No Tav. Barricate sull’autostrada



No Tav. Barricate sull’autostrada

Bussoleno, 17 marzo. L’appuntamento è in piazza del mercato intorno alle
16. Sin dall’assemblea di lunedì la scelta era chiara: continuare a
mettere i bastoni tra le ruote alle truppe di occupazione. Gettare sabbia
di un ben oliato meccanismo, che ha fatto dell’autostrada la strada
maestra per uomini e mezzi.
Un’azione veloce, veloce. Si salta sulla A32 poco prima dello svincolo di
Chianocco: legna e quel che c’è a fare la barricata. Poi si va.
Per un’ora l’autostrada viene chiusa in direzione ovest e per quasi due
resta bloccata verso est.
Nonostante il mostruoso apparato militare che controlla questo lembo di
Piemonte occidentale, i No Tav, anche oggi, hanno gettato una manciata di
sabbia nell’ingranaggio.
Uscire dal catino della Clarea, dalla trappola allestita dallo Stato, per
rendere invisibile la militarizzazione e la resistenza dei No Tav,
dimostra di essere la leva più efficace, per mettere in difficoltà un
avversario che pesta, gasa, picchia, umilia e poi intesse elegie alla non
violenza.
La lotta popolare sta trovando il proprio ritmo, con azioni facili, cui
possono partecipare tutti.
Giorno dopo giorno si moltiplicano le iniziative.

Domani mattina – ore 9 - appuntamento a Susa per una giornata di
informazione, condivisione, autogestione del territorio, riappropriazione
di spazi.
Nel pomeriggio appuntamento per famiglie: giro in Clarea, dove nuovi
cancelli e barriere rendono tangibile l’occupazione e la devastazione del
territorio.

Passo dopo passo sino all’11 aprile, quando lo Stato, che il 27 febbraio
ha già preso con la forza i terreni intorno alla baita, spedirà i suoi
funzionari per rendere legale l’occupazione “temporanea”. I proprietari,
scortati dalla polizia, potranno entrare solo uno alla volta. Così
l’occupazione di fatto diverrà de iure e i lavori potranno cominciare
davvero.
Per quella settimana il movimento No Tav sta preparando numerose
iniziative di lotta e farà appello perché ovunque in Italia ci si metta di
traverso.
Se lo Stato crede di poter ridurre le ragioni dei No Tav ad una questione
di ordine pubblico, occorre scompaginare le carte e moltiplicare le
resistenze.
Lo Stato occupa la Maddalena, i No Tav occupano dappertutto.

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