetare gli altri. Un mondo la cui sola
logica è quella del profitto, del guadagno ad ogni costo, dove la vita
umana è una merce a basso costo.
In questo mondo i cento uomini più
ricchi controllano il 90% di quello che c’é. In questi anni la crisi ci ha
morso la vita, mentre quei cento ricchi si sono fatti più ricchi.
La proprietà privata di fabbriche, ospedali, terra, acqua, strade è un
furto ai danni di ciascuno di noi. Mandiamoli via. Dove i lavoratori hanno
preso in mano il loro destino, occupando e autogestendo fabbriche ed
ospedali, tutto funziona. Senza padroni e senza sfruttamento. Mandiamoli
via! Possiamo fare a meno di loro!
Solidarietà con i lavoratori
turchi della Zegna. Per un mondo dove tutti possano indossare belle
camicie senza spendere in un minuto lo stipendio di chi le ha cucite.
Info:
Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso
Palermo 46 – riunioni - aperte per tutti gli interessati – ogni giovedì
dalle 21
fai_to at inrete.it –
http://anarresinfo.noblogs.org
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