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[Resistenza] Sviluppare la lotta contro IMU ed Equitalia!
- Subject: [Resistenza] Sviluppare la lotta contro IMU ed Equitalia!
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Wed, 11 Jul 2012 13:51:14 -0700 (PDT)
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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza
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e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
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Milano, 10.07.2012
Sviluppare la lotta contro IMU ed
Equitalia!
Unire la lotta contro IMU ed Equitalia alle altre mobilitazioni in corso
contro le misure del governo Monti-Napolitano ai danni dei pensionati, dei
precari, dei lavoratori pubblici e privati, dipendenti e autonomi!
Coordinare le campagne e le iniziative di protesta nella lotta per
cacciare il governo Monti e instaurare un governo di emergenza popolare!
“L’IMU è solo l’ultima (in ordine di tempo) estorsione escogitata ai
danni delle masse popolari, come lo sono stati già l’introduzione dei contratti
di lavoro precari, l’innalzamento dell’età della pensione, la riduzione dei
trasferimenti ai Comuni, alle Province e alle Regioni e il Patto di Stabilità,
la cancellazione del diritto alla reintegrazione dei lavoratori colpiti da
licenziamenti illegittimi (art. 18), l’attacco agli ammortizzatori sociali, la
tolleranza dell’introduzione del regime Marchionne nelle fabbriche e tanti
altri provvedimenti presi dai governi della Repubblica Pontificia in questi
anni: centro-destra e centro-sinistra, circo Prodi e banda Berlusconi a gara
nell’attuare il programma comune della borghesia imperialista. La Giunta Monti-Napolitano
è l’ultima espressione di questo corso delle cose. (…) Bisogna organizzare il non
pagamento dell’IMU in modo da paralizzare o almeno intralciare le ritorsioni
della Giunta: ogni cavillo legale, ogni dimostrazione di forza, ogni astuzia
vanno messi in opera, propagandati e organizzati. I magistrati e gli avvocati
democratici devono dimostrare la loro buona volontà e la sincerità dei loro
propositi mettendo a punto e indicando i meccanismi che intralciano il
funzionamento dell’apparato repressivo. Questo significa organizzare il rifiuto
del pagamento dell’imposta, oltre che denunciare l’ingiustizia del
provvedimento e propagandare la disobbedienza!” (dal Comunicato del (nuovo)Partito
comunista italiano, n. 15- 1.05.12)
L’IMU è un’esazione ai danni delle
masse popolari che si aggiunge alle tante altre di cui il governo Monti è
responsabile diretto (imposte, tariffe, ticket, eliminazione di trasferimenti
ai comuni, rincaro di servizi, ecc.) o indiretto (carovita, benzina, gasolio e
gas, blocco o riduzione di salari, stipendi e pensioni).
È un’imposta particolarmente odiosa e
barbarica (una specie di riedizione della tassa del macinato di fine Ottocento)
perché colpisce famiglie già in gravi difficoltà e che sono state costrette dal
caro affitti a diventare proprietarie delle case in cui abitano, molte delle
quali gravate da mutui e ipoteche.
E’ l’alternativa escogitata dal
governo Monti alla tassazione dei grandi patrimoni e dei capitali
imboscati in Svizzera e negli altri paradisi fiscali, alla sospensione
dell’acquisto di armi e delle missioni militari, al taglio delle pensioni d’oro e dei compensi faraonici
agli alti funzionari pubblici, all’eliminazione dei privilegi della casta, al
taglio dei trasferimenti di soldi pubblici alla Chiesa (che, tra l’altro, è
proprietaria del 30% del patrimonio immobiliare italiano, ma è esentata dall’IMU
come lo era dall’ICI) , alla sospensione delle grandi opere inutili o dannose
come l’Expo e la TAV.
Il 18 giugno è scaduto il termine per
il pagamento della prima rata dell’IMU. A 20 giorni di distanza il governo canta vittoria: “obiettivo centrato” annuncia il sottosegretario
all’Economia Vieri Ceriani, parlando come se fosse a bordo di una cannoniera
(ricorda Bush che il 1° maggio del 2003 dichiarava solennemente: “la guerra in
Iraq è finita”, poi i fatti…). Sono riusciti a estorcere, prevalentemente dalle
tasche delle masse popolari, 9.551 milioni di euro.
Contro l’IMU ed Equitalia
si è sviluppato nei mesi scorsi un variegato movimento di protesta,
denuncia e opposizione.
· Il Comitato NoDebito di Padova (vedi http://www.facebook.com/pages/NON-Paghiamo-lIMU/211965282240831)
ha organizzato diverse iniziative (raccolta firme per l’esenzione,
manifestazioni al Comune) fin dal mese di maggio.
· Il Coordinamento No Debito ha
organizzato il 18 giugno una giornata di protesta contro l’IMU, “balzello
odioso e inaccettabile” e promosso il 30 giugno a Napoli una manifestazione che
contro la riforma Fornero e la “chiusura di Equitalia, la
dismissione dei metodi da usura e una sanatoria del debito per le fasce deboli
della popolazione”.
· A Firenze, a partire dal 21 maggio, è
stata avviata dall’USB e da Stefano Isola una raccolta firme contro IMU ed
Equitalia.
· Ci sono state, in particolare a Pisa
e a Napoli, manifestazioni importanti e incisive (in vari casi con annessa
distruzione delle cartelle esattoriali) contro Equitalia.
· In Sicilia il movimento dei Forconi
ha organizzato iniziative di protesta contro l’IMU e invitato a rimandare tutte
le cartelle ad Equitalia.
· La Direzione Nazionale del PRC
del 22/5/2012 ha deciso la “costruzione di una campagna per abolire l’IMU e sostituirla con la
patrimoniale”.
· Varie Amministrazioni
Comunali (Polistena (RC), Spilinga (VV), Sacile
(PN), Mandatoriccio (CS), Tula (SS), Filadelfia (VV), Peschiera del Garda (VR),
Acquaformosa (CS), Agnosine (BS), Assago (MI), Pontinvrea (SV), Lonate Ceppino
(VA), Marano di Valpolicella (VR), Erula (SS) hanno abbassato l’aliquota fino
ad azzerare di fatto l’importo dell’IMU, rifiutando in questo modo di trasformarsi in agenzie di riscossione del governo centrale.
· Al Consiglio comunale
di Firenze è passata all’unanimità la mozione, presentata dai consiglieri
Grassi e De Zordo, per esentare dal pagamento dell’IMU gli anziani in Residenze
Sanitarie Assistite.
· Varie Amministrazioni
Comunali (Oristano, Bari, Sassuolo, Sorso, Valle di Cadore, Calalzo, Morazzone,
San Donà di Piave, Zanica, Merate, Thiene…) hanno rescisso il contratto con
Equitalia e intendono
procedere alla riscossione delle imposte per conto proprio. Su questa linea si
è impegnato a muoversi anche De Magistris a Napoli.
· Anche alcuni esponenti
della Chiesa cattolica, come Don Ferdinando Mazzoleni, parroco di Villasanta in
Brianza, hanno dichiarato che una tassa del genere non va pagata. Intende “Non
va pagata dalle masse popolari” perché andrebbe pagata integralmente dalla
Chiesa, come affermano dal canto loro Don Paolo Farinella e Don Gallo da Genova.
· Le pagine, gruppi ed
eventi facebook contro l’IMU si sono moltiplicati
Perché questo movimento non si è
trasformato in disobbedienza di massa? Il motivo principale è che finora nessuno dei centri
autorevoli esistenti si è messo alla testa di questo movimento, ha
organizzato e promosso le forme adeguate a dargli le gambe per marciare, cioè
1. ha
chiamato apertamente a non pagare l’IMU (come gli altri balzelli con cui il
governo vessa il grosso della popolazione) e ha organizzato praticamente il non
pagamento, traducendo in iniziativa pratica la denuncia e la protesta e
trasformando la rabbia, l’esasperazione e le difficoltà diffuse ma isolate in
azioni organizzate e collettive di disobbedienza;
2. ha
unito da una parte tutti i settori delle masse popolari colpiti dall’IMU (dalle
famiglie proprietarie di una casa ai piccoli commercianti, gli artigiani, i
lavoratori autonomi, dagli anziani ricoverati nelle case di riposo e le loro
famiglie a coloro che hanno una seconda casa ricevuta in eredità da genitori o
nonni oppure comprata con i sacrifici di una vita) e dall’altra chi una casa ce
l’ha e chi non ce l’ha (“chi
ce l’ha non deve essere strozzato da mutui e tasse né vedersela sottratta da
Equitalia, chi non ce l’ha la deve avere”) in modo da
allargare il fronte di lotta contro questo governo che succhia soldi e risorse
dalle masse a favore di speculatori, banchieri, grandi capitalisti, gerarchia
vaticana e alti funzionari statali;
3. ha
attivato sindacati, associazioni, sportelli, organismi di magistrati e avvocati
democratici e le altre strutture mobilitabili per creare una rete di tutela e
supporto utile a contrastare le minacce di governo e partiti e a spezzare la
paura di finire nella morsa degli strozzini legalizzati di Equitalia;
4. ha
inserito la lotta contro IMU ed Equitalia nell’ambito della più generale
mobilitazione per cacciare Monti e costruire un’alternativa politica a
qualsiasi governo dei poteri forti nostrani e internazionali: in mancanza di
questo la lotta contro IMU ed Equitalia si riduce a chiedere al governo Monti
di essere più clemente o di fare qualcosa che non ha nessuna intenzione di
fare.
Il
risultato è che il non pagamento dell’IMU è rimasto in larga misura frutto
della decisione di resistere o della disperazione individuali.
La partita è tutt’altro che chiusa.
Primo perché, anche se Vieri Ceriani e i suoi compari sorvolano o minimizzano,
ben 1,7 milioni di persone non hanno pagato l’IMU: organizzate possono
diventare la leva per estendere e allargare la mobilitazione contro la politica
fiscale del governo Monti. Secondo, perché dai limiti e dagli errori possiamo e
dobbiamo imparare a condurre meglio le prossime battaglie: a settembre è fissato
il termine per pagare la seconda rata dell’IMU, ma l’azione criminale di questo
governo non si fermerà lì, dopo pensioni, art. 18 e IMU ci sono già in ballo
l’attacco ai dipendenti e ai servizi pubblici (la chiamano “spending
review”, ma questo è) e l’aumento dell’IVA.
Le iniziative dei mesi
scorsi e 1,7 milioni di persone che non hanno pagato la prima rata sono la base
da cui partire per migliorare e avanzare nella battaglia contro IMU ed
Equitalia, per creare quel senso di protezione derivante
dall’unità e dalla partecipazione attiva ad un qualcosa di più ampio ed esteso
che dia corpo e forza alle rivendicazioni di ognuno e non faccia pagare
individualmente le conseguenze ma le assuma in maniera collettiva in modo da
fare scudo.
Le prese di posizione
di vari Sindaci ed esponenti della Chiesa, anche se da sole non bastano a
costringere il governo a fare marcia indietro né a determinare direttamente una
mobilitazione di massa, sono indicative di quale è già oggi l’arco di forze che
un centro autorevole di mobilitazione, organizzazione e lotta può mettere a
contribuzione.
Le prese di posizione,
le denunce e le proteste sono una premessa importante e il contesto: occorre
organizzare le masse popolari a non pagare, a violare le scadenze, a resistere
con la mobilitazione e la solidarietà ai tentativi che i vertici della
Repubblica Pontificia metteranno in atto per fiaccare la disobbedienza di
massa. Finché a non pagare sono persone e famiglie isolate, ogni mancato
pagamento (e ogni tentativo di mancato pagamento) diventa una questione
giudiziaria. Se il non pagamento è collettivo, organizzato, diffuso, la
questione diventa politica, la disobbedienza dal basso si mescola, si combina e
alimenta le proteste dei Sindaci. La possibilità di una simile prospettiva è
sotto gli occhi di tutti. La necessità e l’urgenza di una simile prospettiva
anche: è l’alternativa pratica ai gesti individuali, disperati,
autodistruttivi.
Abbiamo perso una battaglia, ma possiamo vincere la guerra. Più che di macelleria
sociale, infatti, si tratta di una vera e propria guerra. “Macelleria” implica
che le masse popolari siano materia inerte in mano a un macellai. “Guerra”
invece vuol dire in primo luogo che si confrontano due contendenti entrambi attivi, in
secondo luogo che essere sconfitti in singole battaglie non significa affatto
aver perso la guerra. Vale per la lotta contro IMU ed Equitalia come per quella
contro la battaglia Fornero.
La questione decisiva
è che le persone e gli organismi che godono di un qualche prestigio e autorità
si costituiscano in comitato di salvezza nazionale, in governo ombra o come
vogliamo chiamarlo, che non si limiti alla denuncia e a “organizzare” la
mobilitazione, ma elabori proposte e misure concrete per fare fronte agli
effetti della crisi, inizi a realizzarle con la forza del sostegno delle masse
popolari, usi l’autorevolezza di cui gode fra le masse popolari per farla
diventare autorità, contrapposta a
quella delle autorità borghesi.
E’
possibile che in molti, fra operai, lavoratori, giovani, immigrati, donne,
dicano “sarebbe giusto, ma non è realizzabile”. A loro diciamo che non si
tratta oggi di valutare la possibilità o meno di una simile prospettiva: il
fatto che sia l’unica strada positiva (se ce ne sono altre, che i loro
promotori si facciano avanti per illustrarle) per fare fronte alla situazione
li deve spingere a chiedersi “come posso contribuire alla realizzazione di
questa prospettiva?”.
E’
certo che la quasi totalità di quegli esponenti che possono costituire tale
centro autorevole (cioè hanno già il seguito e influenza per farlo), tale
governo ombra, tale “comitato di liberazione” dicano: “non è possibile”. A
smentirli non ci siamo noi e i nostri tentativi di essere convincenti, ci sono
i fatti. Non solo è possibile, ma è necessario. Chi di loro non si metterà con
convinzione e determinazione su questa strada sarà travolto dalla
mobilitazione, dalla spinta in quella direzione, ancora spontanea e
contraddittoria, che viene dalle proteste locali, particolari, settoriali. Ne
sa qualcosa il Segretario della FIOM Landini il cui carisma e la cui
autorevolezza, consolidate con la lotta di Pomigliano contro il Piano
Marchionne, iniziano a vacillare proprio perché rifiuta di assumersi il ruolo e
il compito che gli è richiesto: il 22 giugno è stato contestato dagli operai,
iscritti FIOM, che pretendono che dalle parole e dalle promesse si passi ai
fatti.
Ecco,
questo è il centro della questione. Per quante siano le resistenze dei
dirigenti del movimento sindacale, democratico e popolare, sono i lavoratori e
le masse popolari che possono costringerli ad assumersi le responsabilità che
spettano loro… o sostituirli.
Per fermare e
contrastare la catastrofe che incombe sul nostro paese abbiamo una sola strada da
percorrere, quella che unisce lavoratori dipendenti e autonomi, disoccupati,
giovani e pensionati, italiani e immigrati: trasformare le rapine di stato e
l’usura legalizzata in una grande mobilitazione popolare per cacciare Monti e
instaurare al suo posto un governo
di emergenza popolare deciso a rompere i vincoli con i
circoli della finanza, rilanciare “l’economia reale” in conformità con la
parola d’ordine (del tutto realizzabile!) “a ognuno un lavoro utile e
dignitoso” e a riorganizzare la vita politica, sociale, economica del paese in
conformità con gli interessi delle masse popolari.
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti
alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere
chiusa)
2. Distribuire
i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi
secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi
3. Assegnare
ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della
sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e
per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve
essere licenziato)
4. Eliminare
attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando
alle aziende altri compiti
5. Avviare la
riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base
produttiva
6. Stabilire
relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a
stabilirle con noi
Sono le misure che sintetizzano le rivendicazioni delle organizzazioni operaie e popolari del nostro paese e le proposte avanzate
da vari intellettuali ed esponenti sindacali, politici e della società civile.
Sono tutte misure che possono essere realizzate: DIPENDE DA NOI!
OSARE LOTTARE!
OSARE
VINCERE!
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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