Torino. Striscione a casa Baldacci
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- Date: Sun, 24 Feb 2013 10:15:58 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Torino. Striscione a casa Baldacci
Sabato 23 febbraio. Nel primo pomeriggio un gruppo
di antirazzisti ha fatto visita alla casa del colonnello e medico Antonio
Baldacci, responsabile per la Croce Rossa militare del CIE di Torino.
Davanti alla villetta di via Zandonai 8 a Chieri è stato steso uno
striscione con la scritta. “Baldacci ti ricordi di Fatih? Croce Rossa
assassina!”.
Fatih era un immigrato tunisino senza documenti
rinchiuso nel CIE (allora CPT) di Torino. Nella notte del 23 maggio 2008
stava male. Per tutta la notte i suoi compagni di detenzione chiesero
inutilmente aiuto. Dichiareranno ad un giornalista “gridavamo come cani al
canile, senza che nessuno ci ascoltasse”.
La mattina dopo Fatih era
morto.
Non venne eseguita nessuna autopsia.
Non sappiamo di
cosa sia morto Fatih. Sappiamo però che in una struttura detentiva gestita
dalla Croce Rossa nessuno lo ha assistito, nessuno gli ha garantito alcuna
cura.
Due giorni dopo il colonnello e medico Antonio Baldacci
dichiarerà “gli immigrati mentono sempre, mentono su ogni cosa”.
Parole che non meritano commento, perché ricordano sin troppo bene
quelle degli aguzzini di ogni dove.
Il 2 giugno
2008 un gruppo di antirazzisti si recò alla casa di Baldacci per un
“cacerolazo”. Si batterono le pentole davanti alla sua casa, si
distribuirono volantini, si appesero striscioni.
Una normale
protesta di persone indignate per una morte senza senso.
Oggi quella
protesta di fronte alla casa del colonnello e medico Antonio Baldacci è
entrata nel fascicolo del processo contro 67 antirazzisti, che lottarono e
lottano contro le deportazioni, la schiavitù del lavoro migrante, la
militarizzazione delle strade.
Nel CIE di Torino
le lotte, le fughe, la gente che si taglia per sfuggire all'espulsione
sono pane quotidiano, come quotidiana è la resistenza di chi crede che,
nell’Italia dei CIE, delle deportazioni, dei morti in mare, ribellarsi sia
un’urgenza che ci riguarda tutti.
Per questa ragione non accetteremo
che le lotte di quegli anni vengano rinchiuse in un aula di tribunale:
porteremo le nostre ragioni nelle strade di questa città, porteremo il CIE
nel salotto di Torino.
La prima tranche del
processo va in scena
mercoledì 27 febbraio ore 9 in
aula 46 del tribunale di Torino.
Sabato 2 marzo
“Il CIE nel salotto della città”
presidio itinerante per il centro cittadino.
Appuntamento alle 15 in piazza Castello
Antirazzisti contro la repressione
Ti ricordi
di Fatih?
http://anarresinfo.noblogs.org
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