Era un 25 aprile di 65 anni fa.. ma quel giorno non aveva ancora assunto le valenze ed i significati che oggi gli vengono attribuiti… La vicinanza con gli eventi drammatici che portarono alla caduta definitiva del fascismo, avvenuta con l’uccisione di Benito Mussolini “attorno” al 28 aprile 1945, era troppo calda nella coscienza degli italiani ancora divisi psicologicamente dalla sanguinosa guerra civile.
I miei ricordi della guerra sono molto sbiaditi, anche perché quando nacqui era quasi conclusa… ma un qualcosa la ricordo, un dialogo che avvenne tra me e mio padre, una mattina in cui la mia curiosità infantile sulla potenza delle armi fu soddisfatta. Chiedevo a mio padre: “Papà cosa c’è di più potente di un fucile” – “Un cannone” – “E più forte del cannone?” “un bombardamento aereo” – “e più forte del bombardamento?” – “una bomba atomica” – “e più forte della bomba atomica?” – “più forte della bomba atomica.. c’è solo la stupidità dell’uomo”. E con ciò il discorso si concluse e compresi il significato della guerra…
Eppure nella storia umana non sempre gli uomini in armi hanno significato aggressione ed oppressione, a volte è successo che alcune comunità si dovessero difendere da aggressioni esterne. Avvenne ai primordi della civiltà, sin dalla fine del neolitico, momento in cui le pacifiche comunità matristiche furono attaccate da orde di guerrieri patriarcali che pian piano riuscirono a conquistare e dominare il mondo con la forza delle armi. Certo nelle comunità matristiche ci fu opposizione, alcuni componenti di quelle comunità -sia uomini che donne- combatterono in difesa della loro cultura pacifica e contro la prevaricazione maschilista. Probabilmente proprio dal ricordo di questi combattimenti nacque la leggenda delle amazzoni, donne combattenti di una società tutta al femminile. Ma anche successivamente in varie situazioni si poté distinguere fra aggressione e difesa. Da notare, ad esempio la strenua difesa della confederazione greca che si oppose all’invasione persiana. Oppure la difesa dei primi nuclei civili della Cina che si difendevano alle incursioni e dalle razzie dei mongoli, fra l’altro proprio questa pressione esterna contribuì a far nascere una coscienza nazionale cinese.
Ed ancora della Cina antica voglio parlare. In quella civilizzazione c’era l’usanza della coscrizione obbligatoria per la guerra di difesa e quell’antica usanza, di creare una forza nata dal popolo, è ben descritta in uno degli esagrammi del Libro dei Mutamenti, l’I Ching, un testo che si fa risalire ad almeno cinquemila anni fa. Questo esagramma si chiama Shih, che significa “esercito”. E sentite il suo significato: “Nel grembo della terra vi è l’acqua: l’immagine dell’Esercito. Così il nobile magnanimo verso il popolo accresce e nutre le masse”
L’immagine dell’esagramma L’Esercito (Shih n. 7) è molto chiara nell’indicarne il significato. Infatti nell’antichità, in virtù della coscrizione popolare, i soldati erano presenti nella società come l’acqua sotto la terra. Ed avendo cura della prosperità del popolo si otteneva un esercito valoroso. Ed ancora nel commento alla prima linea. “Un esercito deve servire in buon ordine ed armonia e per giusta causa. Se ciò non avviene incombe sciagura”.
E ritorniamo al 25 aprile. In verità la cosiddetta “resistenza” potrebbe essere vista una esemplificazione dell’esagramma Shih. Il popolo, ribellandosi, aveva costituito una forza per opporsi all’invasione tedesca. Ma non tutto è oro quel che luccica… infatti è vero che questa forza popolare combatté contro lo straniero occupante, non rappresentando comunque la maggioranza degli italiani, perché in verità questa forza “partigiana” stava aiutando un’altra invasione, quella angloamericana, che poi si affermò stabilmente ed ancora è presente sul nostro suolo patrio, in forma di nuclei armati della NATO.
Dal punto di vista della “sostanza” l’Italia il 25 aprile del 1945 si liberò da una occupazione, quella nazista pur feroce ed opressiva, per accollarsi quella americana che comunque ha portato con sé un corollario di gravi sciagure – che non voglio qui menzionare per non fare la lagna. Però una almeno la vorrei menzionare.
Con la sudditanza ai voleri NATO e con l’acquiescenza alle sue volontà guerresche pian piano è venuta a mancare la spinta interna ed anche la “ragione” di un esercito basato sul servizio popolare. Oggi l’esercito è divenuto una forza mercenaria, mandata a combattere qui e lì sul pianeta per soddisfare le esigenze degli alleati atlantici, e che perciò non rappresenta più il “popolo italiano”.
Non sono d’accordo con il sistema corrente di delegare la “difesa della patria” (scusate l’inadatto eufemismo) ad un esercito a tutti gli effetti “privato” di forze prezzolate e di specialisti in aggressione. Credo che eventuale difesa (dico “difesa”…) della nostra terra e dei suoi abitanti non possa essere delegata a “volontari” professionisti. E soprattutto che tale difesa e salvaguardia dell’onore nazionale non possano risultare dalle continue guerre di aggressione sostenute dai nostri governi e che ledono il principio stesso costituzionale di rinuncia alla guerra.
Con le armi atomiche e chimiche di distruzione di massa, che ormai contraddistinguono il sistema militare delle nazioni egemoni, la presenza di un esercito mercenario è solo un invito all’aggressione. E la presenza sul suolo patrio di basi munite di arsenali atomici e di missili (sotto il diretto controllo alieno) non aiuterebbe assolutamente la causa della difesa della nostra patria.
Perciò sento che in occasione di questo 25 aprile 2012 è opportuno chiedere al governo la totale smobilitazione delle forze armate e l’abbandono della partecipazione alla NATO, facendo dell’Italia una nazione neutrale pacifica e permettendo, attraverso il risparmio così effettuato, di affrontare la corrente congiuntura economica.
Paolo D’Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT.
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