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[Resistenza] Lettera aperta al Movimento 5 Stelle
- Subject: [Resistenza] Lettera aperta al Movimento 5 Stelle
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Sat, 13 Apr 2013 04:43:32 -0700 (PDT)
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Partito dei Comitati
di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via
Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
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Milano 13.04.2013
Rivoltare il golpe
bianco di Napolitano contro i vertici della Repubblica Pontificia: convocare
subito Commissioni Parlamentari popolari e costituire il Comitato di Salvezza
Nazionale
All’ombra del golpe
bianco con cui Napolitano ha “congelato” le funzioni e il ruolo del Parlamento e
ha unilateralmente sospeso l’iter per la formazione di un nuovo governo (che in
ogni evidenza, alle condizioni create dalle elezioni di febbraio, non avrebbe
potuto essere il governo di cui i vertici della Repubblica Pontificia hanno
bisogno), si svolgono le grandi manovre occulte (leggi: tentativi di
inciucio) che dovrebbero portare all’elezione di un Presidente della
Repubblica che faccia contenti tutti i caporioni del teatrino della politica
borghese (leggi: non hanno ancora stabilito chi dovrà soccombere e in cambio
di cosa). A lui il compito, poi, di definire i tempi e soprattutto i modi
per cercare di “uscire dall’impasse”: governo di larghe intese, nuove elezioni,
governo di minoranza, governo tecnico… cioè uno o l’altra delle misure che si
riveleranno inutili a fronteggiare la crisi politica e che, anzi, ne
aggraveranno il decorso.
L’unica misura
possibile per fare fronte alla crisi politica (e a quella economica e
ambientale) è la costituzione, qui e subito, di un governo di emergenza
popolare. E’ esattamente
quello che, con giri, rigiri, colpi di mano, raggiri, tatticismi e inciuci, i
vertici della Repubblica Pontificia stanno cercando di evitare.
A quasi 50 giorni di vacanza del governo e di intossicazioni dell’opinione pubblica che arrivano da tutte le parti, la situazione di ingovernabilità e di stallo sta producendo molti e ingestibili problemi e contraddizioni nella classe dominante: sono i vertici della Repubblica Pontificia (industriali, banchieri, affaristi, cardinali e grandi criminali) che suggerendo (o imponendo) a Napolitano di congelare la situazione la stanno tirando per le lunghe fra scontri, regolamenti di conti e “divergenze” su quale sia la forma migliore per fare del prossimo governo lo strumento adeguato a sottomettere o esautorare il Parlamento (che con 163 eletti del M5S è molto meno malleabile del previsto) per attuare le ricette alla crisi di FMI, BCE, UE, USA, Vaticano, ecc. Mentre il “Paese reale” va allo sfascio, le aziende chiudono, si moltiplicano i disoccupati, finiscono i soldi per gli ammortizzatori sociali, vengono smantellati e decadono le strutture pubbliche e i servizi, il sistema sanitario viene saccheggiato e distrutto, la gente si ammazza.
Nello sfascio totale sono i vertici della Repubblica Pontificia che alimentano la campagna di terrorismo dell’opinione pubblica secondo cui “un governo è urgente e necessario, qualunque governo sia” utile a preparare il terreno per gli inciuci e le “larghe intese”.
Ma un qualunque governo che sia espressione loro e che opera su loro mandato, indipendentemente da come si accorderanno (con o senza Berlusconi in primo piano, con o senza Renzi, con o senza un PD unito, ecc.) avrà necessariamente il mandato di applicare il loro programma, quello che conosciamo con i nomi di “salva Italia” e “cresci Italia” che la classe di secchioni di Monti ha propinato con la complicità dei sindacati di regime e con l’ausilio della destra moderata fino a 50 giorni fa.
Noi abbiamo bisogno, i lavoratori hanno bisogno, ne hanno bisogno i disoccupati e i cassintegrati, le centinaia di migliaia di partite IVA, i piccoli artigiani, le piccole aziende, i giovani, le donne e i pensionati, i lavoratori di tutti i settori del pubblico e del privato, abbiamo tutti bisogno di un governo che operi su mandato e per conto di quella parte organizzata (nelle organizzazioni operaie e popolari) delle masse popolari che resistono agli effetti della crisi ed elaborano, in modo sparso e disorganico, le misure urgenti per farvi fronte (e allo stesso tempo per costruire una alternativa di società). Possibile? Mai come oggi. Difficile? Nemmeno più di tanto. Il processo per costruire questo governo non è per nulla lineare, non “fila via liscio”, al contrario è un percorso ad ostacoli fatto di tentativi, prove, esperimenti, avanzamenti e arretramenti, contraddizioni. Ma questo è il solo e unico “nuovo” che ha le gambe per marciare e che, per la sua natura e il suo ruolo, può affermarsi e svilupparsi.
Non elencheremo qui di seguito le mille forze sparse per il paese che hanno un ruolo determinante alla costruzione del governo di emergenza popolare.
Per approfondimenti rimandiamo qui, qui e qui.
A quasi 50 giorni di vacanza del governo e di intossicazioni dell’opinione pubblica che arrivano da tutte le parti, la situazione di ingovernabilità e di stallo sta producendo molti e ingestibili problemi e contraddizioni nella classe dominante: sono i vertici della Repubblica Pontificia (industriali, banchieri, affaristi, cardinali e grandi criminali) che suggerendo (o imponendo) a Napolitano di congelare la situazione la stanno tirando per le lunghe fra scontri, regolamenti di conti e “divergenze” su quale sia la forma migliore per fare del prossimo governo lo strumento adeguato a sottomettere o esautorare il Parlamento (che con 163 eletti del M5S è molto meno malleabile del previsto) per attuare le ricette alla crisi di FMI, BCE, UE, USA, Vaticano, ecc. Mentre il “Paese reale” va allo sfascio, le aziende chiudono, si moltiplicano i disoccupati, finiscono i soldi per gli ammortizzatori sociali, vengono smantellati e decadono le strutture pubbliche e i servizi, il sistema sanitario viene saccheggiato e distrutto, la gente si ammazza.
Nello sfascio totale sono i vertici della Repubblica Pontificia che alimentano la campagna di terrorismo dell’opinione pubblica secondo cui “un governo è urgente e necessario, qualunque governo sia” utile a preparare il terreno per gli inciuci e le “larghe intese”.
Ma un qualunque governo che sia espressione loro e che opera su loro mandato, indipendentemente da come si accorderanno (con o senza Berlusconi in primo piano, con o senza Renzi, con o senza un PD unito, ecc.) avrà necessariamente il mandato di applicare il loro programma, quello che conosciamo con i nomi di “salva Italia” e “cresci Italia” che la classe di secchioni di Monti ha propinato con la complicità dei sindacati di regime e con l’ausilio della destra moderata fino a 50 giorni fa.
Noi abbiamo bisogno, i lavoratori hanno bisogno, ne hanno bisogno i disoccupati e i cassintegrati, le centinaia di migliaia di partite IVA, i piccoli artigiani, le piccole aziende, i giovani, le donne e i pensionati, i lavoratori di tutti i settori del pubblico e del privato, abbiamo tutti bisogno di un governo che operi su mandato e per conto di quella parte organizzata (nelle organizzazioni operaie e popolari) delle masse popolari che resistono agli effetti della crisi ed elaborano, in modo sparso e disorganico, le misure urgenti per farvi fronte (e allo stesso tempo per costruire una alternativa di società). Possibile? Mai come oggi. Difficile? Nemmeno più di tanto. Il processo per costruire questo governo non è per nulla lineare, non “fila via liscio”, al contrario è un percorso ad ostacoli fatto di tentativi, prove, esperimenti, avanzamenti e arretramenti, contraddizioni. Ma questo è il solo e unico “nuovo” che ha le gambe per marciare e che, per la sua natura e il suo ruolo, può affermarsi e svilupparsi.
Non elencheremo qui di seguito le mille forze sparse per il paese che hanno un ruolo determinante alla costruzione del governo di emergenza popolare.
Per approfondimenti rimandiamo qui, qui e qui.
Ci concentriamo
invece sul fatto che, esattamente come avevamo previsto e in una certa misura
abbiamo contribuito a realizzare, la presenza di 163 parlamentari del M5S ha il
valore di un macigno sulla zattera piena di falle che teneva a galla la
Repubblica Pontificia. Parliamoci chiaro: il M5S ha fatto poco (coscientemente e
scientificamente) di quello che potrebbe fare con i suoi eletti. Ma quel poco
che ha fatto ha mandato in tilt le istituzioni della Repubblica Pontificia. Le
“occupazioni” più o meno simboliche del Parlamento contro il golpe bianco di
Napolitano sono, contemporaneamente, la dimostrazione dei limiti attuali del M5S
(inteso come il gruppo degli eletti, che comunque non è un monolite) e delle sue
potenzialità.
Il limite sta nel fatto che le proteste e le iniziative che ha intrapreso rientrano volontariamente nel solco del rispetto della legalità borghese… non sono iniziative di rottura, sono iniziative di “pressione”, in certi casi riuscite, in altri meno (tanto che la stampa filo-governativa – del governo che verrà – ha fatto degli eletti del M5S degli zimbelli velleitari). E sono iniziative che mobilitano giusto gli eletti, ma non mirano ancora a mobilitare in alcun modo le masse popolari. Insomma, sembra che la volontà di protestare ci sia, ma fino a dove e come i vertici della Repubblica Pontificia lo consentono. Quando si metteranno a mobilitare e sviluppare l’organizzazione e il protagonismo delle masse popolari organizzate, la musica cambierà e l’attuale preoccupazione che serpeggia nelle stanze del potere si trasformerà in panico!
Le potenzialità stanno nel fatto che la trasformazione dei 163 parlamentari del M5S (o il grosso di essi) negli agenti delle organizzazioni operaie e popolari nel Parlamento che si sono candidati ad essere (la loro formula è “portavoce dei cittadini”) sta in ultima istanza proprio nell’azione e nella capacità delle organizzazioni operaie e popolari di richiamarli ad assumere quel ruolo in modo attivo, propositivo e di rottura con il marcio della Repubblica Pontificia.
Commissioni parlamentari. Il balletto sulla convocazione o meno delle Commissioni Parlamentari che ha animato il dibattito politico dei giorni scorsi (e che è una manifestazione del golpe bianco di Napolitano, sorretto dal democratico Grasso a capo del Senato) deve finire subito e può finire subito se i gruppi del M5S a Camera e Senato convocano Commissioni popolari per l’elaborazione di proposte di legge e chiamano a partecipare la miriade di organizzazioni operaie e popolari, la sinistra sindacale, i sindacati di base, i movimenti… e gli altri gruppi parlamentari (SEL) e gli altri singoli parlamentari che sostengono (a parole) di essere d’accordo con la convocazione delle Commissioni parlamentari anche in assenza della formazione del governo.
Ora, subito, adesso: convocare commissioni popolari in Piazza Navona e in Piazza Montecitorio per elaborare i disegni di legge che devono essere approvati dal movimento popolare (annullamento immediato del finanziamento F35, decreto ILVA, TAV, MUOS, eliminazione IMU per le masse popolari, riforme del lavoro e del SSN…). Il criterio è che indipendentemente che sia un iter “legale” è certamente un iter legittimo! Le leggi, gli iter, le norme attuali e vigenti sono “legali” solo nel senso che sono espressione della legalità della banda di affaristi e criminali che ha governato e governa il nostro Paese, nella maggior parte dei casi sono palesemente anticostituzionali e, soprattutto, sono illegittime: chi le promuove sta portando il paese allo sfascio.
Il limite sta nel fatto che le proteste e le iniziative che ha intrapreso rientrano volontariamente nel solco del rispetto della legalità borghese… non sono iniziative di rottura, sono iniziative di “pressione”, in certi casi riuscite, in altri meno (tanto che la stampa filo-governativa – del governo che verrà – ha fatto degli eletti del M5S degli zimbelli velleitari). E sono iniziative che mobilitano giusto gli eletti, ma non mirano ancora a mobilitare in alcun modo le masse popolari. Insomma, sembra che la volontà di protestare ci sia, ma fino a dove e come i vertici della Repubblica Pontificia lo consentono. Quando si metteranno a mobilitare e sviluppare l’organizzazione e il protagonismo delle masse popolari organizzate, la musica cambierà e l’attuale preoccupazione che serpeggia nelle stanze del potere si trasformerà in panico!
Le potenzialità stanno nel fatto che la trasformazione dei 163 parlamentari del M5S (o il grosso di essi) negli agenti delle organizzazioni operaie e popolari nel Parlamento che si sono candidati ad essere (la loro formula è “portavoce dei cittadini”) sta in ultima istanza proprio nell’azione e nella capacità delle organizzazioni operaie e popolari di richiamarli ad assumere quel ruolo in modo attivo, propositivo e di rottura con il marcio della Repubblica Pontificia.
Commissioni parlamentari. Il balletto sulla convocazione o meno delle Commissioni Parlamentari che ha animato il dibattito politico dei giorni scorsi (e che è una manifestazione del golpe bianco di Napolitano, sorretto dal democratico Grasso a capo del Senato) deve finire subito e può finire subito se i gruppi del M5S a Camera e Senato convocano Commissioni popolari per l’elaborazione di proposte di legge e chiamano a partecipare la miriade di organizzazioni operaie e popolari, la sinistra sindacale, i sindacati di base, i movimenti… e gli altri gruppi parlamentari (SEL) e gli altri singoli parlamentari che sostengono (a parole) di essere d’accordo con la convocazione delle Commissioni parlamentari anche in assenza della formazione del governo.
Ora, subito, adesso: convocare commissioni popolari in Piazza Navona e in Piazza Montecitorio per elaborare i disegni di legge che devono essere approvati dal movimento popolare (annullamento immediato del finanziamento F35, decreto ILVA, TAV, MUOS, eliminazione IMU per le masse popolari, riforme del lavoro e del SSN…). Il criterio è che indipendentemente che sia un iter “legale” è certamente un iter legittimo! Le leggi, gli iter, le norme attuali e vigenti sono “legali” solo nel senso che sono espressione della legalità della banda di affaristi e criminali che ha governato e governa il nostro Paese, nella maggior parte dei casi sono palesemente anticostituzionali e, soprattutto, sono illegittime: chi le promuove sta portando il paese allo sfascio.
Il governo di
emergenza popolare non nascerà da elezioni e tantomeno nascerà dal mandato che
gli accorderanno i vertici della Repubblica Pontificia. Nascerà sulla base del
fatto che un embrione, un Comitato di Salvezza Nazionale (o Comitato di
Liberazione Nazionale), inizi a operare come governo ombra, inizi a coinvolgere
le forze sane del paese (che ci sono e sono tante…non facciamo qui l’elenco). Un
embrione che stimola, spinge e costringe alla mobilitazione anche chi oggi è
incerto, che trascina milioni di persone a partecipare attivamente alla
rinascita, economica, sociale e morale del nostro Paese.
Costruire il Comitato
di Salvezza Nazionale, il governo ombra, l’embrione del Governo di emergenza
popolare: è questo il compito di cui il M5S si è trovato a farsi carico seppure
non ne fosse consapevole e cosciente. E’ questo l’unica via per essere fedele al
mandato che ha chiesto alle masse popolari. E’ l’unico concreto ruolo positivo
che può avere per le masse popolari, ed è anche l’unico modo per non finire
risucchiato nella cloaca della Repubblica Pontificia e delle sue denigrazioni,
provocazioni, sabotaggi e lusinghe.
Avanti
senza tregua e senza riserve contro il governo e le altre autorità della
Repubblica Pontificia!
Nessuna
collaborazione con i vertici della Repubblica Pontificia!
Avanti
nella costruzione del Comitato di Salvezza Nazionale!
[leggi tutto]
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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