Anarresinfo. Del papa , il grillo, i marò, il Tav, il caudillo, il n ucleare, i profughi e tanto altro
- Subject: Anarresinfo. Del papa , il grillo, i marò, il Tav, il caudillo, il n ucleare, i profughi e tanto altro
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Tue, 19 Mar 2013 15:31:23 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Anarresinfo. Del papa, il grillo, i
marò, il Tav, il caudillo, il nucleare, i profughi e tanto altro
Francesco o il lupo?
L’elezione di Jorge Bergoglio, gesuita
argentino di origini astigiane, è stata una sorpresa che ha scompaginato
le previsioni della vigilia.
Nello scontro durissimo tra Joseph
Ratzinger e il suo segretario di Stato, Tarcisio Bertone, Bergoglio è
stato presentato come una sorta di outsider, che vince contro i pezzi da
novanta dei due schieramenti.
In un’epoca in cui la narrazione
mediatica degli eventi concorre potentemente alla loro determinazione, la
fazione vincente nello scontro diretto rischiava di partire in salita. Una
salita che rischiava seriamente di essere molto ardua.
(…)
Bergoglio pare indossare bene i panni di un papa che avvicina
la chiesa ai poveri delle Villas Miserias argentine, che si nomina
Francesco, pur essendo gesuita, che rifiuta sfarzi e omaggi, che si butta
in mezzo alla gente.
Su di lui si allunga l’ombra scura della feroce
dittatura che, negli anni ’70 torturò ed uccise 30.000 oppositori
politici.
La chiesa argentina collaborò attivamente con la dittatura.
Il nunzio apostolico Pio Laghi consigliava i generali sui metodi per
massacrare ed uccidere con la benedizione di dio. Continua…
°°°
No Tav. Senza grilli
per la testa
È trascorso poco più di un anno
dall’ultima grande manifestazione popolare No Tav. Tanta acqua è passata
sotto i ponti della Dora. Il 25 febbraio dello scorso anno decine di
migliaia di persone diedero la loro solidarietà ai No Tav arrestati il
mese prima per la resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della
Maddalena e per la giornata di lotta del 3 luglio 2011.
Due giorni
dopo la polizia attaccò il presidio in Clarea, sgomberò la baita e si
prese i terreni ancora non espropriati per allestire il cantiere. Lo
stesso giorno la caduta di Luca da un traliccio dove si era arrampicato
sperando di rallentare lo sgombero, innescò tre giorni di rivolta
popolare, con l’occupazione dell’autostrada e lo sgombero violentissimo
con ossa rotte, cariche, gas sin nelle case.
L’ultimo anno è stato
segnato dal lento avanzare del cantiere, sempre contrastato dai No Tav,
che, nonostante il moltiplicarsi degli arresti e dei processi, non hanno
mai mollato.
Il movimento ha tante anime diverse ma la comune volontà
di non ridursi ad un ruolo di mero testimone dei disastri e degli sperperi
di un’opera inutile e dannosa.
La triste storia della lotta al
raddoppio della base NATO di Vicenza, finita con le feste in uno scampolo
di parco sottratto ad una struttura militare ormai costruita, rappresenta
per tutti un monito ineludibile. Continua…
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Marò. Evasione di Stato
Dopo
mesi di tira e molla il governo ha deciso per lo strappo. Per i due
militari italiani accusati dell’omicidio di due pescatori indiani il
ministro – e ammiraglio – Di Paola ha organizzato un’evasione di Stato.
Il governo era ormai in scadenza e con ogni probabilità difficilmente si
sarebbe ripresentata un’occasione altrettanto favorevole. Un mese di
licenza per le elezioni si è trasformato in una fuga concertata ai piani
alti del ministero della Difesa.
Un esito scontato sin da quando i
due marò vennero in Italia per Natale accolti con tutti gli onori dalle
massime autorità politiche e militari. Per la licenza natalizia di due
uomini accusati di omicidio ci si sarebbe potuti attendere un
atteggiamento più sobrio.
Il punto è che i due uomini hanno sparato e
ucciso indossando una divisa dell’esercito italiano, mentre svolgevano
servizio antipirateria a bordo della petroliera italiana “Enrica Lexie”.
Una “missione” voluta dall’allora ministro della difesa La Russa, un
(post)fascista che ha dato un’interpretazione decisamente muscolare al
proprio ruolo, moltiplicando il numero degli uomini e dei mezzi per i vari
teatri di guerra nei quali è impegnata l’Italia.
Sparare e uccidere,
indossando una divisa, è sempre lecito. Il primo impegno di ogni governo è
garantire l’impunità agli assassini in divisa. Continua…
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Manicomio Criminale. Una follia senza fine
In Italia ci sono sei
manicomi criminali, gestiti dal dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria. Ospitano circa 1500 persone abbandonate a loro stesse, in
condizioni di disumano degrado.
Dal 1975 li chiamano Ospedali
Psichiatrici Giudiziari, ma il nome non ha cambiato la cosa. La
legge Basaglia che ha chiuso i manicomi non ha toccato queste strutture
che sono una via di mezzo tra un manicomio ed un carcere: sono
sorvegliati da secondini, gestiti da psichiatri.
Sono
riservati ai “matti” che commettono reati e ai detenuti che il carcere ha
fatto diventare “matti”.
Come conseguenza dell’inchiesta effettuata
nel 2010 dalla commissione sull’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale
si è stabilito il termine ultimo – 31 Marzo 2013 – entro cui di tutti gli
Ospedali psichiatrici giudiziari italiani dovranno essere dismessi.
Ad oggi ancora nessuno dei sei istituti si è mosso verso un adeguamento
alla normativa.
E’ quindi probabile che venga prorogato il
termine per la chiusura.
Sebbene il superamento di ogni
istituzione totale sia di fatto una vittoria, in questo caso,
qualora smantellassero i manicomi criminali, ma non cambiassero la legge
che li sostiene, verrebbero create nuove strutture, più accoglienti, nelle
quali finirebbero sempre persone accusate spesso di piccoli reati,
giudicate incapaci d’intendere e volere da un’arbitraria perizia
psichiatrica. Il meccanismo della “stecca”, ossia il potere degli
psichiatri di prorogare all’infinito la detenzione, ha condannato uomini e
donne ad una sorta di ergastolo bianco. Continua…
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Il grillo, il satiro e
l’uomo in grigio
Il risultato emerso dalle urne è stato un
vero terremoto elettorale, il primo dal lontano 1994, quando la discesa in
campo di Berlusconi, sotto l’insegna politico-calcistica di Forza Italia,
decretò la nascita della seconda Repubblica. (…)
Tentare una sorta
di genealogia dello tsunami è un esercizio necessario a comprendere cosa
stia avvenendo nel nostro paese, al di là della declinazione assunta dal
partito a cinque stelle nell’arena della politica istituzionale. Continua…
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Treno nucleare. La resistenza continua
Notte tra giovedì 14 e venerdì 15. Il trasporto di scorie
nucleari da Saluggia a La Hague rimandato all’ultimo minuto
lunedì scorso è stato effettuato questa notte. Nonostante il vento
siberiano e il consueto silenzio che accompagna questi viaggi, lungo il
percorso si sono formati presidi a Novara, Asti, Avigliana.
Ad
Asti gli attivisti sono stati completamente circondati dalla
polizia ma sono riusciti comunque a sfilarsi e a fare presenza a S.
Damiano. Ad Avigliana intorno all’una un imponente apparato di polizia si
è riversato sui binari accerchiando i No Tav che sul primo binario avevano
srotolato lo striscione “Stop trasporti nucleari”.
La dirigente
Lavezzaro ha indossato la fascia tricolore e ha intimato ai
manifestanti di allontanarsi. Poi la parola è passata alla celere che ha
spinto a forza fuori dalla stazione i compagni. Uno è stato ferito alla
mano e alla coscia.
Questa volta, oltre al consueto nugolo di
poliziotti della digos, era presente anche il loro capo Giuseppe
Petronzi.
Nonostante l’enorme divario di forze gli energumeni
in divisa hanno impiegato una buona mezz’ora a buttare fuori dalla
stazione i No Nuke. Continua…
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Lotta sociale in Slovenia
Lo
scorso sabato circa diecimila persone hanno dato vita ad un corteo contro
le politiche di austerità imposte in un paese dove la disoccupazione
giovanile tocca il 20%, quella generale sfiora il 13%..
Nonostante la
caduta del governo e la nascita di un nuovo esecutivo, nonostante le
dimissioni del sindaco di Maribor, la città slovena dalla quale è partita
la protesta popolare che sta scuotendo il paese da quasi quattro mesi, si
moltiplicano le iniziative di lotta.
A Maribor, al di là del generico
rifiuto di tutti i partiti, si sta sviluppando un processo di
autorganizzazione dal basso, che contesta l’esistenza stessa di modelli di
delega politica permanente.
In tutti i quartieri sono nate assemblee
popolari, dove la costruzione delle lotte si intreccia con una pratica
politica che apre spazi di autonomia e sperimentazione extraistituzionali.
Continua…
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Fukushima due anni dopo
11
marzo 2013. A due anni dallo tsunami che provocò un l’incidente
nucleare della stessa gravità di quello di Chernobyl, l’obiettivo delle
autorità giapponesi è creare le condizioni per la riapertura degli
impianti.
La priorità è convincere la gente a non avere più
paura.
La prefettura di Fukushima ha stretto un accordo con la IAEA
(International Atomic Energy Agency) per alleviare le conseguenze
dell’incidente. La cooperazione riguarderà il monitoraggio della
radiazione, la bonifica, la decontaminazione e la tutela della salute
umana.
Per contribuire ad una maggior “consapevolezza” della
popolazione, la IAEA si impegnerà nell’organizzazione di conferenze,
seminari e gruppi di lavoro, in cooperazione con l’università, per
sensibilizzare sugli effetti dell’esposizione alle radiazioni sulla
salute. Verranno affrontate, in particolare, le questioni della “paura
delle radiazioni” e dei disturbi da stress per chi vive o viveva nella
zona intorno Fukushima. Le autorità, che non possono eliminare la
radioattività, cercano di “tamponare” la disperazione di chi è
stato sradicato dalla propria terra, dalla propria casa, dal proprio
lavoro e contemporaneamente di rendere serena l’esistenza di chi, qualche
chilometro più in là, è stato autorizzato a rimanere confrontandosi
quotidianamente con un pericolo che non si vede, non si sente, non
si tocca. Continua…
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Chavez. Né lutto né festa
La
morte del presidente venezuelano Hugo Chavez ha
suscitato grandi emozioni, specie tra i poveri del suo paese
e nella sinistra internazionale orfana di eroi.
Sempre attuale l’ammonimento del
Galileo brechtiano sulle epoche che hanno bisogno di eroi,
più interessante analizzare l’avventura chavista partendo dalla
materialità delle condizioni politiche e sociali della
popolazione venezuelana. Ne
emerge un quadro contraddittorio, dove i miglioramenti sociali si
mischiano con autoritarismo, corruzione e violenza. Continua…
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Pisa. I profughi resistono ed occupano
La
fine dell’“Emergenza
nordafrica” è stata
stabilita per decreto governativo il 28 febbraio.
Alla gran parte dei
ventimila uomini e donne arrivati in Italia due anni fa è stato negato il
diritto d’asilo, perché nonostante fuggissero una guerra, erano nati in
uno dei tanti paesi dell’Africa subsahariana.
In questi giorni si
sono moltiplicate le proteste di chi si è ritrovato in strada con
cinquecento euro e un permesso umanitario di un anno.
I profughi di
guerra accolti in una struttura della Croce Rossa a Pisa hanno deciso di
resistere, occupando i prefabbricati,
per ottenere il completamento di un percorso di inserimento mai intrapreso
davvero dagli enti che hanno lucrato sui grandi fondi messi a disposizione
dei profughi di guerra provenienti dalla Libia. Continua…
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Rigassificatore, una bomba in mezzo al
mare
La scelta di
costruire in Italia una decina di impianti di rigassificazione, nonostante
siano inutili, dannosi e pericolosissimi, è l’ennesimo furto di denaro
pubblico per interessi privati che caratterizza le scelte dei governi
degli ultimi 20 anni.
Cos’è esattamente un rigassificatore? Chi ci
guadagna? Dove li stanno costruendo?
Interessante
l’intervento di Maurizio Zicanu, del comitato “No rigassificatore” di
Livorno.
Ascolta
l’intervista realizzata dall’info di radio blackout
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Ti ricordi di Fatih?
Sabato 2 marzo, piazza Castello a Torino. Davanti alla
prefettura ci sono due blindati, altri quattro sono
piazzati davanti al Palazzo della Regione. Carabinieri in assetto
antisommossa sono messi a guardia di quello spicchio di piazza. La
digos occhieggia ma si tiene alla larga.
Gli
antirazzisti piazzano una gabbia, un tavolino, due sedie, qualche
cartello e un mazzo di carte.
La storia di Fatih, l’immigrato tunisino morto nel CIE –
allora CPT – di corso Brunelleschi nella notte del 23 maggio 2008, non la
ricorda più nessuno. Ne resta traccia solo nelle carte del
tribunale che ha deciso di processare 67 antirazzisti, che non vollero che
su quella morte senza senso calasse il silenzio.
Oggi, complice la
Samba Band e una giornata di inizio primavera, quella storia è
tornata a vivere per le strade del centro cittadino. Un po’ di teatro
di strada, tanti volantini e tanta gente che si fermava, domandava,
commentava.
La lunga agonia del giovane tunisino, nel nuovo
CIE di corso Brunelleschi, è il fulcro della manifestazione. Continua…
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Profughi in strada. Finita la festa per
il terzo settore
28 febbraio è finita la cosiddetta “Emergenza Nordafrica”: migliaia
di rifugiati in tutta Italia sono finiti in strada.
Nell’anno e mezzo
trascorso dall’inizio del Piano di Accoglienza sono stati parcheggiati
senza prospettive, tra incuria, assistenzialismo e mera carità. Continua…
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Migranti. Il buoi oltre il filo spinato del
CIE
Per
lunghi anni i governi di centro destra hanno giocato le proprie
fortune sul tema del contenimento dei flussi migratori.
Entrare legalmente nel nostro paese è quasi impossibile: il
meccanismo che rende clandestini è stato oliato con cura, messo al centro
di una macchina tanto crudele quanto inutile.
Inutile perché
il calo attuale dell’immigrazione è frutto della crisi e non della
repressione.
Nell’ultima campagna elettorale il tema
dell’immigrazione è pressoché scomparso, dimenticato, relegato nel limbo
delle questioni che è meglio tacere.
Continua…
Appuntamenti
Sabato 23
marzo
23 marzo ore 14 -
Marcia No Tav Susa / Bussoleno
Spezzone rosso e nero
Sabato 23
marzo si svolgerà una marcia popolare No Tav tra Susa e Bussoleno.
Anche questa volta ci sarà uno spezzone rosso e nero aperto
dallo striscione “Contro il tav azione diretta autogestione.”
In
questi anni gli anarchici sono stati in prima fila nella resistenza
all’imposizione violenta di un’opera inutile e dannosa, ritrovando, tra un
presidio e una barricata, tra un pranzo condiviso e una notte di lotta
alle reti, tra un’assemblea popolare e una giornata di lavoro sui
sentieri, le pratiche di azione diretta, condivisione delle decisioni,
solidarietà che segnano ogni esperienza autenticamente libertaria.
Per info
pratiche, pernottamento, viaggi continua qui la lettura
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Martedì 26
marzo
"Una Follia senza fine. Il manicomio criminale. Dalla non
imputabilità alla reclusione a vita"
Martedì 26 marzo ore 21 -
presso la sede della FAT in corso Palermo 46 - si terrà una serata sugli
OPG, curata dal collettivo antipsichiatrico "Francesco
Mastrogiovanni".
Introdurrà di Daniela Roselli. Per approfondimenti clicca
qui
Appuntamenti fissi
Ogni lunedì – ore 21 – incontro degli “Antirazzisti
contro la repressione. Ti ricordi di Fathi?” presso la sede della fat in
corso Palermo 46
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Ogni martedì riunione del collettivo antipsichiatrico “Francesco
Mastrogiovanni” ore 21 in corso Palermo 46. Il numero contro gli abusi
psichiatrici funziona tutti i giorni con segreteria telefonica. Il martedì
– dalle 19 alle 21 - rispondiamo direttamente.
Segnati il numero e
fallo girare. 328 7623642
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Ogni giovedì –
ore 21 in corso Palermo 46 - riunione degli anarchici della FAT aperta a
tutti gli interessati
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Ogni venerdì – dalle 13
alle 15 – anarres va in onda sui 105,250 delle libere frequenze di radio
blackout. Se sei lontano puoi sentire anche in streaming accedendo dal
sito della radio www.radioblackout.org
http://anarresinfo.noblogs.org
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