Paolo D'Arpini: "Ci sentite... sì o no?"
Leggo su vari giornali di lotte all'ultimo sangue scatenatesi tra Province contigue in seguito al progetto del governo di Mario Monti (al quale mi ero già rivolto per sottolineare quanto qui sotto espresso).
Ad esempio qui nelle Marche il problema è grave, si rischia la cancellazione di Macerata e Fermo e forse pure di Pesaro Urbino, insomma un vero casino. Così l'identità locale è messa a serio rischio ed a che pro? Questa scelta dell'accorpamento e dell'eliminazione di alcune province non aiuta "la comunità" riesce solo a creare caos ed ulteriore malcontento nella popolazione.
Questa mossa governativa contro le Province non è assolutamente "utile". Questa decisione, portata avanti con la scusa del riordino e dell'ottimizzazione amministrativa, è secondo me solo un modo per alienare ulteriormente la società civile dalle istituzioni. Ma tale legge si propone come "migliorativa" e in funzione di un ipotetico risparmio... Ma corrisponde ciò al reale interesse del popolo e dell'habitat? Va realmente a vantaggio delle comunità locali o privilegia solo i grandi agglomerati urbani?
Il bioregionalismo infatti si riconosce massimamente nelle identità locali e queste possono essere individuate solo nell’ambito municipale e provinciale, che è il territorio in cui una città di solito irradia la sua influenza culturale. Tra l’altro in Italia le Regioni, impostate e studiate a tavolino, si pongono come stati antagonisti sia per lo Stato Italiano che per l’Europa stessa, che faticosamente sta cercando di trovare una identità politica condivisa.
Se degli Enti inutili vanno eliminati, molto meglio abolire le Regioni, mini-stati all’interno dello Stato, che nemmeno rappresentano interessi di omogeneità culturale e bioregionale ma solo interessi di gestione economica e partitica.
Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/11/no-alla-distruzione-del-tessuto.html
Il bioregionalismo infatti si riconosce massimamente nelle identità locali e queste possono essere individuate solo nell’ambito municipale e provinciale, che è il territorio in cui una città di solito irradia la sua influenza culturale. Tra l’altro in Italia le Regioni, impostate e studiate a tavolino, si pongono come stati antagonisti sia per lo Stato Italiano che per l’Europa stessa, che faticosamente sta cercando di trovare una identità politica condivisa.
Se degli Enti inutili vanno eliminati, molto meglio abolire le Regioni, mini-stati all’interno dello Stato, che nemmeno rappresentano interessi di omogeneità culturale e bioregionale ma solo interessi di gestione economica e partitica.
Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/11/no-alla-distruzione-del-tessuto.html