[Resistenza] Sviluppare la lotta contro IMU ed Equitalia!




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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Milano, 10.07.2012
 
Sviluppare  la lotta contro IMU ed Equitalia!
Unire la lotta contro IMU ed Equitalia alle altre mobilitazioni in corso contro le misure del governo Monti-Napolitano ai danni dei pensionati, dei precari, dei lavoratori pubblici e privati, dipendenti e autonomi! 
Coordinare le campagne e le iniziative di protesta nella lotta per cacciare il governo Monti e instaurare un governo di emergenza popolare!
 
“L’IMU è solo l’ultima (in ordine di tempo) estorsione escogitata ai danni delle masse popolari, come lo sono stati già l’introduzione dei contratti di lavoro precari, l’innalzamento dell’età della pensione, la riduzione dei trasferimenti ai Comuni, alle Province e alle Regioni e il Patto di Stabilità, la cancellazione del diritto alla reintegrazione dei lavoratori colpiti da licenziamenti illegittimi (art. 18), l’attacco agli ammortizzatori sociali, la tolleranza dell’introduzione del regime Marchionne nelle fabbriche e tanti altri provvedimenti presi dai governi della Repubblica Pontificia in questi anni: centro-destra e centro-sinistra, circo Prodi e banda Berlusconi a gara nell’attuare il programma comune della borghesia imperialista. La Giunta Monti-Napolitano è l’ultima espressione di questo corso delle cose. (…) Bisogna organizzare il non pagamento dell’IMU in modo da paralizzare o almeno intralciare le ritorsioni della Giunta: ogni cavillo legale, ogni dimostrazione di forza, ogni astuzia vanno messi in opera, propagandati e organizzati. I magistrati e gli avvocati democratici devono dimostrare la loro buona volontà e la sincerità dei loro propositi mettendo a punto e indicando i meccanismi che intralciano il funzionamento dell’apparato repressivo. Questo significa organizzare il rifiuto del pagamento dell’imposta, oltre che denunciare l’ingiustizia del provvedimento e propagandare la disobbedienza!” (dal Comunicato del (nuovo)Partito comunista italiano, n. 15- 1.05.12)
 
L’IMU è un’esazione ai danni delle masse popolari che si aggiunge alle tante altre di cui il governo Monti è responsabile diretto (imposte, tariffe, ticket, eliminazione di trasferimenti ai comuni, rincaro di servizi, ecc.) o indiretto (carovita, benzina, gasolio e gas, blocco o riduzione di salari, stipendi e pensioni).
È un’imposta particolarmente odiosa e barbarica (una specie di riedizione della tassa del macinato di fine Ottocento) perché colpisce famiglie già in gravi difficoltà e che sono state costrette dal caro affitti a diventare proprietarie delle case in cui abitano, molte delle quali gravate da mutui e ipoteche.
E’ l’alternativa escogitata dal governo Monti alla tassazione dei grandi patrimoni e dei capitali imboscati in Svizzera e negli altri paradisi fiscali, alla sospensione dell’acquisto di armi e delle missioni militari, al taglio  delle pensioni d’oro e dei compensi faraonici agli alti funzionari pubblici, all’eliminazione dei privilegi della casta, al taglio dei trasferimenti di soldi pubblici alla Chiesa (che, tra l’altro, è proprietaria del 30% del patrimonio immobiliare italiano, ma è esentata dall’IMU come lo era dall’ICI) , alla sospensione delle grandi opere inutili o dannose come l’Expo e la TAV.
 
Il 18 giugno è scaduto il termine per il pagamento della prima rata dell’IMU. A 20 giorni di distanza il governo canta vittoria: “obiettivo centrato” annuncia il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, parlando come se fosse a bordo di una cannoniera (ricorda Bush che il 1° maggio del 2003 dichiarava solennemente: “la guerra in Iraq è finita”, poi i fatti…). Sono riusciti a estorcere, prevalentemente dalle tasche delle masse popolari, 9.551 milioni di euro.
 
Contro l’IMU ed Equitalia  si è sviluppato nei mesi scorsi un variegato movimento di protesta, denuncia e opposizione.

·   Il Comitato NoDebito di Padova (vedi http://www.facebook.com/pages/NON-Paghiamo-lIMU/211965282240831) ha organizzato diverse iniziative (raccolta firme per l’esenzione, manifestazioni al Comune) fin dal mese di maggio.
·  Il Coordinamento No Debito ha organizzato il 18 giugno una giornata di protesta contro l’IMU, “balzello odioso e inaccettabile” e promosso il 30 giugno a Napoli una manifestazione che contro la riforma Fornero e la “chiusura di Equitalia, la dismissione dei metodi da usura e una sanatoria del debito per le fasce deboli della popolazione”.
·    A Firenze, a partire dal 21 maggio, è stata avviata dall’USB e da Stefano Isola una raccolta firme contro IMU ed Equitalia.
·   Ci sono state, in particolare a Pisa e a Napoli, manifestazioni importanti e incisive (in vari casi con annessa distruzione delle cartelle esattoriali) contro Equitalia.
·    In Sicilia il movimento dei Forconi ha organizzato iniziative di protesta contro l’IMU e invitato a rimandare tutte le cartelle ad Equitalia.
·   La Direzione Nazionale del PRC del 22/5/2012 ha deciso la “costruzione di una campagna per abolire l’IMU e sostituirla con la patrimoniale”.
·    Varie Amministrazioni Comunali (Polistena (RC), Spilinga (VV), Sacile (PN), Mandatoriccio (CS), Tula (SS), Filadelfia (VV), Peschiera del Garda (VR), Acquaformosa (CS), Agnosine (BS), Assago (MI), Pontinvrea (SV), Lonate Ceppino (VA), Marano di Valpolicella (VR), Erula (SS) hanno abbassato l’aliquota fino ad azzerare di fatto l’importo dell’IMU, rifiutando in questo modo  di trasformarsi in agenzie di riscossione del governo centrale.
·   Al Consiglio comunale di Firenze è passata all’unanimità la mozione, presentata dai consiglieri Grassi e De Zordo, per esentare dal pagamento dell’IMU gli anziani in Residenze Sanitarie Assistite.
·    Varie Amministrazioni Comunali (Oristano, Bari, Sassuolo, Sorso, Valle di Cadore, Calalzo, Morazzone, San Donà di Piave, Zanica, Merate, Thiene…) hanno rescisso il contratto con Equitalia e intendono procedere alla riscossione delle imposte per conto proprio. Su questa linea si è impegnato a muoversi anche De Magistris a Napoli.
·   Anche alcuni esponenti della Chiesa cattolica, come Don Ferdinando Mazzoleni, parroco di Villasanta in Brianza, hanno dichiarato che una tassa del genere non va pagata. Intende “Non va pagata dalle masse popolari” perché andrebbe pagata integralmente dalla Chiesa, come affermano dal canto loro Don Paolo Farinella e Don Gallo da Genova.
·    Le pagine, gruppi ed eventi facebook contro l’IMU si sono moltiplicati
 
Perché questo movimento non si è trasformato in disobbedienza di massa? Il motivo principale è che finora nessuno dei centri autorevoli esistenti si è messo alla testa di questo movimento, ha organizzato e promosso le forme adeguate a dargli le gambe per marciare, cioè
1. ha chiamato apertamente a non pagare l’IMU (come gli altri balzelli con cui il governo vessa il grosso della popolazione) e ha organizzato praticamente il non pagamento, traducendo in iniziativa pratica la denuncia e la protesta e trasformando la rabbia, l’esasperazione e le difficoltà diffuse ma isolate in azioni organizzate e collettive di disobbedienza;
2. ha unito da una parte tutti i settori delle masse popolari colpiti dall’IMU (dalle famiglie proprietarie di una casa ai piccoli commercianti, gli artigiani, i lavoratori autonomi, dagli anziani ricoverati nelle case di riposo e le loro famiglie a coloro che hanno una seconda casa ricevuta in eredità da genitori o nonni oppure comprata con i sacrifici di una vita) e dall’altra chi una casa ce l’ha e chi non ce l’ha (“chi ce l’ha non deve essere strozzato da mutui e tasse né vedersela sottratta da Equitalia, chi non ce l’ha la deve avere”) in modo da allargare il fronte di lotta contro questo governo che succhia soldi e risorse dalle masse a favore di speculatori, banchieri, grandi capitalisti, gerarchia vaticana e alti funzionari statali;
3. ha attivato sindacati, associazioni, sportelli, organismi di magistrati e avvocati democratici e le altre strutture mobilitabili per creare una rete di tutela e supporto utile a contrastare le minacce di governo e partiti e a spezzare la paura di finire nella morsa degli strozzini legalizzati di Equitalia;
4. ha inserito la lotta contro IMU ed Equitalia nell’ambito della più generale mobilitazione per cacciare Monti e costruire un’alternativa politica a qualsiasi governo dei poteri forti nostrani e internazionali: in mancanza di questo la lotta contro IMU ed Equitalia si riduce a chiedere al governo Monti di essere più clemente o di fare qualcosa che non ha nessuna intenzione di fare.
Il risultato è che il non pagamento dell’IMU è rimasto in larga misura frutto della decisione di resistere o della disperazione  individuali.
 
La partita è tutt’altro che chiusa. Primo perché, anche se Vieri Ceriani e i suoi compari sorvolano o minimizzano, ben 1,7 milioni di persone non hanno pagato l’IMU: organizzate possono diventare la leva per estendere e allargare la mobilitazione contro la politica fiscale del governo Monti. Secondo, perché dai limiti e dagli errori possiamo e dobbiamo imparare a condurre meglio le prossime battaglie: a settembre è fissato il termine per pagare la seconda rata dell’IMU, ma l’azione criminale di questo governo non si fermerà lì, dopo pensioni, art. 18 e IMU ci sono già in ballo l’attacco ai dipendenti e ai servizi pubblici (la chiamanospending review”, ma questo è) e l’aumento dell’IVA.
Le iniziative dei mesi scorsi e 1,7 milioni di persone che non hanno pagato la prima rata sono la base da cui partire per migliorare e avanzare nella battaglia contro IMU ed Equitalia, per creare quel senso di protezione derivante dall’unità e dalla partecipazione attiva ad un qualcosa di più ampio ed esteso che dia corpo e forza alle rivendicazioni di ognuno e non faccia pagare individualmente le conseguenze ma le assuma in maniera collettiva in modo da fare scudo.
Le prese di posizione di vari Sindaci ed esponenti della Chiesa, anche se da sole non bastano a costringere il governo a fare marcia indietro né a determinare direttamente una mobilitazione di massa, sono indicative di quale è già oggi l’arco di forze che un centro autorevole di mobilitazione, organizzazione e lotta può mettere a contribuzione.
Le prese di posizione, le denunce e le proteste sono una premessa importante e il contesto: occorre organizzare le masse popolari a non pagare, a violare le scadenze, a resistere con la mobilitazione e la solidarietà ai tentativi che i vertici della Repubblica Pontificia metteranno in atto per fiaccare la disobbedienza di massa. Finché a non pagare sono persone e famiglie isolate, ogni mancato pagamento (e ogni tentativo di mancato pagamento) diventa una questione giudiziaria. Se il non pagamento è collettivo, organizzato, diffuso, la questione diventa politica, la disobbedienza dal basso si mescola, si combina e alimenta le proteste dei Sindaci. La possibilità di una simile prospettiva è sotto gli occhi di tutti. La necessità e l’urgenza di una simile prospettiva anche: è l’alternativa pratica ai gesti individuali, disperati, autodistruttivi.
 
Abbiamo perso una battaglia, ma possiamo vincere la guerra. Più che di macelleria sociale, infatti, si tratta di una vera e propria guerra. “Macelleria” implica che le masse popolari siano materia inerte in mano a un macellai. “Guerra” invece vuol dire in primo luogo che si confrontano due contendenti entrambi attivi, in secondo luogo che essere sconfitti in singole battaglie non significa affatto aver perso la guerra. Vale per la lotta contro IMU ed Equitalia come per quella contro la battaglia Fornero.
La questione decisiva è che le persone e gli organismi che godono di un qualche prestigio e autorità si costituiscano in comitato di salvezza nazionale, in governo ombra o come vogliamo chiamarlo, che non si limiti alla denuncia e a “organizzare” la mobilitazione, ma elabori proposte e misure concrete per fare fronte agli effetti della crisi, inizi a realizzarle con la forza del sostegno delle masse popolari, usi l’autorevolezza di cui gode fra le masse popolari per farla diventare autorità, contrapposta a quella delle autorità borghesi.
E’ possibile che in molti, fra operai, lavoratori, giovani, immigrati, donne, dicano “sarebbe giusto, ma non è realizzabile”. A loro diciamo che non si tratta oggi di valutare la possibilità o meno di una simile prospettiva: il fatto che sia l’unica strada positiva (se ce ne sono altre, che i loro promotori si facciano avanti per illustrarle) per fare fronte alla situazione li deve spingere a chiedersi “come posso contribuire alla realizzazione di questa prospettiva?”.
E’ certo che la quasi totalità di quegli esponenti che possono costituire tale centro autorevole (cioè hanno già il seguito e influenza per farlo), tale governo ombra, tale “comitato di liberazione” dicano: “non è possibile”. A smentirli non ci siamo noi e i nostri tentativi di essere convincenti, ci sono i fatti. Non solo è possibile, ma è necessario. Chi di loro non si metterà con convinzione e determinazione su questa strada sarà travolto dalla mobilitazione, dalla spinta in quella direzione, ancora spontanea e contraddittoria, che viene dalle proteste locali, particolari, settoriali. Ne sa qualcosa il Segretario della FIOM Landini il cui carisma e la cui autorevolezza, consolidate con la lotta di Pomigliano contro il Piano Marchionne, iniziano a vacillare proprio perché rifiuta di assumersi il ruolo e il compito che gli è richiesto: il 22 giugno è stato contestato dagli operai, iscritti FIOM, che pretendono che dalle parole e dalle promesse si passi ai fatti.
Ecco, questo è il centro della questione. Per quante siano le resistenze dei dirigenti del movimento sindacale, democratico e popolare, sono i lavoratori e le masse popolari che possono costringerli ad assumersi le responsabilità che spettano loro… o sostituirli.
Per fermare e contrastare la catastrofe che incombe sul nostro paese abbiamo una sola strada da percorrere, quella che unisce lavoratori dipendenti e autonomi, disoccupati, giovani e pensionati, italiani e immigrati: trasformare le rapine di stato e l’usura legalizzata in una grande mobilitazione popolare per cacciare Monti e instaurare al suo posto un governo di emergenza popolare deciso a rompere i vincoli con i circoli della finanza, rilanciare “l’economia reale” in conformità con la parola d’ordine (del tutto realizzabile!) “a ognuno un lavoro utile e dignitoso” e a riorganizzare la vita politica, sociale, economica del paese in conformità con gli interessi delle masse popolari. 

1.    Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa)
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi
3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato)
4. Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti
5.  Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva
6.  Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi
 
Sono le misure che sintetizzano le rivendicazioni delle organizzazioni operaie e popolari del nostro paese e le proposte avanzate da vari intellettuali ed esponenti sindacali, politici e della società civile.
Sono tutte misure che possono essere realizzate: DIPENDE DA NOI!
 
OSARE LOTTARE!
OSARE VINCERE!
 



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RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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