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R: Torino. Processo per vilipendio e proiezione de "Il leone del deserto"
- Subject: R: Torino. Processo per vilipendio e proiezione de "Il leone del deserto"
- From: "Lilianaborangaemail" <liliana.boranga at email.it>
- Date: Thu, 25 Oct 2012 16:59:32 +0200
Carissimi, questo film lo proiettai a Mestre nel 1985 in un club privato Tag per tre sera di seguito in versione francese con traduzione simultanea. È un film da mostrare come La Battaglia di Algeri e altri. liliana dott. boranga giornalista via nuova 17 - 30174 mestre venezia 0039330247247 liliana.boranga at email.it liliaboranga at gmail.com skype:liliana.boranga33 -----Messaggio originale----- Da: dirittiglobali-request at peacelink.it [mailto:dirittiglobali-request at peacelink.it] Per conto di Federazione Anarchica Torinese Inviato: giovedì 25 ottobre 2012 01:42 A: dirittiglobali at peacelink.it Oggetto: Torino. Processo per vilipendio e proiezione de “Il leone del deserto” Torino. Processo per vilipendio e proiezione de “Il leone del deserto” Venerdì 26 ottobre Ore 11 aula 52 del tribunale processo per vilipendio alle forze armate e alla bandiera. Alla sbarra 11 antimilitaristi ore 20 aperi-benefit per gli antimilitaristi colpiti dalla repressione. Segue proiezione del film “Il Leone del deserto” di Moustapha Akkad (1981) Questo film, censurato in Italia, perché lesivo dell’onore dell’esercito italiano” non è mai uscito nelle sale. In corso Palermo 46 – nel cortile a destra Il mito degli italiani brava gente è un mito falso ma duro a morire. Oggi in Afganistan, come ieri in Libia, Eritrea, Etiopia, Somalia, Iraq l’esercito italiano ha compiuto orrori infiniti. La repressione della guerriglia antitaliana in Libia fu ferocissima. Il generale Graziani usò armi chimiche letali, ordinò fucilazioni di massa, torture, la deportazione di decine di migliaia di persone in campi di concentramento nel deserto, dove i più morirono per fame e per sete. La storia dell’avventura coloniale italiana in così come dell’occupazione di Grecia e Jugoslavia è stata raccontata da pochi storici, ma non è mai entrata nei libri di scuola. La maggior parte degli italiani crede ancora alla favola del soldato italiano buono. Una falsità che nasconde una verità cruda. “Il leone del deserto” di Mustafa Akkad, uscito nel 1981, venne vietato in Italia, perché, secondo le parole dell’allora presidente del consiglio, Giulio Andreotti, venne ritenuta lesivo “dell’onore dell’esercito italiano”. La colpa del film? Aver rappresentato la ferocia dell’occupazione italiana della Cirenaica, aver dato corpo ai centomila libici che morirono durante la campagna del generale Graziani. Chi osò proiettare il film venne processato per vilipendio alle forze armate. Ancora oggi il film si può trovare solo in internet: solo da poco è disponibile una versione in italiano. Sebbene la pellicola sia intrisa di una retorica nazionalista che ci è completamente estranea, nonostante alcuni voluti errori storici ed un’eccesiva esaltazione della resistenza libica, ci offre tuttavia un affresco di una vicenda che l’Italia liberale, quella fascista, quella democratica hanno sempre tenuto nascoste. Il 26 ottobre entra nel vivo il processo ad 11 anarchici, accusati di vilipendio alle forze armate. Uno, Emilio, è anche accusato di vilipendio alla bandiera. Per questo gesto meramente simbolico rischia sino a due anni. Nel codice penale della Repubblica italiana sono annidate numerose norme che puniscono chi dice la propria su istituzioni e simboli investiti dall’aura della sacralità. Così chi irride l’esercito o brucia una bandiera finisce in tribunale Nulla di cui stupirsi. Ammazzare, torturare, violentare, occupare città e paesi sono attività che in genere non vengono apprezzate. Trasformare una ginnastica di morte in attività onorevole, ben pagata è un’operazione che richiede riti e sacerdoti. Giudici e tribunali per chi non ci sta. Alla faccia degli altisonanti principi che sancirebbero la libertà di dire la propria. Facciamo un passo indietro. Era il 4 novembre del 2009, il giorno che lo Stato italiano dedica alle forze armate, nell’anniversario di quell’immane carneficina che fu la prima guerra mondiale. Un plotone di soldati caricati a molla, dopo aver attraversato via Po, esibendo immagini e fotografie delle guerre dello Stato italiano compare a sorpresa in piazza Castello, dove, blindatissima, si è appena conclusa la cerimonia dell’ammaina bandiera. I soldati attraversano la piazza sino al monumento ai Cavalieri d’Italia dove viene esposto un tricolore. La bandiera italiana, simbolo di un paese in guerra, simbolo di quell’infamia che si chiama amor patrio, viene data alle fiamme tra gli applausi di una piccola folla accorsa intorno al monumento. I soldati a molla vengono ricaricati e riprendono la loro marcia di automi. Nonostante le centinaia di uomini schierati a difesa della cerimonia degli assassini in divisa, qualche anarchico, senzapatria e disertore di tutte le guerre, è riuscito a ricordare i massacri che ieri come oggi vengono fatti sventolando la bandiera bianca rossa e verde. A tre anni di distanza lo Stato presenta il conto. L’udienza è fissata venerdì 26 ottobre alle 11 in aula 52 ingresso 20 del tribunale di Torino. Per info e contatti: Federazione Anarchica Torino corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21 338 6594361 fai_to at inrete.it http://anarresinfo.noblogs.org -- Mailing list Dirittiglobali dell'associazione PeaceLink. Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://web.peacelink.it/mailing_admin.html Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/diritti Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: http://web.peacelink.it/policy.html -- Caselle da 1GB, trasmetti allegati fino a 3GB e in piu' IMAP, POP3 e SMTP autenticato? 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- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
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