No Tav alla sbarra, processo agli antifascisti, manicomi, tumori di classe, Chambery No Tav



No Tav alla sbarra, processo agli antifascisti, manicomi, tumori di
classe, Chambery No Tav

Fronte del Tav.
Tra resistenza e repressione
Era nell’aria. Si era capito da tempo che la procura di Torino aveva
intenzione di fare un processo esemplare, per colpire a fondo un movimento
che, dopo un anno di lotta durissima, non molla e non si piega.
Giancarlo Caselli, il regista dell’operazione, l’uomo del PD a capo della
procura, è confermato nella carica, nonostante il superamento dei limiti
di età. Subito dopo viene resa nota l’agenda del processo No Tav.
L’udienza preliminare è stata fissata il sei luglio. Poi si procederà a
tappe forzate per l’intero mese: un’udienza al giorno, sabati compresi,
sino alla fine del mese. Un vero tour de force, una procedura adottata
solo per i grandi processi di mafia o per procedimenti di grande rilievo
mediatico.
Dei No Tav arrestati il 26 gennaio ne restano in carcere quattro, altri
sono ai domiciliari, altri ancora subiscono restrizioni varie.
Il 6 luglio alla sbarra ci saranno 46 No Tav: la procura ha ottenuto dal
Gip il rinvio a giudizio per tutti i compagni e le compagne sinora
coinvolti nell’inchiesta per la resistenza allo sgombero della Libera
Repubblica dello scorso 27 giugno e per la manifestazione nazionale del 3
luglio.
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http://anarresinfo.noblogs.org/2012/06/11/fronte-del-tav-tra-resistenza-e-repressione/
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Torino. Processo agli antifascisti
Un pugno di mosche
Tutto comincia l’11 giugno del 2005. Nella notte una squadraccia fascista
entra nel cortile del Barocchio Squat e ferisce a coltellate due
anarchici. Uno dovrà essere operato d’urgenza perché la lama gli ha
perforato l’intestino.
La settimana successiva un corteo antifascista percorre le strade di
Torino. In via Po la polizia sbarra la strada per impedire ai manifestanti
di proseguire verso piazza Castello. Qualche minuto di fronteggiamento, un
paio di spinte, e parte la carica. Nella fuga i manifestanti buttano in
strada qualche sedia e qualche tavolino per intralciare l’avanzata della
polizia. In pochi minuti tutto è finito. Nella mani della polizia restano
quattro compagni, due dei quali, Massimiliano e Silvio, verranno
arrestati, perché “colpevoli” di essersi attardati per dare una mano agli
altri che erano caduti in terra.
Trascorreranno 13 giorni in carcere, prima di essere rilasciati con
obbligo di firma. Il giorno dopo il loro rilascio una manifestazione
nazionale, promossa dalla Federazione Anarchica Torinese, attraversa le
strade del centro. In vista del corteo il giudice del riesame si era
affrettato a liberarli.
Ma non è finita.
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http://anarresinfo.noblogs.org/linformazione-di-anarres-su-radio-blackout/linformazione-di-anarres-06-giugno-2012/torino-processo-agli-antifascisti-un-pugno-di-mosche/
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Tumori di “classe”, il cancro della povertà
Circa due milioni di nuovi casi di cancro sono provocati ogni anno da
infezioni, prevenibili e curabili. Ben l’80% si registrano nelle zone più
povere del mondo. È il bilancio contenuto in uno studio pubblicato su The
Lancet Oncology dai ricercatori della International Agency for Research on
Cancer che ha elaborato i dati statistici sull’incidenza dei tumori per 27
forme di malattia in 184 Paesi nel 2008: 7,5 milioni di decessi, dei quali
1,5 milioni sono stati causati da infezioni. “Le infezioni da virus,
batteri e parassiti sono una delle cause maggiori, ma anche prevenibili di
cancro in tutto il mondo. Pensiamo al papillomavirus umano (Hpv),
all’Helicobacter pylori e ai virus dell’epatite B (Hbv) e C (Hcv) - dicono
i ricercatori -, che insieme sono responsabili di oltre 1,9 milioni di
nuovi casi di tumore del collo dell’utero, gastrico e del fegato”.

L’analisi statistica globale ha anche permesso di elaborare una vera
“mappa" delle infezioni e dei tumori a livello globale, facendo scoprire
che se nel 2008 il 16% di tutte le neoplasie era correlato con infezioni,
nei Paesi in via di sviluppo questa percentuale è pari al 23%, rispetto al
7,4% della parte del mondo più industrializzata.

Siamo di fronte ad una strage evitabile. Nei paesi più poveri e, in
particolare, nell’Africa sub sahariana, il costo dei vaccini è
esorbitante, ed è pressoché impossibile produrre in loco.
Le multinazionali del farmaco controllano i brevetti e determinano il
prezzo, nonostante contribuiscano in maniera irrisoria alla ricerca.
In Africa l’aspettativa di vita è di 40 anni. La pressione biologica è tra
le ragioni non secondarie di movimenti migratori inarrestabili, poiché la
posta in gioco è la vita stessa.
Ascolta l’intervista a radio Blackout di Ennio Carbone, immunologo e
docente all’Università di Catanzaro:
http://anarresinfo.noblogs.org/2012/06/06/tumori-di-classe-il-cancro-della-poverta/
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Chambery No Tav
Da qualche mese la lotta contro la Torino Lyon sta contagiando anche il
versante francese. Da quando il governo ha reso noto il progetto
definitivo della nuova linea, nei paesi interessati all’opera si sono
costituiti comitati di lotta, che stanno facendo i primi passi.
Significativo che l’associazione degli industriali francesi, il Medef,
abbia chiesto al governo di fare in fretta ad avviare i lavori, perché
temono che la protesta popolare monti, mettendo a rischio i loro affari.
Un primo appuntamento è stata la manifestazione del 9 giugno a Chambery,
dove i nuovi comitati, insieme agli altri collettivi e associazioni hanno
dato vita ad una giornata di informazione e lotta.
L’appuntamento era al parc Verney, in pieno centro storico, dove era stata
allestita una mostra informativa, banchetti di libri e una distribuzione
di cibo ad offerta libera.
Da Torino e dalla Valle Susa sono partite alcune macchinate.
Dopo il pranzo si è svolta un’assemblea molto partecipata, nella quale
sono state evidenziate le ragioni dell’opposizione all’opera, che, in
Italia come in Francia sono sempre le stesse: devastazione ambientale,
distruzione di falde acquifere, danni alla salute, furto di denaro
pubblico per fini privati.
La prefettura aveva vietato il corteo per le vie del centro, con il
pretesto delle elezioni in programma il giorno successivo, ma i No Tav non
si sono fatti intimidire. Vinte alcune titubanze iniziali ci siamo diretti
nel centro cittadino, in buona parte pedonalizzato, armati di bandiere e
striscioni. In apertura era scritto. “No alla Torino Lyon. Ne qui né
altrove”.
Il corteo era scortato da un drappello di gendarmi con naso rosso, stivali
di gomma, parrucca colorata e fucili ad acqua.
Anche a Chambery non poteva mancare una versione subalpina e picaresca
della Clown Army.

http://anarresinfo.noblogs.org/linformazione-di-anarres-su-radio-blackout/linformazione-di-anarres-06-giugno-2012/chambery-manifestazione-no-tav/

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