Trivella di Venaria. Processo ai No Tav
- Subject: Trivella di Venaria. Processo ai No Tav
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Mon, 4 Feb 2013 16:44:14 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Trivella di Venaria. Processo ai No Tav
Lunedì 4 febbraio è cominciato il processo
contro 28 No Tav sotto accusa per la lotta alle trivelle
dell’inverno 2010. Nel mirino il presidio permanente a Venaria,
dove, grazie ad un’ampia solidarietà popolare, i No Tav riuscirono a
rallentare i lavori finché in fretta e furia il cantiere venne
smontato.
In via Amati la trivella arrivò nel tardo pomeriggio del
26 gennaio. Siamo in una zona di grandi palazzi stesi lungo la
tangenziale, fiancheggiati da tralicci dell’alta tensione. Qui
l’opposizione al Tav si legge, oggi come allora, nelle bandiere appese ai
balconi.
Nel prato di fronte alla trivella ci siamo trovati in
tanti: No Tav che si erano fatti tutti i presidi e gente di Venaria
preoccupata per il proprio futuro, in questa periferia stesa tra la
città e il niente delle auto in corsa oltre la barriera antirumore.
La trivella era accompagnata da un imponente nugolo di poliziotti,
carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa, che invasero la strada
rendendo difficoltosa la circolazione.
Già nel tardo pomeriggio una
cinquantina di No Tav armati di bandiere e striscioni fronteggiava nel
prato la polizia. Partì il consueto tam tam e presto eravamo molti di più.
Bidoni, legna, qualcosa da mangiare.
Un camion con le luci rimase bloccato dal gran numero di persone
che si riversarono in strada. Furono tre giorni di presidio permanente,
con assemblee, incontri, cene collettive.
Tanta gente che abita
nella zona di via Amati scese in strada, partecipò alle discussioni, alla
lotta.
Quelli che non potevano fermarsi portavano caffè caldo e una
brioche, segni tangibili di una solidarietà vera.
La sera del 26
gennaio, nonostante un’abbondante nevicata all’assemblea
spontanea tra il prato e la strada parteciparono centinaia di persone.
Emerse netta la volontà di contrastare il sondaggio, di mettere i
bastoni tra le ruote a chi pretendeva di imporre con la forza
un’opera inutile e dannosa.
In serata arrivò anche il sindaco
Pollari, che fece un po’ di acrobazie per acquisire consensi, ma convinse
poco. Si disse contrario al Tav in Val Susa ma possibilista su una nuova
linea a Venaria. Un colpo al cerchio – i cittadini di Venaria che
presidiavano la trivella – e un colpo alla botte – il suo partito, il PD,
schierato su posizioni si tav.
La gente sa bene che il Tav a
Venaria correrà in mezzo alle case, fuori o in galleria, saranno dieci
anni di cantieri, polvere, disagi per un’opera inutile e dannosa.
A due anni da quel gennaio la Procura di Torino ci presenta il
conto. Alla sbarra siamo in 28, tutti scelti con cura tra gli
attivisti più noti alla polizia politica, per tentare ancora una
volta il gioco dei buoni e dei cattivi, nascondendo la realtà di una
lotta popolare forte anche a Torino e nei paesi vicini.
Il
processo era di competenza della sede di Ciriè del tribunale di Torino, ma
è stato spostato nel capoluogo per ragioni di “ordine pubblico”.
In
aula c’è il solito clima dei processi No Tav: tanta gente diversa che ha
costruito i propri legami tra un presidio e una barricata. Gente
che non si arrende alla violenza e ai tribunali.
Si comincia con
grande ritardo, per qualche intoppo burocratico. Dopo il rituale
appello, l’udienza viene sospesa per un’eccezione di tipo tecnico proposta
da uno degli avvocati. La giudice valuta che uno dei compagni non era
presente per un legittimo impedimento ed rimanda il processo al 4
marzo.
Fuori c’è una marea di poliziotti. Scopriremo dopo
che temevano un incontro dialetticamente vivace tra No Tav ed Esposito e
Boccuzzi, due onorevoli diessini, che si sono distinti per gli
attacchi continui al movimento.
Inutile dire che se li avessimo
incontrati faccia a faccia non avremmo nascosto la nostra indignazione
specie a Boccuzzi, scampato alla strage della Thyssen, che, dopo aver
cambiato la tuta con la giacca da deputato, ha dimenticato che i
cantieri Tav nella sola tratta Bologna/Firenze hanno ucciso 83
lavoratori, uno per ogni chilometro di Tav costruito.
Il
potere corrompe. Sempre.
- Follow-Ups:
- Puzzano troppo: giù dall'autobus!
- From: "Opera Nomadi di Padova" <info at operanomadipadova.it>
- Puzzano troppo: giù dall'autobus!
- Prev by Date: L'unità della Sinistra resta ancor sempre da realizzare. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Next by Date: Puzzano troppo: giù dall'autobus!
- Previous by thread: L'unità della Sinistra resta ancor sempre da realizzare. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Next by thread: Puzzano troppo: giù dall'autobus!
- Indice: