Conflitto sociale, senza casa e baraccati, gli anarchici di Chicago e le origini del Primo Maggio



Conflitto sociale, senza casa e baraccati, gli anarchici di Chicago e le
origini del Primo Maggio

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Conflitto sociale e sindacalismo di Stato
Nonostante le misure del governo Monti siano una vera mazzata per i
redditi e per le tutele di chi lavora, al di là di qualche improvvisa e
veloci fiammata, non ci sono segnali di ripresa dello scontro di classe.
Se, non, ovviamente, da parte dei padroni.
Alla vigilia del primo maggio abbiamo provato a fare un ragionamento sullo
stato del conflitto sociale nel nostro paese: il ruolo del sindacalismo di
Stato, la complessa parabola delle organizzazioni di base, le condizioni
per lo sviluppo di lotte capaci di mettere davvero in difficoltà Stato e
Padroni.

Ascoltatevi la prima parte della lunga chiacchierata con Pietro Stara.
http://radioblackout.org/2012/04/conflitto-sociale-e-sindacalismo-di-stato/

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Il Primo Maggio e gli anarchici di Chicago

Il primo maggio 1886 a Chicago, oltre 50.000 lavoratori proclamano lo
sciopero per imporre al padronato le otto ore lavorative. In un clima di
tensione, e di numerose provocazioni poliziesche, si susseguono cortei,
comizi ed iniziative varie. Il 3 maggio, davanti alle fabbriche Mc
Cormick, in Haymarket square, si svolge un presidio di lavoratori per
impedire azioni di crumiraggio, durante il quale prendono la parola gli
esponenti più importanti del movimento operaio, tra cui i militanti
anarchici, che consideravano la campagna per le otto ore solo come un
primo passo verso la rivoluzione sociale. Al termine dell’iniziativa,
alcuni agenti delle “forze dell'ordine” caricano i manifestanti, iniziando
a sparare all'impazzata. Il risultato è di quattro morti e centinaia di
feriti.
La reazione operaia non si fa attendere ed il giorno seguente, 4 maggio,
ventimila lavoratori e lavoratrici si ritrovano in Haymarket square, il
luogo della strage. I leader anarchici, Spies, Parsons e Fielden, parlano
alla folla, in un clima carico di tensione, ma fondamentalmente pacifico e
tranquillo. La polizia inizia comunque a caricare i manifestanti. Una
bomba scoppia in mezzo ad un plotone di poliziotti. La polizia spara sulla
folla e subito inizia una campagna repressiva nei confronti degli operai e
dei sindacalisti.
Le prime vittime di questa caccia al sovversivo sono proprio gli esponenti
maggiormente di spicco del movimento dei lavoratori, ovvero gli anarchici
che avevano dato forza e coscienza al movimento di lotta: August Spies,
Samuel Fielden, Adolph Fischer, George Engel, Michael Schwab, Louis Lingg,
Oscar Neebe e Albert Parsons.

Il processo inizia il 21 giugno 1886 nella Corte di Cooke County. Sulla
base della composizione della giuria- uomini d'affari, loro impiegati ed
un parente di uno dei poliziotti morti - tutto lascia supporre che la
sentenza in pratica sia già stata scritta. Non c'è nessuna prova a carico
degli imputati; tre di loro erano stati oratori, assai moderati, al
comizio di Haymarket, altri due non c'erano nemmeno andati, gli ultimi tre
avevano lasciato la manifestazione prima dello scoppio della bomba.
Proprio perché non ci sono prove il processo si svolge su un piano
puramente ideologico, ad essere sotto accusa è in realtà l'anarchismo, il
socialismo e il movimento operaio.
Il 19 agosto sette degli otto imputati vengono condannati a morte: Adolph
Fischer, August Spies, George Engel e Albert Parsons vengono impiccati
l'11 novembre del 1887. Louis Lingg sfugge alla forca, a cui era stato
condannato, suicidandosi in carcere il giorno prima dell'esecuzione.
Samuel Fielden e Michael Schwab, in seguito alla domanda di clemenza,
vengono graziati nel 1893, così come Oscar Neebe, condannato inizialmente
a 15 anni.

Il primo Maggio, il giorno della rivolta di Haymarket, è divenuto giorno
di lotta per i lavoratori di ogni parte del mondo.
Di queste origini rimosse del Primo Maggio abbiamo parlato con Claudio Venza

Ascolta il suo intervento a Radio Blackout:
http://radioblackout.org/2012/04/il-primo-maggio-e-gli-anarchici-di-chicago/

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L’Italia delle baracche, delle seconde case e delle occupazioni abitative

I primi dati emersi dal censimento Istat fotografano un paese che in 10
anni è diventato più povero.
Mentre era in corso la conferenza stampa di presentazione del sondaggio
decennale, in strada i precari dell’Istat, che avevano lavorato per il
censimento, protestavano per essere assunti in modo stabile.
In questi dieci anni sono più che triplicate le famiglie residenti in
Italia che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni
simili: 71.101 contro le 23.336 del 2001. Ma la cifra reale è certamente
superiore: tanti, specie gli immigrati senza carte, restano invisibili.
Non è invece un paradosso, ma il contraltare speculare di questa
“precarietà abitativa”, il fatto che nello stesso periodo il numero delle
case “censite” (come sappiamo ce ne sono almeno un paio di milioni
“clandestine”) sia aumentato dell'11%.
Ci sono 14.176.371 edifici (dalle palazzine alle ville unifamilairi),
l'11% in più rispetto al 2001; mentre gli appartamenti sono 28.863.604, di
cui 23.998.381 occupate da residenti (83%), mentre il resto sono “seconde”
o terze case, o immobili sfitti. Queste ultime, rispetto al precedente
censimento, sono aumentate un po' meno: solo del 5,8%. In pratica, dunque,
abbiamo un aumento delle abitazioni molto più alto di quello della
popolazione (la variazione positiva è data soltanto dall'immigrazione), ma
al tempo stesso triplicano coloro che vivono in alloggi di fortuna,
homeless veri e propri, anche se non clochard. Lavoratori poveri, in
genere, che non si possono permettere l'affitto e tantomeno il mutuo.

Anarres ne ha parlato con Francesco Carlizza

Emilia di Parma ha invece raccontato dell’ultima occupazione nelle città
emiliana, la trentesima in dieci anni. Qualche settimana fa alcune
famiglie erano state sgomberate da uno stabile di via Bengasi: le stesse
famiglie, coadiuvate dalla Rete Diritti in Casa”, hanno occupato un’altra
casa vuota in via Liguria.

Ascolta la cronaca di Emilia e l’intervento di Francesco a radio Blackout:
http://radioblackout.org/2012/04/litalia-delle-baracche-delle-seconde-case-e-delle-occupazioni-abitative/

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